EAN 9788810408292
«Che cosa possiamo sperare? La pace, la giustizia, la salvaguardia del creato. In che modo? Direi: per mezzo di una rinascita intelligente del teologico-politico. Vale a dire, anzitutto, attraverso la comunione tra gli uomini, nelle diverse comunità che essi formano; questa comunione non è statica, ma è una dialettica costante tra la “morte”, vale a dire la sottomissione di un desiderio, certo buono, ma individuale, alla parola che viene dall’altro, dagli altri, che non può che spiazzare la preoccupazione di sé, e la “risurrezione”, vale a dire la felicità che risulta dall’essere insieme, ove il personale è trasfigurato attraversa la rinuncia costruttrice di tutti » (dalla Conclusione). La riflessione che l’a., noto monaco benedettino francese, propone parte dal convincimento che oggi muoia una civiltà fondata sul primato del «logico» e che l’epoca attuale inviti a reintrodurre il simbolico, ovvero il primato del legame nella struttura e nella vita del reale, nel desiderio e nel sapere umani.
Tratto dalla Rivista Il Regno 2011 n. 18
(http://www.ilregno.it)
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