EAN 9788810140444
L'intento del seminario di studio (Roma 11-12.4.2008), di cui sono ora proposti gli atti, è quello di condurre una riflessione che permetta di approfondire il valore accordato oggi alle parole proferite nell'opera di comunicazione del Vangelo, precisando che per predicazione si fa riferimento a tutto l'insieme delle modalità con cui si trasmette il messaggio cristiano: conferenze, catechesi, insegnamento, esercizi spirituali, omelie.
Tratto dalla Rivista Il Regno 2008 n. 20
(http://www.ilregno.it)
Già nel 1998 era stato pubblicato un Dizionario di Omiletica, a cura di M. Sodi e A. Triacca, che aveva riscosso non pochi consensi ed appagato lunghe attese. A dieci anni di distanza l’urgenza di una nuova qualità della predicazione – come afferma A. Staglianò nell’introduzione al volume che presentiamo – si impone oggi per quella particolare crisi di contesto culturale in cui ci troviamo e delle sfide della multireligiosità. I dieci studi che lo compongono non riguardano solo le “maglie strette” dell’omelia liturgica, ma intendono abbracciare tutta la predicazione, cioè tutto quanto la Chiesa fa per comunicare il Vangelo per mezzo del linguaggio verbale.
Nella breve sintesi storica di P. Garuti troviamo nell’attenzione all’aptum – greco prépon – una chiave di volta per saper predicare oggi: «Devo adattare il mio discorso a tre dimensioni: alla materia, a chi mi ascolta e a me che parlo. Ignorarne una significa condannare il discorso al fallimento». Per G. Matino, predicare nella cultura contemporanea significa far sentire la propria voce, messaggio di verità, tra mille parole di un mondo «preda di un’economia diabolica», che sa usare una sola tonalità di parola. E i laici devono essere riconosciuti come autentici ministri della parola soprattutto nella famiglia. S. Martinez squarcia alla predicazione cristiana l’imprescindibile orizzonte pneumatologico, ricordando che il cristianesimo è dinamismo esperienziale che ha per motore lo Spirito. «La cultura della Pentecoste è l’esatto contrario della cultura del relativismo», è il parametro che impedisce la manipolazione dell’uomo, è la risposta responsabile all’idolatria dell’io. F. Rosini tratta dell’arte della parola, al servizio della Parola, richiamando gli elementi vitali di una scienza di cui non si vuol più sentire neanche il nome.
Sulla stessa lunghezza d’onda si pone F. Parazzoli trattando dell’arte della parola tra Bibbia e letteratura. Dalla parte di chi ascolta e comunica, parlano F. Ognibene e A. Tornielli, mentre A. Staglianò sottolinea l’urgenza interiore di comunicare un mistero ineffabile, servendosi di tutti «gli strumenti che la svolta massmediale mette oggi a disposizione», alla scuola dei santi, grandi e viventi prediche.
Tratto dalla rivista "Salesianum" 72 (2010) 3, 601-602
(http://las.unisal.it)
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