EAN 9788804646631
Un antico detto della tradizione letteraria araba recita, in italiano, più o meno così: “Chi passa al setaccio rimane setacciato”. È il monito che alcuni artisti rivolgono a quei critici severi che pretendono d’incasellare un autore o un poeta in un determinato movimento letterario o in una precisa corrente di pensiero, individuandone esattamente la tipologia d’appartenenza e la dottrina principale, senza offrire alcuna via di scampo per eventuali letture alternative o integrative. Ci sembra di poter dire che l’ultimo lavoro giornalistico o cronachistico dello scrittore senese, già vice-direttore di Rai Due, Antonio Socci, si muove in questa linea. La sentenza è definitiva: Francesco non è papa. L’elezione di Bergoglio al soglio di Pietro è nulla e, per di più, il suo stesso magistero smentisce la dottrina della Chiesa cattolica per alcune devianze teologiche. Il libro di Socci è come un cocktail esplosivo preparato con dovizia: raccoglie e mescola fatti di cronaca, valutazioni teologiche e morali, elementi di spiritualità francescana e gesuitica, contenuti dottrinali dogmatici, precise norme del diritto canonico, voci di corridoi di alti prelati e pettegolezzi di preti che gironzolano attorno alla Santa Sede, giudizi di cardinali e vescovi che restano top-secret. Il tutto ben miscelato e citato con dovizia per rinvigorire la tesi di fondo: Bergoglio non è Francesco. Molte delle fonti orali citate da Socci non sono rintracciabili: il chiacchiericcio di “santa romana chiesa” diventa fonte indiscutibile esso stesso.
Citando l’articolo 69 della costituzione apostolica Universi Dominici gregis, per l’elezione del sommo pontefice, Socci rileva due presunte violazioni avvenute per la scelta del papa dopo la rinuncia di Benedetto XVI. La prima violazione delle norme riguarda l’annullamento di una votazione che doveva essere ritenuta valida e scrutinata. Il giornalista si riferisce al fatto che, nello spoglio delle schede, ne fu conteggiata una in più (considerata bianca) che era attaccata a un’altra scheda contenente un voto espresso. La seconda violazione riguarda le votazioni del 13 marzo 2013. Quel giorno si procedette in conclave con una votazione in più, ossia per un totale di cinque votazioni, mentre la costituzione apostolica Universi Dominici gregis ne prevede solo quattro. Bergoglio fu eletto alla quinta elezione che non è prevista dalla costituzione. Per Socci, se è vero che il conclave non ha assolutamente il potere di modificare le regole, nemmeno votando all’unanimità, l’elezione al papato di Bergoglio (cf. pp. 110-111) semplicemente non è mai esistita. «Non è nemmeno un problema sanabile a posteriori perché non si può sanare ciò che non è mai esistito» (p. 111).
Socci s’appella alla regolarità canonica sancita dall’articolo 87 della costituzione Universi Dominici gregis. L’invalidità dell’elezione di Bergoglio è legata anche a un altro cavillo canonico: l’11 febbraio 2013, papa Benedetto, così come si è espresso nel testo latino della sua dichiarazione, ha lasciato solo il potere di governo e di comando sulla Chiesa cattolica (il ministero petrino), ma non ha rinunciato al munus, ossia all’ufficio papale che ha ricevuto in quanto non è revocabile. Ratzinger avrebbe rinunciato soltanto all’esecuzione concreta del ministero petrino ma non all’ufficio in sé di papa (cf. p. 96). È così, infatti, per Socci, che si giustifica il modo di vestire di papa Benedetto: indossando l’abito bianco, egli resta papa! Appellandosi a uno studio di Stefano Violi, apparso sulla Rivista teologica di Lugano (La rinuncia di Benedetto XVI. Tra storia, diritto e coscienza), Socci insiste nel ritenere che Benedetto XVI – nella sua declaratio – dichiara di rinunciare al ministerium e non al munus del papato secondo il dettato del can. 332 paragrafo secondo. Infatti, nella dichiarazione, Benedetto XVI rende pubblico di rinunciare all’esercizio del ministero (ministerium) petrino e non all’incarico (munus) petrino (cf. pp. 93-96). In altri termini, Ratzinger avrebbe rinunciato all’esercizio attivo del munus ma non al munus petrino in sé.
In realtà, la tesi di Socci segue più un’interpretazione a carattere filosoficoesistenziale che strettamente giuridico-normativo o anche teologico. “Rinunziare”, secondo l’uso antico, vuol dire rifiutare spontaneamente qualcosa di cui si ha o si dovrebbe di diritto avere, tra cui la proprietà dei beni. La decisione di astenersi dal fare implica anche quella dell’essere. Giuridicamente, poi, chi rinunzia a un diritto o a un bene lo fa in favore di un altro. Dal punto di vista canonico, la rinuncia all’ufficio implica la cessazione volontaria dall’ufficio ecclesiastico, che può essere fatta da chiunque sia sano di mente (cf. can 187). Deve sottostare a una condizione: l’esistenza di una giusta causa, che sia ritenuta tale tanto dal rinunciante (cf. can 188) quanto dall’autorità davanti alla quale viene fatta (cf. can 189). Nel caso della rinuncia di Benedetto XVI, l’atto stesso è avvenuto in forma di motu proprio e in base alla sua potestà suprema, piena, immediata, libera e universale. La rinuncia suppone nel titolare l’intenzione di lasciare quell’ufficio e nell’autorità almeno la conoscenza di questo fatto, per poter provvedere in tempo.
A dire il vero, ciò che lascia sconcertati del libro di Socci non è la tesi sulla nullità dell’elezione di papa Francesco – che, francamente, appare più una trovata pubblicitaria, uno scoop giornalistico, che una teoria ben consolidata, forse nella speranza che il libro diventi best-seller? –, bensì il ribadire in più punti la necessità di fare ritorno a una Chiesa cattolica tradizionalista, ossia più preoccupata per il tema della verità e dei contenuti della dottrina che dello stato di salute dei suoi stessi fedeli. S’avverte, leggendo il saggio, un ritorno nostalgico a un’immagine di chiesa pre-conciliare, che dà sicurezza in quanto immagine della societas perfecta. In più punti, il libro sembra essere stato pensato come un’apologia a Ratzinger e ai Francescani dell’Immacolata che, diversamente da quanto ammette Socci, sono stati “commissariati” non soltanto perché considerati pre-conciliari o tradizionalisti, ma per seri problemi di ordine amministrativo, economico, formativo e teologico-pastorale! A Socci, poi, crea un enorme disagio il modo di esprimersi, di operare e di celebrare di papa Francesco che, in certi momenti, gli appare irriverente e poco prudente, come quando ha definito le suore “zitelle” o parlato dei cristiani “da pasticceria”. Sembra, poi, più un chiacchiericcio di corte che un problema teologico serio, il fatto che papa Francesco non faccia le genuflessioni previste dalla liturgia davanti al Santissimo Sacramento (cf. pp. 182-183). Crea qualche difficoltà all’autore anche l’apertura di papa Francesco ai carismatici, ai movimenti pentecostali, come altresì la sua simpatia per il cardinale Walter Kasper e la teologia della liberazione (cf. p. 184). Socci è un ratzingeriano convinto e un anti-rahneriano per eccellenza. Così, la Verità prevale sull’Amore, dimenticando che essa è solo lo strumento dell’Amore. È ingenua la pretesa dell’autore di mostrare, nel capitolo intitolato Il caso Bergoglio (cf. pp. 153-168), gli errori di dottrina di papa Francesco quando mette a confronto alcuni suoi discorsi con il magistero della chiesa, citando lo stesso Catechismo della Chiesa Cattolica o quello di san Pio X o la Dominus Iesus di Ratzinger.
Questo saggio è quasi un diario-cronaca che rivela l’antipatia di Socci per tutto ciò che ha a che fare con la post-modernità e il rinnovamento della Chiesa cattolica. Si avverte la fatica di un cattolico convinto incapace di dialogare con il mondo e di mettersi seriamente a ripensare all’annuncio del Vangelo in un mondo che è cambiato e che attende da noi cristiani una testimonianza di vita concretissima. Egli stesso scrive: «A prescindere dal fatto che l’elezione di Bergoglio sia valida, oppure invalida e nulla (cosa comunque decisiva e da chiarire), a me pare che abbiamo assistito dopo il 13 marzo 2013 a una serie di fatti, scelte e dichiarazioni che sono risultati e risultano essere palesemente distruttivi per la chiesa […]. Lo smarrimento in cui si trova il popolo cristiano di fronte a certe prese di posizione è evidente» (p. 253). C’è, tuttavia, un aspetto del pensiero di Socci che è condivisibile; lo si può esprimere secondo un detto comune che, nell’ultimo anno, circola come traditio negli ambienti accademici e in molte curie e che diventa una critica obiettiva a un certo modo di fare e di muoversi di papa Francesco: “Non c’è niente di peggio di un gesuita che vuole fare il francescano”. Di fatti è vero: papa Francesco è un gesuita e non ha esperienza di fraternità, dono tipico solo della tradizione francescana. Eppure, egli stesso si rifà continuamente – nei messaggi, nei discorsi e nelle omelie – al dono stupendo della fraternità, quasi come alla vera immagine del corpo di Cristo che è la chiesa. Nel concetto di fraternitas vi è qualcosa in più rispetto a quello di communitas: il dono del singolo prevale sulla gerarchia e sui principi comuni della convivenza, in quanto la fraternità offre maggiore spazio ai carismi del singolo fratello rispetto all’ordine costituitosi nella comunità che prevede, comunque, la condivisione di beni, risorse, carismi, ministeri, progetti… In tale prospettiva, Bergoglio è sovversivo come lo stesso san Francesco, che nel Medioevo rovesciò completamente i valori della società e della stessa Chiesa cattolica, rileggendo non solo la sua esistenza ma anche quella della società a partire dagli ultimi, rifuggendo però ogni sorta di pauperismo inutile e sterile.
È fuori dubbio che papa Francesco dovrebbe essere, forse, più prudente nel suo modo di esprimersi, di prendere iniziative, di criticare la chiesa nei suoi organi direttivi, perché molto spesso le sue affermazioni sono strumentalizzate dai media. Si sta sviluppando un forte anti-clericalismo in milioni e milioni di persone che, pur non vivendo la Chiesa cattolica, perché non inserite in nessuna comunità cristiana, si sentono sì amate e accolte da papa Francesco, ma guardano con sospetto o diffidenza al vissuto di fede e alla proposta del Vangelo da parte di tanti presbiteri, religiosi e laici impegnati nel cammino quotidiano della vita ecclesiale. C’è il pericolo che la simpatia indiscussa per questo papa, umile servo della vigna del Signore, un po’ dinoccolato nel suo modo di presentarsi e di celebrare, faccia riemergere con forza il motto sessantottino: “Cristo sì, chiesa no”. C’è molto malumore tra vescovi e sacerdoti che, da papa Francesco, si sentono soltanto giudicati, piuttosto che incoraggiati. C’è un non so che di stonato in certe battute del papa, che faranno pure sorridere, ma che sono sicuramente inadeguate se pronunciate da un capo di stato e, soprattutto, da un leader religioso. A volte, poi, Bergoglio appare più egocentrico e mediatico di qualsiasi altra star internazionale, compreso pure Giovanni Paolo II. C’è altresì chi fa notare che papa Francesco porta con sé un’immagine negativa della chiesa in Europa o comunque di quella occidentale, come se fosse un corpo addormentato, malato, incapace di stare tra i poveri e di agire concretamente nella storia quotidiana delle famiglie e delle società. Ma, a ben vedere, così non è! Quanti preti e religiosi, laici e missionari, anche in Italia, vivono giorno per giorno a contatto con i poveri, gli ammalati, i separati, gli emarginati? Quanti cristiani faticano a essere testimoni di Gesù risorto in un contesto di totale emarginazione culturale, sociale, politica?
Evidentemente, dobbiamo ancora comprendere che il “ciclone Francesco” sta avviando una rivoluzione culturale e missionaria che tocca anche il nostro modo di annunciare e di vivere il Vangelo, come anche il semplice parlare di Gesù Cristo, restando sempre in comunione con i papi precedenti e in continuità con il rinnovamento e la riforma voluta dal Concilio Vaticano II. Il linguaggio semplice, ricco di metafore e simboli, di papa Francesco è uno sprone per noi tutti a non prenderci troppo sul serio, a scendere dai nostri piedistalli e a stare in mezzo alla gente, rinunciando a tante pompe magne! È in questa prospettiva che dobbiamo valutare anche l’apertura di papa Francesco ai cristiani separati e risposati: se ci sono problemi e disagi concreti, per papa Francesco, vanno affrontati immediatamente, senza diplomazia o troppe teorie. Se la Chiesa cattolica è, per usare una metafora bergogliana, “un ospedale da campo”, allora non c’è tempo per analisi interminabili e non si possono sprecare energie per difendere troppo la propria immagine: occorre, invece, intervenire, curare, sanare e aiutare chi è ferito. Nel cuore di papa Francesco, dunque, ci sono i tanti feriti e delusi dalla vita e dalla Chiesa cattolica – ben rappresentati dal figliol prodigo della parabola del Padre buono – che attendono di sperimentare attraverso di noi non semplicemente l’astratta verità o dottrina di Gesù Cristo, ma la concreta misericordia del Padre che in Cristo ci è stata donata per sempre! Negli abbracci di Francesco si rivela la bontà del Padre che va in cerca dei tanti figli e figlie della chiesa oramai considerati perduti e demotivati!
Socci, e come lui tantissimi altri cristiani moderati e giustamente innamorati del tema della Verità e dei principi primi della fede, corre il rischio di essere come il figlio maggiore della succitata parabola lucana: parla al passato, pensa al sacrificio compiuto per restare fedele a Dio e a ciò che gli spetta come operaio nella vigna del Signore, ma non ha ancora maturato la compassione, quella solidarietà verso i peccatori che porta fuori dall’uscio di casa e a stare per strada. Forse è vero: Bergoglio non è Francesco, quell’alter Christus che solo una volta e per sempre fu donato alla Chiesa cattolica e al mondo intero come sole per illuminare e riscaldare i cuori di uomini e donne, fratelli e sorelle, bisognosi di perdono e di amore infinito. Ma, a vantaggio di Bergoglio, occorre riconoscere che questo papa “venuto dalla fine del mondo” non ha mai preteso di essere un alter Christus, bensì un peccatore che ha sperimentato l’amore e la misericordia del Padre in Cristo e che in san Francesco d’Assisi ha trovato un modello valido – un carisma autentico – per annunciare in forma nuova il Vangelo agli uomini e alle donne del nostro tempo.
Tratto dalla rivista "Aprenas" n. 1-4/2014
(http://www.pftim.it)
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Al Da il 10 ottobre 2014 alle 22:39 ha scritto:
Un'opera formidabile. Fermo restando l'opinabilità di ALCUNI (non moltissimi, a mio modesto avviso) contenuti, ogni riga trasuda amore sincero e devoto per Cristo, la Santa Chiesa e il Papato. Dispiace che alcuni, ancor prima che il libro fosse disponibile nelle librerie(SENZA QUINDI LEGGERLO), abbiano aprioristicamente stroncato il libro e dileggiato l'Autore la cui umanità, con tutti i limiti personali, è davvero commovente ed esemplare. Ancora una volta si è potuto contemplare la differenza tra chi ama Dio e chi invece lo usa strumentalmente per i propri poco limpidi interessi. Leggetelo e amerete ancora di più la Chiesa e il Papa e il Signore che mai si stanca di infondere coraggio in coloro che confidano in Lui. Personalmente non sposo del tutto, come ho già detto sopra, il pensiero e le audaci affermazioni dell'Autore ma RIPETO: LEGGETELO !!! Non vi farà male e non scalfirà la vostra Fede che anzi ne uscirà magari più salda, certamente più consapevole.
GIUSEPPE MAIORINO, conflavoratori.cava@virgilio.it il 23 ottobre 2014 alle 19:14 ha scritto:
CHI SI PROFESSA CATTOLICO E METTE IN DUBBIO L'ELEZIONE, COME NEL CASO ATTUALE DI PAPA FRANCESCO, E' UN "CATTOLICO" SENZA FEDE.
SAPPIAMO CHE L'ELEZIONE DEL VICARIO DI CRISTO IN TERRA E' PER OPERA DELLO SPIRITO SANTO E NOI SIAMO CONVINTI DI QUESTO ED ABBIAMO RISPETTO ANCHE PER PAPA FRANCESCO CHE STA DANDO ALLA CHIESA UNA VENTATA DI NOVITA'.
CHE IL SIGNORE LO ASSISTA. PEPPINO M. PENSIONATO
gianni toffali, gianni.toffali@gianni.toffali.name il 23 ottobre 2014 alle 19:57 ha scritto:
Sono certo che il coraggioso libro di Socci riuscirà ad aprire gli occhi di chi si lascia incantare da un buongiorno e un buon pranzo. Duemila anni di dottrina non possono essere rottamati da chi ha scambiato la Chiesa per un'ONG atta a risolvere i mali del mondo (povertà, ingiustizia, etc). La Chiesa non deve fare concorrenza alle Nazione Unite o alla CGIL, ma occuparsi della salvezza delle anime.
PAOLO FONTANELLA il 23 ottobre 2014 alle 20:02 ha scritto:
Ma Giovanni XXIII aveva già stroncato questi profeti di sventura ai quali non credeva.
Chissà come è venuto in mente a questo signore di rendere note a tutti queste sue strane idee. Proprio vero che il Vangelo dà sempre fastidio a tutti i miscredenti.
P.F.
Delia Pitto il 24 ottobre 2014 alle 08:31 ha scritto:
Scusate, non ho letto il libro e non lo leggerò. Volevo solo dire che mi sembra scandaloso che un sito serio e al quale ero un po' affezionata come la Libreria del Santo dia spazio a una simile porcheria. Sono delusa.
don marco, marcodosso2014@libero.it il 24 ottobre 2014 alle 09:16 ha scritto:
Il libro di Socci dice solo la verità. Circa le critiche al papa, che qualcuno ritiene blasfeme, ricordo che è addirittura un obbligo sancito per i laici dal canone 212, paragrafo 3, del codice di diritto canonico: “In modo proporzionato alla scienza, alla competenza e al prestigio di cui godono, essi hanno il diritto, e anzi talvolta anche il dovere, di manifestare ai sacri Pastori il loro pensiero su ciò che riguarda il bene della Chiesa; e di renderlo noto agli altri fedeli."
Ernesto Zucchini il 24 ottobre 2014 alle 10:26 ha scritto:
Non sono affatto d'accordo con le tesi, plurale, dell'autore, ma plaudo a voi che ne fate pubblicità e lo avete in vendita lasciando la libertà al lettore di compralo e leggerlo.
Grazie per il Servizio.
Alberto Grassi
Antonio il 24 ottobre 2014 alle 10:43 ha scritto:
Socci non potrà mai digerire un papa che riscopre l'essenziale del Vangelo. Secoli di sovrastrutture ecclesiastiche e disevangeliche avevano fatto trascurare, se non dimenticare l'annuncio e le opere di Gesù il Cristo. Sarà la sua formazione più clericale che cristiana, sarà la caratteristica dei ciellini di cui Socci fa parte, sarà la paura del nuovo(come i farisei e il potere religioso con Gesù), sarà altro a fare esprimere il Socci in codesto libro. A noi papa Francesco dà una carica evangelica, cristiana. E' con il Vangelo che confrontiamo l'attuale papa.
Michela il 24 ottobre 2014 alle 12:58 ha scritto:
...che dire..Ho quasi tutti i libri di Socci e certo, il titolo di questo libro mi spaventa. Molto.
Non sono in grado ancora di dare un mio parere personale perché non l'ho ancora letto. Ovviamente se l autore fosse stato un altro, un non credente, un antichiesa, ma lui.. Quindi il mio primo pensiero è stato: perché? Cosa è accaduto/successo a Socci per scrivere un libro così e quindi manifestare il suo pensiero agli altri? Provocazione? Marketing?
No, non credo...Rimango quindi basita e pensierosa, ovviamente so già di tutte le profezie in merito... Non c è altra soluzione: invocare e chiedere aiuto allo Spirito Santo per tutti noi affinché ci Illumini. Sia fatta la Sua non la nostra volontà.
miuccio il 24 ottobre 2014 alle 13:04 ha scritto:
Credo che il solo insinuare qualcosa sul Conclave sia ridicolo. Si pensi bene al susseguirsi dei Pontefici da Giovanni XXIII a Papa Francesco. Una parola sola Fede e Spirito Santo. Poi il clamore del libro (che io non ho letto) si fa per vendere. Papa Francesco continui nel suo rievangelizzare, perché è questa la vera necessità.
Antonio il 24 ottobre 2014 alle 16:29 ha scritto:
Il signor Toffoli nel commento di ieri difende il libro di Socci dicendo che la Chiesa non è una ONG o la CGL. Certo, lo sappiamo ma sappiamo anche che Gesù è venuto a salvare tutto l'uomo, corpo e spirito, includendo nel popolo di Dio quelli che ne erano stati esclusi o cacciati. La "salvezza delle anime" del Toffoli passa attraverso la salvezza dei corpi, delle persone che Dio ha creato a sua immagine, e che Gesù, il Figlio, è venuto a cercare e a trovare, a raccogliere e medicare, a salvare pagando il prezzo del suo amore che travalica l'osservanza di precetti che spesso sono frutto di ragionamenti umani, non della grazia di Dio.
P. O. il 24 ottobre 2014 alle 17:38 ha scritto:
A mio avviso il libro di Socci è un libello molto superficiale! L'analisi della presunta procedura "illegittima" utilizzata nell'elezione di Papa Francesco è risibile: completamente gratuita l'analisi degli articoli 68 e 69 della Costituzione Apostolica! Anche se le cose fossero andate come Socci le descrive, a mio avviso, l'annullamento del quinto scrutinio e la sua immediata ripetizione sono correttissimi! Infatti la costituzione elenca esplicitamente i due soli casi in cui lo scrutinio non deve essere annullato: quando 2 schede piegate insieme, e pertanto attribuibili ad un medesimo elettore, portino 2 nomi diversi oppure lo stesso nome! Nel primo caso il voto viene annullato, nel secondo caso si conta un solo voto. Ciò che è successo durante il quinto scrutinio, il quarto del 13 marzo, è un caso non previsto e quindi doveva essere annullato! Se non fosse stato annullato ci sarebbe stata una interpretazione oltre la casistica così perentoriamente elencata! In quanto nullo è come non avvenuto e perciò quello "ripetuto" è da ritenersi il quarto della giornata! Mi sembra inutile l'attesa di un'eventuale smentita del racconto dell'autore del libro: chi potrebbe lecitamente farlo credo, cioè il Papà, che non lo farà mai: penso questo perché ho letto il libro di Bergoglio "l'umiltà, la strada verso Dio" : non penso che il Papa vorrà difendersi da tutto ciò l'autore dice contro di lui ed escludo anche che abbia sentimenti negativi contro chi lo denigra! Gli altri cardinali elettori sono legati dal giuramento di segretezza! Se qualcuno avesse invece infranto il giuramento, confidandosi con qualcun altro, avrebbe comunque consegnato allo sfortunato confidente un segreto imbarazzante da custodire severamente, pena le gravi sanzioni ecclesiastiche, che potrebbero essere comminate! Naturalmente osta la misericordia di Papa Francesco! Ci sono delle analogie col più severo segreto confessionale?!
P. S. Per favore lasciate stare C.L. in tutta questa vicenda: non c'entra proprio NULLA! Tra noi Papa Francesco è amato, verenato e seguito!
Marialuisa Giordano il 24 ottobre 2014 alle 19:50 ha scritto:
Una ciofeca...Imparasse a memoria "Tu sei Pietro" Gesù nel Vagelo non dice Tu Antonio Socci! Quando faceva le sue trasmissioni su Radio Maria lo apprezzavo molto, ma mi è bastato leggere il contenuto del libro per dire "Vade retro Satana", è molto facile per il demonio travestirsi da angelo di luce come dice S.Paolo e questo libro ne è la dimostrazione scritta che è molto facile cadere in una crisi di fede e mettere la propria penna al servizio del padre della menzogna...nessun cardinale elettore come ha commentato persino Ruini si è permesso di sostenere simili idiozie, quindi un consiglio a chi lo intendesse comprare: spendete i soldi per le opere di carità...ne avrete merito davanti a Dio!
Al Da il 25 ottobre 2014 alle 03:40 ha scritto:
E' di una tristezza angosciante leggere le stroncature di lettori che il libro nemmeno l'hanno aperto. Questi giudizi temerari che ignorano quasi completamente l'oggetto di ciò che si permettono di definire financo "porcheria" sono inaccettabili, scandalosi e peccaminosi. Oltre ad essere illogici. Se, ad esempio, mi venisse chiesto di giudicare una torta ai cui ingredienti sono allergico, buon senso vuole che io mi astenga dal giudizio, non potendo assaggiare ciò che mi è stato chiesto di valutare. Altrimenti rischierei, offrendo un giudizio negativo(il solo che mi sarebbe possibile esprimere essendo allergico agli ingredienti), che altri si privino dell'assaggio di un potenziale buon dolce, lasciando che i meriti di chi lo ha realizzato rimangano ignoti o peggio travisati. Ora provate a fare il medesimo ragionamento, sostituendo la torta con un medicinale o una terapia e avrete chiare le possibili conseguenze di una tale azione aprioristicamente denigratoria. Inoltre davvero risultano patetici giudizi di quanti si trincerano dietro presunti e leggendari divieti di discutere con garbo e filiale amore il comportamento del Santo Padre. Ratzinger stesso trova risibile e destituita di fondamento la teoria secondo cui il Papa verrebbe scelto dalla Spirito Santo, cosa che renderebbe impossibile un efficace esercizio del libero arbitrio di ognuno, cardinali compresi. Gesù semplicemente assicura ad ogni Pontefice validamente eletto l'infallibilità riguardo a contenuti di fede e morale. Ed essendo l'organizzazione del Conclave gestita da uomini, non da angeli, è semplicemente assurdo che si escluda a monte la possibilità che essi possano sbagliare anche solo nel seguire le procedure stabilite dalle Costituzioni vigenti. E se tali infrazioni dovessero venir commesse, semplicemente, come qualsiasi altro atto, comporterebbero delle conseguenze. Perciò le preoccupazioni avanzate da Socci e la loro sua scrupolosa disamina non sono solo da considerarsi opportune e degne di rispetto ma il palesarle dovrebbe anzi risultare un imperativo categorico di qualsiasi RETTA coscienza. Mi rivolgo quindi agli appartenenti delle sette di adoratori del Vicario di Cristo(nuovo vitello d'oro) e ai frequentatori di parrocchie, come fossero dei circoli di bingo: leggetevi con più attenzione e devozione(possibilmente le stesse che dedicate all'ascolto del vostro idolo pop Francesco)il Vangelo e il Catechismo altrimenti mi tocca prendere atto che l'aria fresca che percepite sia in realtà l'aria fritta il cui olezzo la Chiesa è purtroppo abituata a sopportare dalle bocche degli eretici e dei miscredenti di ogni tempo, questi soprattutto.
Brunengo il 25 ottobre 2014 alle 22:23 ha scritto:
Ho letto il libro di fronte a un titolo cosi eclatante.
Mi ha fatto male leggere le considerazioni, i ragionamenti, le affermazioni di Socci.
Spero solo che non sia occasione di scandalo: non si può pensare che tutti siano preparati ad affrontare argomenti che qui sono affrontati in una logica da addetto ai lavori.
Ma sono argomenti da "studiosi" che potevano essere trattati negli ambienti a ciò preposti. E poi come a far passare l'idea che quello che fa Bergoglio, vista la nullità dell'elezioni dichiarata in modo chiaro ( se era una domanda non era questo il modo di porla), sia contrario alla Chiesa....
Entro nel merito di una sola questione: la libertà di coscienza portata a motivazione della validità di questo libro viene giustificata riferendosi anche a S. Caterina: ma quella si riferiva a comportamenti e azioni non consoni al ministero.
Voglio amare la Chiesa, questa Chiesa,e papa Francesco, nei suoi comportamenti evangelici, mi è di grande aiuto !
Antonio il 27 ottobre 2014 alle 18:54 ha scritto:
Spettabile libreria del Santo,accettare di vendere il libro di Socci mi stupisco di voi.
Socci le sue idee se li puo tenere per se. Questo sue idee vuol dire essere contro la chiesa e contro il Papa,il vicario di Cristo in terra.
Andrea Montanari il 28 ottobre 2014 alle 11:31 ha scritto:
Non ho letto il libro, ma ho letto, purtroppo, la lunga e dettagliata presentazione delirante fatta da Socci stesso. Ho pensato a S.Paolo prima della conversione, ai sadducei...agli zelanti della Legge, non a caso nemici e assassini di profeti. Mi è venuto anche il dubbio che Socci abbia utilizzato un ghost writer, forse Roberto Giacobbo. E' anche chiaro che oggi pur di farsi pubblicità si può parlar male della propria madre. Sono d'accordo che è meglio dare in beneficenza il prezzo del libro.
Al Da il 28 ottobre 2014 alle 15:20 ha scritto:
Adesso però basta con ste fregnacce di commenti. Dimostrate solo di essere "talebani" arroganti e ignoranti. Socci è libero, secondo coscienza, di scrivere ciò che desidera. Non certo a me o ad altri che non siano il Signore dovrà rendere conto. Il libro è equilibrato nel linguaggio, pacato nei toni ma anche scrupoloso nella trattazione e risoluto nell'intento di dare testimonianza alla Verità. I contenuti sfido chiunque a negare che siano quanto di più oggettivo si possa dire sull'argomento. Il Papa è Servo dei servi di Dio, non un imperatore alle cui opinioni e atteggiamenti nessuno può obiettare. Del resto è Francesco stesso il primo, a parole, ad apprezzare critiche costruttive piuttosto che applausi ad ogni piè sospinto e squallide tifoserie da stadio. Tutti si permettono di trattarlo come un idolo qualsiasi, portando le magliette e vari altri indegni gadget col suo volto, sminuendo nei fatti la dignità e l'autorevolezza immensa insita nell'ufficio e NON nella persona che lo ricopre. Inoltre gli appartenenti alla setta di novelli papalini si chiedano piuttosto se sia il loro di comportamento a danneggiare nei fatti l'autorevolezza di Papa Francesco. Fatevi un esame di coscienza tutti voi che sapete soltanto portare il cervello all'ammasso e scagliarvi come bestie su chiunque decida di belare fuori dal vostro coro, non di pecore ma di pecoroni che di cristiano hanno davvero poco, se non il nome. Per concludere il libro di Socci è degno di essere letto. Alcuni contenuti sono opinabili ma non fuorvianti(altri invece, fatevene una ragione, sono documentati da FATTI). Fuorviante è semmai il comportamento di quanti per difendere il loro idolo sono pronti a sbranare con inaudita cattiveria coloro che sono sotto la sua (del Papa) custodia. Ricordate che quanti hanno fino ad ora espresso PERPLESSITA' (MAI GIUDIZI) su alcuni comportamenti e alcune parole del Santo Padre non si sono mai permessi di insultare e aggredire verbalmente nessuno, tanto meno Papa Francesco. A differenza di alcuni VERI e PATETICI denigratori.
Padre Maurizio Picchedda il 28 ottobre 2014 alle 21:07 ha scritto:
Che dire un libro che si fonda su una tesi impossibile da dimostrare. Questo libro è una sorta di Codice da Vinci. Un libro per lucrare sull'ignoranza altrui.
Fausto Sichi il 29 ottobre 2014 alle 11:29 ha scritto:
Che paura avete, voi che neppure volete leggere e che giudicate? Se siete così certi di conoscere il fondamento della nostra fede - che non è basato sul VOLEMOSE TUTTI BENE, ma su QUELLA VERITA' CHE I MARTIRI HANNO CONFESSATO FINO ALLA MORTE - dovete solo attendere che il Papa si pronunci sui DOGMI E SUI COMANDAMENTI, come dovrà fare presto - vedi famiglia ed adulterio. Se, in nome di un presunto amore per l'uomo, farà COMPROMESSI cambiando queste verità scritte nel Vangelo, visto che il PAPA E' INFALLIBILE PER DOGMA, vorrà dire semplicemente che non è un Papa. E in questo libro avremo trovato la spiegazione tecnica di quanto è successo. Altrimenti il libro resterà comunque una indicazione che risponde proprio alle richieste del papa: un aiuto e sostegno - perchè anche la critica è sostegno e aiuto - alla sua guida pastorale. Dobbiamo solo aspettare e pregare, come ci dice costantemente Mamma Maria.
Un utente il 16 novembre 2014 alle 06:46 ha scritto:
Terminato di leggere. Cosa dire? Inaccettabile. Argomentazioni spurie dettate dal desiderio di gettare fango sul pontefice e sulla Chiesa, visione ecclesiologica tra la superficialità e la banalità, fondamenti teologici inaccettabili. Il libro non è davvero degno di essere letto! Che squalificazione dell'intelligenza umana!!! Cosa può arrivare un giornalista pur di far soldi: ma chi lo sostiene? che squallore...
Paolo Lacatena il 17 novembre 2014 alle 17:04 ha scritto:
Socci ha aperto una breccia nel muro di banalità conformistiche che era stato eretto intorno a questo nuovo Papa, ed ha avuto molto coraggio. Libro consigliato a chi ha la capacità di dare un senso alle cose. Chi vuole ancora credere alla fiaba dei due Papi che saltellano gioiosi mano nella mano su un sentiero di petali e conducono l'umanità verso un futuro radioso, ignorando la rovina che si sta consumando, continui pure a leggere i soliti stucchevoli giornali di partito.
Roberto il 19 novembre 2014 alle 11:20 ha scritto:
Rimango perplesso e sconcertato dai commenti espressi da parte di persone che, lo si capisce chiaramente, non hanno nemmeno letto il libro. Certamente non è un libro per tutti, soprattutto non è un libro per chi si rifiuta di guardare in faccia la realtà delle cose. Si può non essere d'accordo con tutto ciò che Socci scrive (personalmente trovo poco consistenti le ipotesi di invalidità dell'elezione, oltre ad altre questioni riportate nel libro), ma non si può non essere d'accordo sui fatti e sulle oggettive contraddizioni che caratterizzano questo papa. A meno che uno non sia fortemente ideologizzato per cui la propria ideologia vale più dei fatti oggettivi. Invito pertanto queste persone non solo a leggere il libro di Socci senza pregiudizi ma a leggere attentamente anche gli interventi e le omelie del papa a Santa Marta e ad informarsi bene sui ciò che sta accadendo nella Chiesa. Essere perplessi e critici su alcuni atteggiamenti e parole del papa non significa non rispettarlo e non amare la Chiesa, soffrire per essa e pregare per essa!
Una mamma il 21 novembre 2014 alle 15:48 ha scritto:
Ringrazio con tutto il cuore Antonio Socci per il suo amore alla Chiesa e la sua passione per la verità.
Antonio il 2 gennaio 2015 alle 10:28 ha scritto:
Questi attacchi sono la dimostrazione che papa Francesco sia un grande papa e che dia fastidio a molti potenti dentro la chiesa. Mi spiace che la libreria del santo abbia dato spazio a questo giornalista a servizio di qualche potente che teme il Santo Padre.
Francesco Agostino Fassi, francesco.fassi2013@gmail.com il 7 settembre 2016 alle 22:28 ha scritto:
Io ho acquistato il libro. A prescindere dal fatto che non ho terminato la lettura faccio solo una considerazione che mi è venuta in mente successivamente grazie ad un sacerdote. In passato le persone si sono fatte sante ascoltando la Santa Madre Chiesa senza sapere né che cosa il papa diceva come magistero né cosa non diceva; nemmeno i suoi pensieri privati o pubblici; neanche le sue idee proposte come teologo privato in un senso o nell'altro; nemmeno i suoi dogmi quando si esprimeva ex cathedra o non si esprimeva; ma bensì si preoccupavano di essere in grazia di Dio e di confessare i propri peccati pensando al giorno in cui si sarebbero presentate al cospetto di Dio. Quindi benedico la Santa Ignoranza di cosa fa o non fa il papa. Tanto Dio non mi chiederà se io sapevo che il papa di turno era idiota o saggio, non mi chiederà se sapevo ogni grado di autorevolezza del suo magistero, non mi chiederà se sono stato bravo a giudicare se il papa aveva ragione o torto quando ha detto che bisogna fare la pipì da destra verso sinistra mentre si è al gabinetto, scrivendo sui forum Internet la nostra fede personale umana nella sua santità o nella sua eresia facendolo santo o eretico: credo che ad un semplice fedele di Santa Chiesa Cattolica come il sottoscritto Dio chiederà se sapeva il Nome del Papa (basta andare a Messa per sentirlo) e se pregava per lui in parole e sacrifici(penitenza) sperando contro ogni speranza che egli(il papa) faccia la volontà di Cristo per la Chiesa di Cristo (non del papa) e di amarlo lo stesso nei pochi fatti che si vengono a sapere di lui secondo ciò che la divina provvidenza stablisce che noi sappiamo del papa, nel bene e nel male, gioendo quando ne parlano bene secondo verità, soffrendo interiormente quando ne parlano male, diffidando per presunzione di innocenza dalle cose cattive che vengono dette nei suoi confronti, disposti infine a farsi dare dei superficiali da chi è più impegnato nel divorarlo con pensieri, parole, opere dimenticando la carità verso Dio e il prossimo, e degli scomunicati da coloro che devono trovare da un colpo di tosse durante la messa un motvo per farlo santo a tutti costi per il loro papismo. Francesco sarà eretico, sarà santo? Io l'amo e spero che si faccia santo con l'aiuto di Dio secondo il grado di santità che Gesù ha stabilito per lui. Che fine farà? La santità è percorso di tutta la vita, non di un anno, due, tre o tremila di pontificato: sia quel che sia, spero santo. Intanto è meglio che penso per il futuro se acquistare altri libri sulla presunta santità o non santità del papa sia un modo corretto di spendere i soldi per Dio e per il prossimo. A ognuno il suo uso della coscienza in merito alla questione. Non si può tornare indietro, ma ora non li avrei spesi perché ormai so che il capo primo ed ultimo della Chiesa (Alfa e Omega) è Cristo e che il vicario di Cristo è tanto vice e poco vicario (poco capo visibile) chiunque egli sia sia, santo proclamato o contraddittorio. Ciò che mi chiedera Gesù sarà se sono stato fedele a Lui(Cristo) e al suo Corpo Mistico, cioè la sua Chiesa, tempio dello Spirito Santo, Popolo di Dio, Sposa di Cristo e se sarà stato diligente a capire che il fedele deve fare il fedele, il teologo il telogo, il sacerdote il prete, il vescovo l'episcopo, il cardinale il cardinale, il papa il servo dei servi di Dio e che non sia capitato che io abbia preso a fare il teologo, quando non lo sono, il prete quando non sono stato ordinato nel sacramento dell'ordine, il vescovo senza la consacrazione episcopale, il cardinale senza la nomina papale ed infine il farmi papa contro il papa. Lo stesso numero di parole che un fedele utilizza contro od a favore del papa possono essere altrettante preghiere per lui con Cristo Capo nella propria testa, nei propri pensieri ed il cuore Immacolato di Maria nel proprio cuore e i soldi risparmiati dall'acquisto di certi libri fondi per la Chiesa e il povero. Lascio a chi vuole fare l'intelettualoide scritti sul papa regnante, a chi vuole fare il paladino del papa dimenticandosi nel contempo di dover prima essere paladino della Santa Chiesa, a chi vuole sentirsi con la coscienza a posto di avere la santa dottrina (o Sacra Tradizione nel cuore) riducendo il cattolicesimo ad un'idea appresa sui libri più che l'essere guidati dallo Spirito Santo verso la santità e alla patria Celeste nella via della croce. W La Santa Chiesa Cattolica e il Santo Papato, a prescindere dalla santità dei membri della Chiesa stessa o della persona del papa. Infine i cori da stadio e il lancio vicendevole di scomuniche lasciamoli ai luoghi appropriati per questo.