La vita interiore dello spirito non si esaurisce nell’ambito della conoscenza intellettuale e della bontà morale, ma comporta l’accettazione di qualcosa che supera le nostre possibilità conoscitive ed emotive: il mistero. Il riconoscere ed accettare la nostra pochezza, rinunciando alla pretesa personale di sapere tutto e volere l’ottimo, è l’attimo primordiale della religiosità. I cristiani vivono nel mondo senza discostarsi dagli altri uomini, ma sono come l’anima nel corpo (Lettera a Diogneto, cap.V). L’essenza della loro scelta è il mistero, quale ricerca e accettazione di ciò che trascende le nostre possibilità umane. Non si può infatti pretendere di farci un Dio a nostra somiglianza e del tutto intellegibile. Anche se creati ad immagine di Dio, c’è un abisso tra noi e il creatore: il ponte di congiunzione tra le due sponde, cioè la rivelazione divina, non impedisce, guardando nel profondo mentre lo attraversiamo, il capogiro della ragione, cioè l’accettazione del mistero . C’è chi rifiuta ciò che la ragione non riesce a comprendere: è un atteggiamento pregiudiziale che impedisce alla luce della fede di venire in aiuto alla luce della ragione. Tutte e due sono luci, ognuna investigando nel proprio campo, e le loro autonomie non tolgono niente alla loro solidarietà! La Luce della fede non snatura la luce della ragione, ma la rende capace di formulare nitidamente una risposta a difficili domande che riguardano il senso della nostra vita. Un ipotetico conflitto tra fede e ragione, tra scienza e religione, è uno stimolo ad approfondire ciò che a volte per intere generazioni è rimasto insoluto. La ragione non è in grado di conoscere la realtà nella totalità dei suoi fattori. Questa “malinconia” della scienza non compromette il suo prezioso ruolo: “Cerchi e penetri con i limiti della mente i segreti della natura e scopri che, dietro tutte le discernibili concatenazioni, rimane sempre qualcosa di sottile, di intangibile e inesplicabile. La venerazione per questa forza, al di là di ogni altra cosa che noi possiamo comprendere, è la mia religione. A questo titolo io sono religioso (Brian, Einstein life, 1996). La percezione del Mistero nasce proprio da questa costante insoddisfazione: Einstein prima di morire disse: “Se non si ammette l’insondabile mistero non si può nemmeno essere uno scienziato” (Corriere della sera, 1955). Il viaggio tra scienza e mistero è forse la più ardita ed emozionante avventura della mente umana. La vita inoltre è costellata anche di eventi “casuali” dei quali la ragione non potrà mai spiegare la causa: una casualità che per un cristiano può rappresentare anche una grazia piovuta