Tu sei qui: Libri › Biografie e memorie › Biografie › Rosso è il cammino. Un'autobiografia militante
Rosso è il cammino. Un'autobiografia militante
EAN 9788899641917
Normalmente disponibile in 2/3 giorni lavorativi
CHI HA ACQUISTATO QUESTO PRODOTTO HA SCELTO ANCHE
DETTAGLI DI «Rosso è il cammino. Un'autobiografia militante»
Tipo
Libro
Titolo
Rosso è il cammino. Un'autobiografia militante
Autore
Santarelli Pino
Editore
Bordeaux
EAN
9788899641917
Pagine
284
Data
gennaio 2019
COMMENTI DEI LETTORI A «Rosso è il cammino. Un'autobiografia militante»
LIBRI AFFINI A «Rosso è il cammino. Un'autobiografia militante»
LIBRI AFFINI DISPONIBILI USATI
REPARTI IN CUI È CONTENUTO «Rosso è il cammino. Un'autobiografia militante»
Qui trovi riportati i commenti degli utenti di LibreriadelSanto.it, con il nome dell'utente e il voto (espresso da 1 a 5 stelline) che ha dato al prodotto.
I commenti compaiono ordinati per data di inserimento dal meno recente (in alto) al più recente (in basso).
Stefano De Stefano, stedes28@gmail.com il 3 settembre 2023 alle 14:52 ha scritto:
Che questo libro sia “un godibile racconto su Roma”, come scrive nella prefazione il prof. Portelli, ci si può stare ma che possa costituire un esempio di “cammino rosso” come recita il titolo, mi sembra molto opinabile. Tanto per cominciare, il lavoro. Da p. 113 in poi veniamo edotti su come il protagonista sia stato assunto al Policlinico Umberto I: puro clientelismo solo che di marca PCI e non DC ma uguali come due gocce d’acqua. Alla faccia di tutti quei giovani, proletari e non, che un lavoro se lo sono dovuto conquistare con le unghie e con i denti. Borgate? Proprio negli anni ’60 e ’70, all’acquedotto felice, quindi non lontano dai luoghi del nostro protagonista, prendeva corpo l’esperienza della “scuola 725”, attività educativa gratuita con i figli dei “borgatari” condotta da un sacerdote che da molti, allora, fu tacciato di essere filocomunista: Roberto Sardelli. Lo trovate nelle esperienze del protagonista? Non pervenuto, nemmeno per sentito dire. Mentre sono ben presenti altre esperienze un tantinello poco edificanti per essere riferibili all’orizzonte comunista, vedi “er cleb”. Infine l’apoteosi di p.234, ove la quintessenza dei dirigenti “rivoluzionari” dei gruppi sessantottini trova espressione nella vespa che sfreccia sulla Colombo. Tutto ciò è criticabile? Assolutamente no, anzi ,fortunato il protagonista che ha vissuto quelle esperienze ma lasciamo in pace il comunismo, per favore!