I lettori della nostra rivista conoscono il prof. Salvatore Li Bassi attraverso la presentazione del suo libro sull’angelico giovane, ora venerabile, fr. Luigi Lo Verde (1910-1932), intitolato Nostalgia di Dio (cf. MF 102 [2002] 449-450). Oltre a opere a carattere “religioso” come questo sul Ven. Lo Verde, Li Bassi ha al suo attivo, lavori di poesia, di teatro, di saggistica. Non vorrei sbagliare, ma ho l’impressione che la produzione letteraria a sfondo religioso superi il resto delle opere dell’illustre professore. Nella valutazione del noto critico letterario siciliano prof. Giuseppe Cottone († 2009) «I libri “religiosi” di Salvatore Li Bassi sembrano tutti uguali, quasi una ripetizione l’uno dell’altro nella forma della confessione e della preghiera come modulo che non varia nelle parole, ma varia invece nella passione che l’autore vi imprime alla circostanza che le suscita» (G. COTTONE, Salvatore Li Bassi alla Poesia alla Grazia, Palermo 2002, p. 7).
Un giudizio che, mi pare, non faccia una grinza. Laico, discepolo del p. Matteo La Grua, sul quale ha scritto un’interessante biografia (2013), impegnato da tempo a diffondere la parola di Dio specialmente con gli scritti, i suoi numerosi libri religioso-sociali recano il timbro di una fede incrollabile che ne vivifica l’ardore apostolico. Come in altri libri, anche in Vivere secondo lo Spirito Salvatore Li Bassi, nell’esporre il suo pensiero, non segue un procedimento organico. Tocca però i tasti più dolenti dell’uomo ferito dal peccato e lontano da Dio, al quale s’indirizza con i suoi scritti nel desiderio di ricondurlo a Dio Padre, che lo attende, come nella parabola evangelica del figliol prodigo.
Le riflessioni del libro, piuttosto brevi, sono talora autobiografiche. Nel paragrafo La mia esperienza di fede confessa: «A volte mi chiedo che senso avrebbe la vita se tutto finisse con la morte. Invece è bello saper che la morte vincerà la morte, perché porta con sé i germi dell’eternità» (p. 79); altrove aggiunge: ma quanti ostacoli «nel cammino della fede! Bisogna vigilare, stare ai piedi di Gesù e lasciarsi coprire dal manto di Maria, per non essere sopraffatti dalle tentazioni. Non mancherà mai la notte della vita, verranno i momenti bui, ma chi ci potrà fermare, se guarderemo a Colui che rischiara il giorno?» (p. 33). «Vivere serenamente spesso dipende da noi, solo da noi. Se freniamo gli istinti, se rinunciamo al piacere per il piacere e coltiviamo la purezza, siamo in pace con noi stessi e la nostra coscienza. La purezza è la nostra forza, irrobustisce l’anima, risana il corpo e affina lo spirito» (p. 15).
Altro frequente tema di riflessione proposto da Li Bassi è il peccato, il vero nemico dell’uomo: «Oggi tutto sembra lecito, si può fare quello che si vuole. Non ci sono regole da rispettare, come se non si dovesse mai rispondere a nessuno, neppure a Dio. La vita è disprezzata, la morte terribilmente temuta. La sofferenza è solo un fatto personale. La guerra travolge uomini e cose, non conosce né donne né bambini» (p. 49). «A volte siamo caduti così in basso, siamo divenuti prigionieri dei nostri vizi in modo così grave che non riusciamo a venirne fuori» (p. 85).
«Gesù si prende cura di noi sin da quando siamo nati. Ha un progetto ben preciso: guidarci verso la salvezza eterna. A volte pensiamo che è con noi, solo quando siamo nella gioia e, invece, non sappiamo riconoscerlo quando siamo nel dolore. Eppure ci dà una forza straordinaria» (p. 105).
Il cammino verso la salvezza è difficile. C’è la voglia di cercare il Signore, ma il diavolo è sempre all’erta. I pericoli sono tanti e talora così gravi, che uno, scoraggiato, si volge indietro. Proprio a costui l’A. indirizza il pressante incitamento:
«Coraggio, amico mio! Riprendi il cammino della purificazione, evita le pietre appuntite che trafiggono i tuoi piedi, cerca una strada agevole, stai attento a non cadere. Se cadi, non troverai facilmente qualcuno che ti rialzi. Deciditi ora, non andare verso la rovina, torna indietro, vai dal Signore, chiedi il suo aiuto, ed egli ti verrà a salvare» (p. 57). E ancora: «Rinfrancati, alzati, il Signore è con te, sarà sempre dalla tua parte. Anche se tu fossi il più grande dei peccatori, l’ultima creatura da salvare. Egli ti cercherebbe ovunque, perché non può fare a meno di amarti. Il suo cuore ansima per te ed è in pena per la tua anima» (p. 58).
Si potrebbe continuare, ma voglio terminare con un cenno all’esemplare vita coniugale dell’A., già felice con la sua Laura, ora tornata al Creatore. Li Bassi torna spesso nei suoi libri a parlare della dolce compagna della sua vita in specie quando subentra il peso della solitudine: «Dove sei, amore mio? Dimmi una parola, una sola. Fammi una carezza e salterò di gioia. Stammi vicino, asciuga la mie lacrime, Fammi sentire il tuo respiro. Io muoio ogni giorno, come le cose, senza di te. Il tuo amore mi è rimasto dentro per sempre. Faccio fatica, davvero, ad andare avanti. Solo Dio mi tiene in piedi» (pp. 49-50).
La dolorosa perdita dell’amata sposa lo induce a raggiungerla con la mente: «Mi chiedo spesso che cosa faccia in questo momento la mia Laura, dove si trovi, se mi pensa, mi vede, mi cerca… Ho bisogno di sapere se posso contare sulle sue preghiere. Sono rimasto solo, in questa casa vuota, a contare i miei giorni, a sentire il peso degli anni, a portare il legno della croce. Se il cielo è nell’anima, Laura è con me, vive dentro di me, ha il mio stesso respiro. Ci siamo promessi amore eterno: Che meraviglia!... “Ti ho amato, ti amo e ti amerò per sempre”, così mi ha detto prima che partisse per il cielo. Che bellezza!... Parole che mi sono rimaste conficcate nell’anima» (p. 43).
È questo lo stile del nostro esimio professore. Dagli alti e bassi delle sue esperienze personali egli trae lo spunto per intavolare un discorso di fede sui grandi temi che riguardano l’uomo il suo rapporto con Dio, la vita e la morte, le relazioni con il suo simile, il suo destino: il tutto espresso con un linguaggio nitido, cordiale e amorevole, che affascina il lettore. Sono i pregi che ho potuto apprezzare anche in questo volume Vivere secondo lo Spirito, amichevolmente a me donato dall’A., e qui brevemente presentato, al quale, per il bene che certamente farà, auguro la più ampia diffusione.
Tratto dalla rivista "Miscellanea Francescana" n. I-II/2018
(http://www.seraphicum.com)
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