I folli di Dio
-La Pira, Milani, Balducci e gli anni dell'Isolotto
(Parole per lo spirito)EAN 9788892219663
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DETTAGLI DI «I folli di Dio»
Tipo
Libro
Titolo
I folli di Dio - La Pira, Milani, Balducci e gli anni dell'Isolotto
Autore
Mario Lancisi
Editore
San Paolo Edizioni
EAN
9788892219663
Pagine
224
Data
maggio 2020
Peso
249 grammi
Altezza
21 cm
Larghezza
13,5 cm
Collana
Parole per lo spirito
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Mario Cutuli il 12 novembre 2020 alle 15:56 ha scritto:
Mario Lancisi e quei "Folli di Dio"
Quando la follia è sapienza
Fu una stagione di grandi e rivoluzionarie trasformazioni socioeconomiche che cambiarono profondamente l'Italia da poco uscita da una guerra che l'aveva distrutta materialmente e moralmente dopo gli anni neri della dittatura, quella che fa da scenario al volume di Mario Lancisi "I folli di Dio" di recente proposto dalle Edizioni Paoline. Gli anni nei quali, «nel bene e nel male si è fatta la Repubblica italiana nata qualche anno prima», scrive nella presentazione del testo Massimiliano Patasini, per guadagnare gradatamente una propria identità politica e consolidare le riguadagnate istituzioni democratiche.
L'indiscusso merito del libro, che copre un arco temporale che va dal 1938 al 1968, è quello di riuscire a coniugare, attraverso una ricostruzione «ragionevole e ragionata», anche se «frammentaria e parziale», come lo stesso Lancisi precisa, il racconto della storia nazionale e quello delle storie locali per restituire un'immagine sempre più nitida dell'Italia nel Novecento.
Una stagione densa di importanti e complessi fermenti che fecero da lievito ad altrettanti fenomeni che negli anni Sessanta caratterizzarono la società, la politica italiana e la stessa storia della Chiesa, nel turbinio di fortissimi contrasti ideologici e politici, come quelli tra la Dc e la sinistra e di diversi, talora anche cruenti, attentatati terroristici.
Pagine di autentiche e dense pennellate di appassionata conoscenza di «un’epoca confusa e violenta» che Lancisi rivisita attraverso gli occhi di “Folli” di Dio, che dimostrano quanto sia vera la convinzione di San Paolo apostolo, «Quello che è stolto per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i sapienti», indispensabile, commenta, «per comprendere la follia sotto l’ottica della sapienza.»
Il lavoro di Lancisi, un vero viaggio nel passato che sa ancora molto di presente, ricostruisce senza cadere in una, pur importante biografia, le vicende di quei “Folli”, di quelle figure straordinarie, coraggiose e combattive, controcorrente, “rivoluzionarie”, insormontabili per i valori cristiani dei quali erano detentori. Un “esercito” di uomini e donne, molti dei quali sconosciuti che, ognuno con i propri mezzi, lavora ad un
progetto di pace, accomunati, leggiamo nel testo, da un unico grido: «No allo sfruttamento dei poveri, all’ingiustizia sociale, all’economia senza il soffio vitale del Vangelo.»
E’ in questa prospettiva che può essere collocata la loro testimonianza sulla giustizia, non tanto come unico tema tra i tanti coniugabili, ma come genuina qualità del vivere umano. Lungo questo filo conduttore, Lancisi rivisita le vicende di don Lorenzo Milani, il priore di Barbiana, emblema di riferimento nel dibattito italiano sulle virtù civili e sulle riforme educative, per il quale la giustizia è un valore che crea dignità; un “folle” che - «mi ha cambiato la vita», confessa Lancisi dopo aver letto “Lettera ad un professoressa”.
E poi di Giorgio La Pira, uomo della Costituente, relatore decisivo dell’articolo 2 che garantisce “i diritti inviolabili dell’uomo”, e successivamente sindaco, il “sindaco santo” di Firenze, di padre David Turoldo, la “coscienza inquieta della Chiesa”, con la sua concezione quasi spirituale della fabbrica intesa non come proprietà privata, ma come valore per tutti, critico verso la “Democrazia Cristiana” restia ad “aprire” ai socialisti, costretto dalle gerarchie ad un penoso e continuo esilio in Baviera, in Canada, a Londra…
Nomi che comprendono anche quelli di padre Vannucci e don Ernesto Balducci, l’“uomo planetario”, lo definisce Lancisi, condannato per apologia di reato per aver difeso, come don Milani, il diritto all’obiezione di coscienza, di don Giulio Facibeni, “il povero facchino della Provvidenza Divina”, come egli stesso si definiva, di don Renzo Fanfani, il “prete operaio” che lavora in fabbrica anche dopo l’ordinazione, fino al cardinale antifascista Elio Dalla Costa, capace di chiudere le porte della Curia a Mussolini e al Führer, in visita a Firenze. Fino a don Piero Mazzi, “il prete del dissenso”, rimosso dalla sua parrocchia nel 1968, per aver dato la sua solidarietà agli operai che avevano occupato il duomo di Parma, prima di guidare la comunità del popolare quartiere fiorentino dell’Isolotto, al centro di un caso che riempì le cronache del tempo. Fino ancora ad Anna Meucci e Mario Gozzini, il cattolico che rivoluzionò il carcere, per essere stato l’ispiratore della legge che porta il suo nome.
Ripensando al suo lavoro Lancisi confessa di essersi sentito «fortunato in quella sera di fine luglio quando, rovistando tra le mie carte e le mie vie, mi è stato chiaro che i "Folli di Dio" mi hanno indicato che un’altra Chiesa e un altro mondo sono possibili». Ed ha ragione, se si pensa che la sua unica ambizione «è quella di un racconto in cui la passione per Dio e per l’uomo, cielo e terra, si intrecciano e si fondano nella “follia” di un’umanità senza aggettivi, bandiere, ideologie e patrie». Un racconto, conclude Lancisi, il cui messaggio è rivolto soprattutto ai giovani, ma «senza la presunzione di suggerire una strada, un modello, bensì proponendo loro di cercare il senso della vita nella spiritualità e nella ribellione sociale intesa come amore per la giustizia».