La liturgia della chiesa nell'epoca della secolarizzazione
(Saperi)EAN 9788889756591
Sbrigativamente liquidata come una questione puramente “formale” o “di lingua”, la valorizzazione della liturgia tradizionale è un punto che da decenni investe la Chiesa: già prima del Concilio Vaticano II, infatti, alcune frange progressiste, supportate da una cultura laica e laicista (la stessa che adesso attacca il motu proprio Summorum Pontificum), chiedevano una traduzione del messale. Si arrivò al nuovo messale, che però non si limitò a tradurre quello precedente, ma lo modificò completamente, tra l’altro abolendo di fatto il latino (ma non, stranamente, le parti in greco e in ebraico, quasi che ai fedeli fosse più comprensibile il significato di “Kyrie eleison” che di “Deo gratias”).
Roberto de Mattei ripercorre le vicende che portarono al cambiamento, sottolineando come i primi avversari dell’uso del latino siano sempre stati i protestanti, nemici di quella visione “verticale” (simbolizzata anche e soprattutto dall’altare tradizionale) e favorevoli ad una visione “orizzontale” (che trova un suo corrispettivo nell’altare moderno, mutuato dalla tavola eucaristica luterana – ma l’intero Novus ordo Missae nacque per favorire una forma di incontro liturgico con i non cattolici, riuscendo, di fatto, solo provocare una frattura interna al cattolicesimo): una visione “orizzontale” che ha quasi necessariamente consentito una serie di abusi che sarebbero stati impensabili con il vecchio rito.
Sono i risultati della “svolta antropologica” della nuova teologia, quella che preparò il Vaticano II e ne gestì l’applicazione. È l’inversione del rapporto tra lex credendi e lex orandi (in una visione corretta, è quest’ultima a dover discendere da quella e non viceversa), è la desacralizzazione del rito – che passa necessariamente attraverso l’abolizione del latino – con la colpevole rinuncia a ogni forma di trascendenza che ha gli stessi presupposti dell’apertura a sinistra che non interruppe la persecuzione comunista del cattolicesimo e favorì la migrazione dei cattolici verso il comunismo.
Certo, il nuovo rito è più comprensibile: ma dato che la messa non è una conferenza o uno spettacolo, l’importante è comprendere l’essenza (e non la forma) del sacrificio eucaristico e parteciparvi interiormente e non mediante canti o gesti esteriori.
Tratto dalla rivista Radici Cristiane n. 44 - Maggio 2009
Sono raccolte in questo agile libretto tre conferenze dell'autore, docente di Storia del Cristianesimo e della Chiesa presso l'Università Europea di Roma, che riguardano il tema della liturgia. Se il Papa ha affermato che «la crisi ecclesiale in cui oggi ci troviamo dipende in gran parte dal culto della liturgia», questo lavoro può sostanzialmente aiutare i cattolici a prendere atto dell'importanza decisiva, tanto per la loro fede quanto per la Chiesa tutta, della liturgia, preghiera pubblica della Chiesa, anch'essa minacciata da un processo di secolarizzazione.
Tratto da Il Timone n. 84 - anno 2009
(http://www.iltimone.org)
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