presentazione
Il diario di Paola
Una luce diffusa arriva dal giardino. Si distribuisce nell'aria, tra buoni profumi, si ferma sulle pareti, tra quadri ben scelti. E un piccolo mondo, quel mondo che filtra con tutto quello che c'è, con tutto quello che riesce a passare: la visita di un amico e il saluto quotidiano di un pioppo, la compagnia della musica e quella delle sue rose che si lasciano intuire. Dal letto di Paola questo si può vivere. La malattia, nel tempo, le ha frenato i movimenti fino a fermarli: non contenta di starle vicina, le si è distesa addosso, come una rete senza smagliature.
Dov'è la vita? Dove soffia il suo vento, dove vive il suo senso? Gli occhi di Paola hanno cercato risposte trasmettendole alla sua voce. Oggi che la sua voce si è ritirata, diventando respiro, quegli occhi si confessano nelle sue parole.
In questo libro Paola non cerca la ragione del dolore. Ragione è il suo impegno quotidiano di starci, di esserci, di urlare, di accettare e, quando possibile, anche di accogliere. Le sue poesie riescono a dire tutto questo, scrivendo in versi il diario di una coabitazione senza alternative, di una strettoia inevitabile e faticosa, dalla quale, però, la vita filtra, la vita sboccia, specie quando la accompagnano gesti di amore.
Nel libro accanto a varie poesie troverete i disegni di Richard, il marito di Paola.
Nessun'altra parola serve di corredo. Il resto è poesia, poesia che resta addosso, voce di una indefinibile verità.
La Fraternità di Romena
Paola Nepi nasce a Montevarchi il 5 maggio del 1942. Cresce in una famiglia operaia insieme a una sorella. Già a 9 anni comincia a fare i conti con la distrofia muscolare. Bella e trasgressiva, la sua voce e il suo canto emergono libertari e struggenti. La malattia non le permette di finire gli studi; gli amici, i viaggi, le letture sono la sua scuola, le sue fonti. Ma Paola possiede in sé un'altra scuola quella del dolore, della solitudine, che mai lascia trasparire fuori di sé.
Innamorata da sempre di tutta la musica e la poesia, per un periodo si dedica alla ricerca delle tradizioni popolari e contadine. La sua poesia rievoca così sia il linguaggio dei nonni sia la conoscenza dei cuori pensanti.