Incontrare padre Giovanni per me è stato come un soffiare la polvere dallo scaffale dei pensieri, dei libri, degli incontri della mia vita, è come se avesse contribuito a togliere un velo al mistero del mondo.
Luigi Verdi
A venti anni dalla morte la fraternità di Romena ricorda una degli spiriti religiosi più affascinanti e innovativi del secolo appena concluso: Giovanni Vannucci.
Al monaco, protagonista degli anni del rinascimento spirituale fiorentino con David Turoldo e fondatore della fraternità delle Stinche, nel Chianti, è dedicato il libro, Giovanni Vannucci custode della luce, con il quale la Fraternità prosegue la sua collana dedicata alle grande figure della spiritualità, aperta un anno fa dalla pubblicazione di un’opera dedicata all’Abbé Pierre.
“Nelle radici di padre Giovanni ci sono le radici di Romena e di tanti cercatori di Dio: per questo abbiamo deciso di dedicargli questo libro” evidenzia Luigi Verdi, responsabile della Fraternità di Romena. “Non si tratta di una vera e propria biografia, quanto piuttosto di un incontro con il suo stile, il suo pensiero, le sue intuizioni: padre Giovanni ci accompagna in un viaggio interiore per aiutarci ad aprire nuovi orizzonti nella conoscenza di noi stessi, del mistero della vita, di Dio”.
Frate nell’ordine dei Servi di Maria, Giovanni Vannucci è stato studioso e insegnante di materie bibliche e di storia delle religioni. Protagonista con David Turoldo, Lorenzo Milani, Ernesto Balducci di anni di grande effervescenza e novità, ha vissuto, come loro, le dure resistenze di una Chiesa che non sapeva accettare uno sguardo così aperto sul futuro.
Nel 1967, in un angolo nascosto del Chianti, ha trovato il suo frutto maturo: un eremo dove vivere e accogliere ogni persona con uno stile semplice, armonioso e libero.
“In questo piccolo spazio – così lo presentava - vorrei che ogni uomo si sentisse a casa sua e, libero da costrizioni, potesse raggiungere la conoscenza di se stesso e incamminarsi nella sua strada forte e fiducioso. Vorrei che fosse una sosta di pace, di riflessione, per ogni viandante che vi giunge, un posto dove l’ideale diventa realtà e la gioia è il frutto spontaneo”.
A tutti i suoi ospiti, a chi lo ha conosciuto negli incontri o attraverso i suoi libri, ha sempre trasmesso un senso profondo di libertà: libertà dai troppi rumori del mondo che ci impediscono di intuire il senso vero della vita, libertà dalle strutture che vorrebbero fissare Gesù in un tempio o in una regola, libertà di cercare la propria, personale strada verso Dio. Giovanni Vannucci custode della luce prova a trasmettere questo senso di libertà attingendo ai testi degli incontri, alle omelie, agli episodi raccontati dagli amici. E anche utilizzando le stesse parole di Giovanni Vannucci: nell’appendice, sono pubblicati i testi del suo ultimo incontro pubblico, alcune lettere e le sue preghiere più belle.
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teo il 20 agosto 2009 alle 15:57 ha scritto:
ho letto il libro ed ho conosciuto la grandezza di G.Vannucci
grazie
Anna Crivellaro il 4 dicembre 2011 alle 08:28 ha scritto:
Un libro stupendo, scritto in modo semplice e profondo; il nostro mondo fatto di fretta, superficialità e apparenza, lascia spesso una sete profonda verso l'oltre..., queste pagine sono una sorsata di acqua fresca nel cammino della vita; ti fanno riscoprire il desiderio di quel Dio che non abita nei cieli lontani, non si erge a giustiziere delle nostre azioni, ma abita dentro di noi.
Catechista Antonella Vicari il 18 dicembre 2012 alle 16:50 ha scritto:
Ho appena finito di leggere questo meraviglioso libro che riesce ad aprire il tuo cuore e tutto il tuo essere verso l'Infinito...
...erano anni che la mia fede cercava quella gioia pura di sentire Gesù così vicino in ogni momento e con ogni persona. Che bello: esci di casa e apprezzi tutto ciò che c'è intorno a te!
è veramente Natale.