Percezione e pensiero fu pubblicato per la prima volta da C. Fabro nel 1941 (Milano, Vita e Pensiero) e nuovamente edito in una versione aggiornata nella parte critica ed abbreviata in quella espositiva – per l’esclusione dell’intero capitolo VI della prima edizione – nel 1962 (Brescia, Morcelliana). Lo stesso autore, nel presentare la seconda edizione, dotata anche dell’indice delle materie che non era precedentemente presente, afferma che «la parte propriamente teoretica è stata conservata nella sua esposizione originale, anche se oggi – dopo la dissoluzione dell’idealismo ad opera della problematica marxistico-esistenzialistica – quei principi sono stati riportati più decisamente al “fondamento”» (Prefazione, p. 13). L’opera, che viene ora nuovamente pubblicata all’interno del Progetto Culturale Cornelio Fabro grazie al prezioso lavoro di C. Ferraro caratterizzato dalla fedeltà formale e materiale ai testi, può essere letta con la possibilità anche di verificare – utilizzando il curatore le stesse edizioni con cui lavorò Fabro ed anche i suoi stessi libri personali cui si riferì per le ricerche e le citazioni dei testi – le differenze tra le due edizioni. Alle pagine 491-531 viene riportato anche il capitolo VI (Pensiero astratto e pensiero vissuto) della prima edizione, dedicato da Fabro all’analisi delle prospettive filosofiche di autori italiani contemporanei quali B. Varisco, A. Carlini e F. Orestano. Il volume, così come afferma il suo stesso autore, si pone in continuità con l’opera giovanile La fenomenologia della percezione (Opere Complete, 5) e con esso va considerato in unità: «come la fenomenologia abbia operato tale rivoluzione, quali siano i suoi metodi ed i suoi risultati, è stato detto con particolare diligenza ed ampiezza in altro volume, La fenomenologia della percezione, di cui il presente vorrebbe essere la continuazione dal punto di vista, non più fenomenologico, ma strettamente speculativo […]. La fenomenologia descrittiva è certamente indispensabile alla posizione dei problemi, ma da sola non ne risolve alcuno: o meglio essa acuisce il vero interesse dei problemi, prospetta l’itinerario da seguire, ma non lo può percorrere perché ciò è oggetto d’interpretazione e non più di “descrizione”. Il presente volume è sorto da quell’interesse e vuol percorrere l’itinerario suggerito dalla nuova Fenomenologia per un’interpretazione d’insieme degli oggetti, degli atti e delle funzioni della conoscenza. Insoddisfatto delle acquiescenze e degli accostamenti generici, sono passato ad un’elaborazione sistematica dei problemi, non pochi e non lievi, che la ripresa di quella connessione sollevava, almeno per me, senza arrestarmi o nascondere a me stesso le asperità del cammino» (pp. 5-6). Fabro dunque si impegna in un’opera di notevole spessore teoretico, nella quale mostra – insieme con l’intenzione prettamente speculativa – anche la fatica e la passione, l’entusiasmo e la dedizione, il sacrificio dello studioso e del sacerdote profondamente innamorato della verità che lo hanno sempre caratterizzato. Qui in modo particolare egli propone queste considerazioni di fondo: - il darsi dei due opposti principi di “autonomia” e di “associazione” presenti nella filosofia moderna sono conseguenza della scissione tra percezione e pensiero, tra materia e spirito, tra corpi composti ed enti semplici spirituali, operata da Cartesio all’inizio della modernità; - Kant, nonostante le sue migliori intenzioni, è stato la vittima più celebre del dualismo cartesiano; - la fenomenologia sperimentale contemporanea, rigettando giustamente il dualismo cartesiano, è tornata alla connessione naturale, ovvero all’inscindibilità di percezione e pensiero, di concreto e astratto, di materia e spirito; - la percezione, come “apprensione” di un oggetto “unificato”, “configurato” e “qualificato”, e dunque quale “sintesi di sensibilità e pensiero”, apre dei problemi gnoseologici e metafisici che si condizionano gli uni gli altri. L’“ossatura” di tutto il suo lavoro è così presentata dallo stesso autore: «Gli strati o piani percettivi, eterogenei nei rispettivi contenuti, si mostrano nell’atto e nell’oggetto della percezione non soltanto “appartenenti”, ma, più intimamente ancora, interdipendenti gli uni dagli altri sotto la supremazia conclusiva delle funzioni e dei contenuti dell’intelligenza. Il realizzarsi di questa interdipendenza di oggetti e di funzioni […] è ciò appunto che costituisce lo “sviluppo” della percezione. È allo sviluppo della percezione che è subordinato lo stesso sviluppo del soggetto rispetto agli oggetti (problema psicologico), come il contatto che il soggetto avverte con l’oggetto (problema critico), ed infine la stessa concezione della realtà nella sua assolutezza (problema metafisico)» (pp. 10-11). Mano a mano che si procede nella considerazione teoretica, non ci si può esimere dalla domanda sui fondamenti. C. Fabro per questo struttura la sua opera – nella seconda edizione – in tre sezioni, delle quali la terza è dedicata in modo sempre più approfondito alla considerazione del problema psicologico (cap. VIII), critico (cap. IX) e metafisico (cap. X), offrendo nella Conclusione (pp. 451-484) una significativa ed estremamente attuale proposta teoretica, in chiave realista, sull’adeguato rapporto tra metafisica e fenomenologia, secondo una originale scansione tripartita: 1. Fenomenologia e metafisica; 2. Fenomenologia della metafisica; 3. La metafisica della fenomenologia.
Tratto dalla rivista "Salesianum" 72 (2010) 1, 190-191
(http://las.unisal.it)
Il presente volume è la continuazione de La fenomenologia della percezione, non più dal punto di vista fenomenologico, ma speculativo. La ragione di questo spostamento di campo è data dalla necessità di dover giustificare la connessione tra percezione e pensiero. La fenomenologia descrittiva, infatti, è certamente indispensabile alla posizione dei problemi, ma da sola non ne risolve alcuno: accresce il vero interesse dei problemi, prospetta l’itinerario da seguire, ma non lo può percorrere perché ciò è oggetto di interpretazione e non più di descrizione. Pertanto l’Autore procede ad una elaborazione sistematica dei problemi per una interpretazione d’insieme degli atti e delle funzioni della conoscenza.
Gli esempi che egli adduce mostrano come un fatto di comune esperienza, per quanto a prima vista sembri semplice a rifletterci bene, la percezione è “l’apprensione di un oggetto unificato”, l’apprensione di un complesso configurato”, l’apprensione d’un oggetto qualificato”. Fin qui si tratta solamente di semplice costatazione, non di interpretazione, occorre un ulteriore passo, ossia che si giunga ad una unità a partire dalla molteplicità. La percezione, pertanto, non è né sensazione pura, né pensiero puro, ma una conoscenza complessa alla quale collaborano tutte le funzioni apprensive, ciascuna secondo un compito speciale: interdipendenti le une dalle altre sotto la supremazia conclusiva delle funzioni e dei contenuti dell’intelligenza.
Questo approfondimento ormai ha fugato il “principio dell’associazione” (Hume), il “principio di autonomia o sintesi a priori” (Kant) e il “principio della creatività e spontaneità assoluta del Pensiero” ( Idealismo). Le difficoltà che tale ricerca presentava erano molte e gravi, ma l’Autore con la forza di penetrazione speculativa che lo contraddistingueva, la serietà d’impegno e l’argomentazione rigorosa è giunto a soluzione completa di ognuna di esse. Al lettore non resta che prendere atto con soddisfazione della verità di questo giudizio.
Tratto dalla Rivista di Scienze dell'Educazione n. 3/2008
(http://www.pfse-auxilium.org)
-
-
-
-
20,00 €→ 19,00 € -
-
-
22,00 €→ 20,90 €
-
60,00 €→ 57,00 € -
35,00 €→ 33,25 € -
30,00 €→ 28,50 € -
20,00 €→ 19,00 € -
35,00 €→ 33,25 € -
30,00 €→ 28,50 € -
25,00 €→ 23,75 €
-
-
-
-
-
-
27,00 €→ 25,65 € -
40,00 €→ 38,00 € -
-
-
22,00 €→ 20,90 € -
18,00 €→ 17,10 € -
-
-
-
18,00 €→ 11,70 € -
-
24,00 €→ 12,00 € -
-
12,00 €→ 6,00 € -
metafisica, psicologia, pensiero, percezione, fenomenologia, psicologia sperimentale, pensiero fabriano