L'ultimo giorno è più vicino
(Le scommesse)EAN 9788887492651
Esaurito
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DETTAGLI DI «L'ultimo giorno è più vicino»
Tipo
Libro
Titolo
L'ultimo giorno è più vicino
Autore
Baget Bozzo Gianni
Editore
Genesi
EAN
9788887492651
Pagine
88
Data
2000
Collana
Le scommesse
COMMENTI DEI LETTORI A «L'ultimo giorno è più vicino»
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Recensioni di riviste specialistiche su «L'ultimo giorno è più vicino»
Recensione di Pietro Zovatto della rivista Studia Patavina
La personalità di Baget Bozzo è così poliedrica che a fatica può essere tracciata in un breve intervento. Militante politico della sinistra democristiana dossettiana, passò alla destra del partito cattolico e quindi al socialismo di Craxi e alle attuali posizioni vicino a Forza Italia, rimane presso il pubblico come personaggio di una inquietudine mobile e inafferrabile.
Il suo itinerario poetico, tuttavia, tenuto segreto fino a qualche anno fa, non conosce oscillazioni o sbandamenti, poiché fin da giovane sentì la chiamata al sacerdozio e una connaturale attitudine alla vita contemplativa, lo rivela il libro Vocazione. Ne sono una testimonianza le poesie che risentono già nel titolo l’incontro-evento con Cristo-Dio al termine del percorso della avventura umana.
Il nocciolo vitale del suo poetare sembra essere l’unione con Dio in un “itinerarium” che non può essere un viaggio verso Dio nella fatica del quotidiano ascetico, ma uno “stare” permanendo nella divinità in una unione tanto misteriosa quanto ineffabile.
Parlando di poesie, già Bremond l’aveva tanto avvicinata alla preghiera fino quasi ad identificarla. Egli prendendo dalla mistica un termine che a fine Seicento aveva contrapposto Fénelon e Bossuet (“la querelle del puro amore”) la chiamò “poesia pura”. Reagì Raïssa Maritain affermando la netta distinzione tra le due dimensioni, una sulla linea della naturalità, la poesia, e una soccorsa dalla elevazione della grazia, la mistica.
Baget Bozzo sembra inoltrarsi solo nella “sorgente increata”, partendo dal punto di vista dell’assoluto guarda il mondo naturale nella consapevolezza del primato di Dio sulla vicenda umana, la quale solo nella trascendenza può essere restaurata. Nella poesia Sorgente increata scrive: “Dacci di essere Te / per poter essere noi”, onde attingere senza interruzioni “l’increata unità”. Dio non si configura solo come la salvezza per la miglior vita dell’al di là, ma il vincitore della morte, la speranza nel dolore, la consolazione per la perdita della madre, il paziente in attesa per i capricci dell’uomo inquieto, la luce dell’intelletto. Dio è la nostra identità, l’uomo è teoforo anche nella fase di viatore.
Sulla linea storica della mistica renano-fiamminga, la più teopatica, con lontano capostipite Dionigi e attraverso Meister Eckhart arriva al Silesius, di questo abbagliante tracciato mistico conosce gli abissi profondi e insondabili della divinità, l’unione trasformante della grazia celeste, “l’identificazione” indissolubile con l’essenza divina.
Si tratta di una poesia nata da Dio e che trova il suo termine in Dio, ove tutta l’umanità si riconosce con le sue gioie e le sue sventure. Procede per intuizioni distese e rasserenanti con il calore della fede come colui che arrivato in porto o in cima alla vetta del monte divino non ha più ragionamenti da fare, ma semplicemente da vedere e godere: il divino nell’umano e l’umano nel divino in familiare connubio mistico.
Tratto dalla rivista "Studia Patavina" 2004, nr. 3
(http://www.fttr.glauco.it/pls/fttr/V3_S2EW_CONSULTAZIONE.mostra_pagina?id_pagina=271)
Il suo itinerario poetico, tuttavia, tenuto segreto fino a qualche anno fa, non conosce oscillazioni o sbandamenti, poiché fin da giovane sentì la chiamata al sacerdozio e una connaturale attitudine alla vita contemplativa, lo rivela il libro Vocazione. Ne sono una testimonianza le poesie che risentono già nel titolo l’incontro-evento con Cristo-Dio al termine del percorso della avventura umana.
Il nocciolo vitale del suo poetare sembra essere l’unione con Dio in un “itinerarium” che non può essere un viaggio verso Dio nella fatica del quotidiano ascetico, ma uno “stare” permanendo nella divinità in una unione tanto misteriosa quanto ineffabile.
Parlando di poesie, già Bremond l’aveva tanto avvicinata alla preghiera fino quasi ad identificarla. Egli prendendo dalla mistica un termine che a fine Seicento aveva contrapposto Fénelon e Bossuet (“la querelle del puro amore”) la chiamò “poesia pura”. Reagì Raïssa Maritain affermando la netta distinzione tra le due dimensioni, una sulla linea della naturalità, la poesia, e una soccorsa dalla elevazione della grazia, la mistica.
Baget Bozzo sembra inoltrarsi solo nella “sorgente increata”, partendo dal punto di vista dell’assoluto guarda il mondo naturale nella consapevolezza del primato di Dio sulla vicenda umana, la quale solo nella trascendenza può essere restaurata. Nella poesia Sorgente increata scrive: “Dacci di essere Te / per poter essere noi”, onde attingere senza interruzioni “l’increata unità”. Dio non si configura solo come la salvezza per la miglior vita dell’al di là, ma il vincitore della morte, la speranza nel dolore, la consolazione per la perdita della madre, il paziente in attesa per i capricci dell’uomo inquieto, la luce dell’intelletto. Dio è la nostra identità, l’uomo è teoforo anche nella fase di viatore.
Sulla linea storica della mistica renano-fiamminga, la più teopatica, con lontano capostipite Dionigi e attraverso Meister Eckhart arriva al Silesius, di questo abbagliante tracciato mistico conosce gli abissi profondi e insondabili della divinità, l’unione trasformante della grazia celeste, “l’identificazione” indissolubile con l’essenza divina.
Si tratta di una poesia nata da Dio e che trova il suo termine in Dio, ove tutta l’umanità si riconosce con le sue gioie e le sue sventure. Procede per intuizioni distese e rasserenanti con il calore della fede come colui che arrivato in porto o in cima alla vetta del monte divino non ha più ragionamenti da fare, ma semplicemente da vedere e godere: il divino nell’umano e l’umano nel divino in familiare connubio mistico.
Tratto dalla rivista "Studia Patavina" 2004, nr. 3
(http://www.fttr.glauco.it/pls/fttr/V3_S2EW_CONSULTAZIONE.mostra_pagina?id_pagina=271)
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