Il discernimento è una realtà relazionale, imparare a decifrare come Dio mi si comunica e mi salva. I maestri spirituali distinguono due tappe del discernimento: una prima di purificazione, che porta ad un’autentica conoscenza di sé in Dio e di Dio nella propria storia, e una seconda in cui il discernimento diviene una attitudine continua.
Indice: Prima parte: Dove si colloca il discernimento * Che cos'è il discernimento * Le dinamiche della prima fase del discernimento. Seconda parte: Il principio e il fondamento del discernimento * Le tentazioni * Le verifiche della nostra adesione a Cristo * Esercitarsi nel discernimento * La vocazione * Il discernimento comunitario.
PREMESSA
Già da parecchi anni si è tornati a parlare di discernimento, che in ultima analisi significa l'arte di conoscere Cristo e riconoscerlo come nostro Signore e nostro Salvatore. È la Chiesa, con la sua tradizione e con il magistero dei suoi pastori che di per sé traccia questo discernimento attraverso i tempi e gli spazi per la comunità ecclesiale nella sua globalità. E questa una prima accezione in cui può essere inteso il discernimento. Ma poiché ciò vale per la Chiesa nella sua interezza, per le singole comunità ecclesiali e la vita individuale delle persone con tutta la sua portata concreta, si può parlare di discernimento in tanti modi. C'è inoltre il discernimento che riguarda gli spiriti. «Discernete gli spiriti», dice l'Apostolo (cf 1Cor 12,10). C'è poi il discernimento delle mozioni interiori, dei pensieri e dei sentimenti, c'è il discernimento delle vocazioni, degli stati di vita, ecc. C'è il discernimento delle persone individuali e delle comunità. C'è anche un discernimento che riguarda più strettamente la morale.
Questo libro affronta il discernimento e ne dischiude le dinamiche come arte di comunicare tra Dio e l'uomo e di comprendersi reciprocamente. A motivo di questo suo approccio alla realtà fondamentale del discernimento, affronta le accezioni sopra menzionate in modo trasversale. In tale chiave — il discernimento come comunicazione tra Dio e l'uomo — vanno rispettate due tappe del cammino: una prima tappa di purificazione, che porta ad un'autentica conoscenza di sé in Dio e di Dio nella propria storia, e una seconda in cui il discernimento diviene un habitus. A motivo delle dinamiche diverse proprie a queste due fasi del discernimento, il testo viene diviso in due parti. Nella prima parte sarà trattata la prima tappa, secondo la scansione seguente: il primo capitolo offre i riferimenti teologici che costituiscono il quadro in cui collocare il discernimento — quale idea di Dio e dell'uomo rende ragione del fatto che questi due soggetti possano comunicarsi e intendersi reciprocamente nell'amore e nella libertà —, il secondo capitolo spiega che cos'è il discernimento e infine il terzo capitolo introduce alle dinamiche della prima fase del discernimento.
Va chiarito che, nonostante sia utile la conoscenza di testi che trattano questo tema, il discernimento tuttavia è una realtà alla quale bisogna essere iniziati, che richiede un approccio esperienziale-razionale. Anche questo piccolo libro pertanto non esime dal fatto che il discernimento vada imparato accanto ad un maestro, nella fatica di un cammino che progressivamente si cerca di rendere sempre più conforme al Signore.
ESTRATTO DAL PRIMO CAPITOLO
I. Dove si colloca il discernimento
Esiste una relazione reale tra Dio e l'uomo? Se sì, in che cosa consiste? Ha una sua oggettività? Dio e l'uomo possono comunicarsi e comprendersi veramente? Quale linguaggio adoperano Dio e l'uomo quando si comunicano? E un linguaggio univoco, analogico o dialettico? Dio comanda e l'uomo soltanto obbedisce, esegue? Oppure l'uomo pensa che cosa piacerebbe a Dio sulla base di alcuni comandamenti divini e lo realizza? Esiste uno spazio di autonomia per l'uomo all'interno del grande disegno divino?
I maestri della vita spirituale non sarebbero d'accordo con il modo di impostare la questione sottesa a questi interrogativi. Per loro queste due realtà non possono essere trattate come se fossero divise. Il rapporto tra Dio e l'uomo si compie nello Spirito Santo, la Persona divina che rende l'uomo partecipe dell'amore del Padre nel Figlio. Questa partecipazione, cioè la presenza dell'amore divino nell'uomo, rende possibile l'accesso a Dio e all'uomo, creato in questo amore.
Tra la persona umana e il suo Signore esiste quindi una comunicazione vera che, per avere la garanzia della libertà, si avvale dei pensieri e dei sentimenti dell'uomo. I Padri hanno optato normalmente per il linguaggio simbolico, ritenendolo il linguaggio ín cui la comunicazione divino-umana si realizza piú autenticamente.' Per loro il discernimento è una preghiera, una vera e propria arte della vita nello Spirito Santo. Il discernimento fa parte dunque della relazione vissuta tra Dio e l'uomo, anzi è proprio uno spazio in cui l'uomo sperimenta il rapporto con Dio come esperienza di libertà, addirittura come possibilità di crearsi.
Nel discernimento, l'uomo sperimenta la sua identità come creatore della propria persona. In questo senso, è l'arte in cui l'uomo dischiude se stesso nella creatività della storia e crea la storia creando se stesso. Il discernimento è quindi una realtà relazionale, come lo è la fede stessa, perché il DIo che ci si rivela si comunica come amore, e l'amore presuppone il riconoscimento di un "tu".Dio è amore perché comunicazione assoluta, eterna relazionalità, sia nell'atto primordiale dell'amore reciproco delle tre Persone divine, che nella creazione. Perciò l'esperienza della relazione libera che l'uomo sperimenta nel discernimento non è mai solo relazione tra uomo e Dio, ma include la relazione uomo-uomo e addirittura uomo-creato, dal momento che entrare in una relazione autentica con Dio significa entrare in quell'ottica d'amore che è una relazione vivificante con tutto ciò che esiste. Far propria questa visione significa cogliere l'infrastruttura coesiva di fili che legano e connettono insieme ogni parte della creazione e fanno emergere la comunione all'essere di tutto l'esistente.
Dal momento che tutti questi fili indicano lo stesso aspetto della realtà divina, la loro presenza nelle cose, negli oggetti, nella produzione umana infonde ad essi nuovo significato, tramite il quale ogni cosa ed ogni azione è capace di assumere un significato più profondo. Ci viene così offerta una visione essenzialmente sacramentale del mondo dove, attraverso le cose, abbiamo accesso alla loro verità. Il discernimento è allora l'arte di comprendere se stessi tenendo conto di questa struttura coesiva, dell'insieme, vedersi nell'unità perché si vede con l'occhio di Dio che vede l'unità di vita.
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Daniele Gatti il 21 dicembre 2010 alle 08:28 ha scritto:
Un libro che consiglio vivamente
Dott. Stefano Santasilia, santasilia@gmail.com il 22 settembre 2014 alle 23:45 ha scritto:
Un testo eccellente che mostra il modo di strutturarsi dell'esperienza del discernimento indicando anche tecnicamente le modalità attraverso le quali imparare l'arte del discernimento al fine di purificare la propria vita. Un libro agile e preciso che va diretto al punto.
Francesco Buttitta il 10 aprile 2017 alle 17:11 ha scritto:
Per chi come me vuole un supporto per il proprio discernimento, riguardo ai propri pensieri, sentimenti ed emozioni, per comprendere quali dover e voler seguire, è utilissimo. Il linguaggio è molto semplice e nello stesso tempo scientifico e profondo. Non basta leggerlo una volta: ha bisogno di essere interiorizzato. A chi se ne ciberà, avrà messo un buon tassello nella sua vita spirituale.
Buona lettura!
Dott. Rocco Sileo il 18 novembre 2020 alle 17:23 ha scritto:
molto interessante
Alberto Romeo il 22 gennaio 2023 alle 17:31 ha scritto:
Questo libro di Rupnik è molto, molto denso. Ogni frase ha il suo peso e ci accompagna in un viaggio profondo nella comprensione del discernimento, sulle trappole in cui si può cadere e come pregare per ottenere il discernimento.