La vita spirituale non è un tranquillante né qualcosa di staccato dalla vita; non si imprigiona in fredde regole e pratiche intellettuali, né si confonde con lo psicologismo. Nessun dualismo lacerante, ma un'unità profonda e liberante della persona, che "vive immersa nello Spirito Santo", e la cui vita "è illuminata in tutte le dimensioni, intellettuale, affettiva, sentimentale". Credere in Dio è infatti per i cristiani riconoscere Dio Amore e coltivare questa relazione. Ed è così che le cose, gli oggetti e gli eventi si accendono davanti a noi, come il roveto ardente di Mosè nel deserto. Indice: Chiarificazioni sulla vita spirituale * Che cosa è lo spirituale e la vita spirituale * Alcuni criteri di verifica della vita spirituale * Paternità spirituale: un cammino regale per l'integrazione personale
ESTRATTO DALLA PRIMA PARTE
La vita spirituale
Sul finire del secondo millennio constatiamo quasi con sorpresa che l'uomo contemporaneo, a qualsiasi cultura, religione, area geografica appartenga, dimostra un grande interesse per tutto ciò che è lo spirituale, la spiritualità, la vita spirituale. "Con sorpresa", perché nel corso degli ultimi secoli la spiritualità e le questioni della vita spirituale sembravano quasi essere state messe da parte.
Non vogliamo qui fare ipotesi sui motivi di questo rinnovato interesse. Ci soffermiamo sul fatto innegabile che oggi la questione spirituale" è tornata in primo piano. Se ne occupano intellettuali, scrittori, editorialisti, perfino critici d'arte e scienziati, commercianti e casalinghe. Temi spirituali fanno capolino in riviste e giornali. Tale spiritualità esce dai riferimenti classici e vuole piuttosto costituirsi come quell'ambito di interesse comune fra chi intende andare oltre il fenomenico, oltre le piatte spiegazioni della vita consumistica, un terreno d'intesa comune per gli uomini di oggi che vogliono andare oltre...
Ma dietro le proposte di "spiritualità" si nascondono un'infinità di concezioni diverse della vita, dell'uomo, di Dio, concezioni talvolta molto contraddittorie fra di loro e senza alcun nesso con il cristianesimo; si tratta di forme di religiosità che potremmo dire postmoderne, indefinibili, inafferrabili, prive di un esplicito riferimento a Dio come Persona, piuttosto forme di cosiddetta para-religiosità o di credenze miste. Molte di queste forme di spiritualità vengono dall'estremo oriente, con adattamento più o meno riuscito in occidente.
Anche fra i cristiani, dopo la spinta vitale del Concilio Vaticano II, si è provato il desiderio di tornare alle fonti per ritrovare quella forza, quell'ispirazione, quello "spirito" che si sentiva mancante nella vita di fede a causa di un'assuefazione a schemi culturali e mentali superati.
Questo fermento nuovo assume espressioni diverse a seconda degli ambienti che lo accolgono. Gli ordini religiosi danno il via allo studio della storia della loro fondazione per riscoprire, attraverso l'avventura del fondatore o della fondatrice, l'impronta iniziale data alla loro "spiritualità". Nella vita quotidiana si parla sempre di più di "spiritualità del lavoro", "spiritualità della famiglia", ogni ambito della vita dell'uomo richiede di essere considerato nella sua spiritualità, e a maggior ragione si dovrà parlare della diversa spiritualità delle diverse vocazioni: religiosa, sacerdotale, matrimoniale, ecc...
Una volta, la parola spiritualità non era tanto equivoca.
Nel passato si poteva chiamare "ascetica" o "teologia spirituale", ma oggi, a contatto con la mentalità postmoderna, la stessa parola può evocare ogni tipo di conoscenza non empirica, dalla meditazione trascendentale, allo yoga, passando per le sedute spiritiche. Perciò oggi più che mai è tanto necessario evitare gli equivoci, rimuovere le incrostazioni estranee per far luce sulla reale essenza della spiritualità cristiana.
Cos'è «spirituale»? Cos'è la «vita spirituale» nella tradizione cristiana? A queste domande vorrei rispondere con una sintesi che possa costituire una "base" sulla quale poter riflettere all'interno di categorie teologiche e antropologiche che ci aiutano a non sbandare.
L'interlocutore al quale mi rivolgo è chiunque sia interessato a conoscere il senso cristiano della spiritualità. Mi auguro che queste pagine possano costituire un aiuto a partire dal quale, con la grazia di Dio, cominciare a vivere "secondo lo Spirito".
Siamo all'inizio di una nuova era della cristianità; la Chiesa sta preparando e impostando una nuova evangelizzazione o ri-evangelizzazione o, meglio ancora, una fase successiva all'evangelizzazione del mondo secolarizzato, fase che costituisce come un'ulteriore tappa del lungo processo cominciato nei primi secoli dell'era cristiana. Viviamo ormai in un mondo dove come cristiani siamo una minoranza in diaspora, per cui è necessario approfondire, lavorare sui grandi temi, su quei punti della fede che sono fondamentali. Bisogna ricominciare dall'essenziale per aiutare anche chi non è cristiano a comprendere l'immenso patrimonio spirituale della Chiesa e la profondità della sua tradizione, per attingervi con vero profitto spirituale. Non ci possiamo presentare al mondo con l'attenzione ai dettagli, alle sfumature che, per quanto importanti, rimangono incomprensibili se manca lo sfondo, la visione d'insieme dell'organismo di cui fanno parte.
Credo che questo sia il compito del teologo d'oggi: facilitare la strada, accompagnare nell'amore con una nuova, illuminata riflessione chi sente di volersi addentrare nell'universo spirituale della Chiesa, facilitando la scoperta dell'essenziale, soffermandosi sulle questioni di fondo. E d'altronde il compito di ogni cristiano, chiamato ad essere "luce", "sale", "anima" del mondo. Alle soglie del terzo millennio, è auspicabile che siano sempre di più quei cristiani che, spinti dall'amore di Cristo—fondamento della loro vita—e dall'amore verso tutti gli uomini e le donne loro contemporanei, diventino in grado di testimoniare una santa e sana "spiritualità".
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saverio zuffanti, s.zuffanti@yahoo.it il 27 marzo 2010 alle 19:22 ha scritto:
testo di intelligente e a volte di 'proibitiva' iniziazione attraverso un percorso dominato da ardue salite, seguite da pianeggianti traiettorie in cui si armonizza la nostra intrinseca capacità di ...soffrire per cercare di cogliere l'autentica radice del nostro vivere al di là di soluzioni a volte frettolosamente impacchettate e pronte per l'uso.
Giorgio Cirelli il 28 maggio 2015 alle 23:00 ha scritto:
Un libro molto interessante che mi ha aiutato nella crescita spirituale anche se il linguaggio utilizzato non è dei più semplici.