Pietro Bonomo (1458-1546)
-Diplomatico, umanista e vescovo di Trieste
(Hesperides. Serie gold)EAN 9788886474665
Esaurito
CHI HA ACQUISTATO QUESTO PRODOTTO HA SCELTO ANCHE
DETTAGLI DI «Pietro Bonomo (1458-1546)»
Tipo
Libro
Titolo
Pietro Bonomo (1458-1546) - Diplomatico, umanista e vescovo di Trieste
Autore
Di Brazzano Stefano
Editore
Parnaso
EAN
9788886474665
Pagine
646
Data
2005
Collana
Hesperides. Serie gold
COMMENTI DEI LETTORI A «Pietro Bonomo (1458-1546)»
Non ci sono commenti per questo volume.
Lascia un tuo commento sui libri e gli altri prodotti in vendita e guadagna!
Recensioni di riviste specialistiche su «Pietro Bonomo (1458-1546)»
Recensione di Giuseppe Bortolussi della rivista Studia Patavina
Di Pietro Bonomo, vescovo di Trieste (1502-1546) mancava ancora una biografia complessiva, che potesse configurare la sua personalità di umanista, di diplomatico e vescovo di uno dei periodi piú turbolenti della storia europea, la Riforma protestante.
Dopo la voce di G. Rill nel Dizionario Biografico degli Italiani, del resto pregevole, la stimolazione era diventata ineludibile. La tesi di dottorato presso la Normale di Pisa di un giovane studioso triestino, Stefano di Brazzano, porta finalmente il contributo già auspicato da Attilio Tamaro, autorevole studioso di Trieste e del confine orientale d’Italia.
Rampollo d’una delle famiglie piú in vista della Trieste cinquecentesca, Bonomo viene esaminato nella sua vita di cortigiano a Vienna e quindi a Lienz, presso la corte imperiale, da Federico III, Massimiliano I e Carlo V. Abile politico seppe percorrere tutte le tappe della carriera, fino a diventare reggente di Carlo V. È a Worms (1521) quando Lutero viene bandito dall’Impero per essere subito protetto dal principe Federico di Sassonia. A corte coltivò sempre le lettere umanistiche, latino e greco, passione della sua vita. Ebbe relazioni epistolari con tutto il mondo colto germanico, a cui portò lo stimolo della sua notevole formazione letteraria ricevuta all’Università di Padova e di Bologna. Anzi le numerose relazioni epistolari, le protezioni accordate ai giovani talenti, lo fecero non solo un punto di riferimento, ma un maestro e mediatore culturale di «humanitas» presso il mondo letterario tedesco.
Quello che lo rende personalità complessa, e per certi versi ambigua, è il suo atteggiamento nei riguardi del mondo luterano, che a Trieste aveva notevoli aderenze. Protesse un giovane sloveno e lo sostenne nella carriera ecclesiastica, Primo Trubar, passato alla Riforma luterana, il quale tradusse nella lingua materna tutto il N.T. Uguale favore accordò, concedendo i pulpiti di Trieste, al predicatore francescano Giulio da Milano, che divenne scismatico come Pier Paolo Vergerio il Giovane, vescovo di Capodistria. Il Bonomo, che possedeva anche una formazione giuridica e una notevole sensibilità politica, oltre l’equilibrio di un umanista illuminato, ripudiava gli eccessi e non compì mai un gesto di rottura ufficiale con la Chiesa.
Il giovane studioso si diffonde nell’analisi dei Carmina del Bonomo, ne scopre di nuovi, li commenta con una notevole erudizione, apportandovi un appropriato commento filologico. Questa breve scheda non offre un’idea adeguata del grande lavoro compiuto che colma una lacuna storiografica offrendo lo spaccato storico di un periodo di grandi cambiamenti epocali dovuti alla Riforma luterana che divise l’unità cristiana d’Europa.
Tratto dalla rivista "Studia Patavina" 2005, nr. 1
(http://www.fttr.glauco.it/pls/fttr/V3_S2EW_CONSULTAZIONE.mostra_pagina?id_pagina=271)
Dopo la voce di G. Rill nel Dizionario Biografico degli Italiani, del resto pregevole, la stimolazione era diventata ineludibile. La tesi di dottorato presso la Normale di Pisa di un giovane studioso triestino, Stefano di Brazzano, porta finalmente il contributo già auspicato da Attilio Tamaro, autorevole studioso di Trieste e del confine orientale d’Italia.
Rampollo d’una delle famiglie piú in vista della Trieste cinquecentesca, Bonomo viene esaminato nella sua vita di cortigiano a Vienna e quindi a Lienz, presso la corte imperiale, da Federico III, Massimiliano I e Carlo V. Abile politico seppe percorrere tutte le tappe della carriera, fino a diventare reggente di Carlo V. È a Worms (1521) quando Lutero viene bandito dall’Impero per essere subito protetto dal principe Federico di Sassonia. A corte coltivò sempre le lettere umanistiche, latino e greco, passione della sua vita. Ebbe relazioni epistolari con tutto il mondo colto germanico, a cui portò lo stimolo della sua notevole formazione letteraria ricevuta all’Università di Padova e di Bologna. Anzi le numerose relazioni epistolari, le protezioni accordate ai giovani talenti, lo fecero non solo un punto di riferimento, ma un maestro e mediatore culturale di «humanitas» presso il mondo letterario tedesco.
Quello che lo rende personalità complessa, e per certi versi ambigua, è il suo atteggiamento nei riguardi del mondo luterano, che a Trieste aveva notevoli aderenze. Protesse un giovane sloveno e lo sostenne nella carriera ecclesiastica, Primo Trubar, passato alla Riforma luterana, il quale tradusse nella lingua materna tutto il N.T. Uguale favore accordò, concedendo i pulpiti di Trieste, al predicatore francescano Giulio da Milano, che divenne scismatico come Pier Paolo Vergerio il Giovane, vescovo di Capodistria. Il Bonomo, che possedeva anche una formazione giuridica e una notevole sensibilità politica, oltre l’equilibrio di un umanista illuminato, ripudiava gli eccessi e non compì mai un gesto di rottura ufficiale con la Chiesa.
Il giovane studioso si diffonde nell’analisi dei Carmina del Bonomo, ne scopre di nuovi, li commenta con una notevole erudizione, apportandovi un appropriato commento filologico. Questa breve scheda non offre un’idea adeguata del grande lavoro compiuto che colma una lacuna storiografica offrendo lo spaccato storico di un periodo di grandi cambiamenti epocali dovuti alla Riforma luterana che divise l’unità cristiana d’Europa.
Tratto dalla rivista "Studia Patavina" 2005, nr. 1
(http://www.fttr.glauco.it/pls/fttr/V3_S2EW_CONSULTAZIONE.mostra_pagina?id_pagina=271)