Dalla Prefazione
Il nome di Andrea Calore è ormai ben noto nel panorama culturale ed erudito della patavinità, per i suoi numerosi e circostanziati saggi apparsi in varie sedi, che rivelano oltre ad una grande passione per l'arte, una peregrinatio investigandi per vari luoghi della città a cogliere momenti di vita e storia padovana. Un itinerario, non solo di curiositas, che lo porta successivamente in archivi e biblioteche, a verificare, documentare, investigare e relazionare, ricomponendo in un mosaico unitario tessere sparse.
È con piacere che questa sua pubblicazione viene accolta nella collana del «Centro Studi Antoniani», per due motivi.
Il primo perché essa cade nella ricorrenza del 70° genetliaco dell'Autore, e ci dà modo di esprimergli con sincerità e cordialità un grazie per quanto ha fatto per la cultura padovana, e un vivissimo augurio perché continui a farlo ancora a lungo. Ad multos annos!
Il secondo motivo è per la specificità delle notizie che egli espone, legate alle vicende storico-artistiche della basilica antoniana in uno dei suoi più grandi momenti.
Dei tre contributi, che compongono questa pubblicazione, due sono già apparsi nella rivista «Il Santo» (XXXIII (1993) - fasc. 3, pp. 247-272; XXXIV (1994) - fasc. 1, pp. 71-80). Riappaiono qui rivisitati, ampliati, corretti. Inedito è invece il terzo di essi («Le decorazioni vegetali di Donatello»), ulteriore dilatazione dell'interesse donatelliano espresso nei primi due.
Sono dei contributi, come altri di Andrea Calore, molto puntuali, che offrono ricostruzioni di complicati intrecci, che vengono a corredare di nuove . in formazioni e dati l'opera di «mastro Donato da Firenze» nel suo periodo padovano, collocati in un ampio cerchio di legami umani e artistici.
Crediamo che i suddetti apporti costituiscano inoltre dei passi in avanti nella «questione donatelliana», anche per le proposte avanzate, soprattutto in relazione alla ricomposizione dell'altare maggiore rinascimentale della basilica del Santo (con l'individuazione - più che probabile, se non convincente - delle colonne che facevano parte dell'«anchona») e per la supposta presenza artistica di Leon Battista Alberti nel progetto presbiteriale della stessa basilica. Passi in avanti - come detto -sommessamente compiuti, che non vogliono superare la soglia della certezza assoluta, presuntuosa, se non pericolosa, in questo campo di indagini.
Ci auguriamo che possano avere il meritato e giusto riconoscimento e veicolazione, per una più approfondita conoscenza di Donatello: uno dei grandi geni dell'arte, al quale non sempre la fama è tenuta dietro da un proporzionato e documentato quadro biografico e artistico.
Padova, aprile 1996
LUCIANO BERTAZZO
direttore Centro Studi Antoniani
INDICE GENERALE
Andrea Conti "da le caldiere" e l'opera di Donatello a Padova (da Il Santo XXXIII (1993) - fasc. 3, pp. 247-272, rivisto e corretto)
Propsta ricostruttiva dell'alatare maggiore del Santo, opera di Donatello (da Il Santo XXXIV (1994) - fasc. 1, pp. 71-80, rivisto e corretto)
Le decorazioni vegetali di Donatello