Contenuto
Scritti già apparsi in Il Santo. Rivista francescana di storia dottrina arte, XXXV (1995), fasc. 1, p. 5-181
PREFAZIONE di Giulio Cattin
L’interesse per la storia della Cappella musicale antoniana, dal primo meritorio studio di Giovanni Tebaldini pubblicato nel1895 e affiancato dai pioneristici affondi filologici di Oreste Ravanello, alle più recenti pubblicazioni, non ha mai lasciato intravedere momenti di stanchezza; ora focalizzati su un particolare momento storico, ora su un maestro di cappella e la sua opera compositiva, oppure su un musicista d'indubbia fama al servizio della Cappella, ogni studioso ha contribuito a riportare alla luce frammenti o episodi di uno dei maggiori centri propulsori della storia musicale e della cultura padovana a partire dal XVI secolo fino all'epoca moderna.
Si sentiva tuttavia l'urgenza d'un lavoro documentario più completo e sistematico, a maglie larghe, che permettesse d'inserire adeguatamente ogni pezzo del mosaico al giusto posto; solo per fare un esempio, alcune concessioni espresse dalla Veneranda Arca del Santo - l'organo laico deputato all'amministrazione del patrimonio del convento francescano - a favore d'un celebre musicista, potevano sembrare eccezionali se non confronta te con analoghi episodi coinvolgenti personaggi oggi pressoché ignoti.
Per quanto concerne il XVIII secolo, il compito di effettuare una ricognizione degli atti e delle delibere dell'Arca in materia di organizzazione della pratica musicale in basilica è stato compiutamente svolto da Maddalena Pietribiasi, delle cui ricerche auspichiamo che presto siano resi pubblici i ragguardevoli risultati. Jolanda Dalla Vecchia, invece, ha documentato, a partire dai registri delle Entrate o Spese della basilica di S. Antonio, con alcune escursioni alla raccolta di suppliche manoscritte di musici e strumentisti, nonché alla raccolta di norme disciplinari vigenti in Cappella fin dai secoli precedenti, gli aspetti prettamente gestionali ed economici dell'istituzione musicale. Se un argomento concernente la. prassi retributiva, le prestazioni obbligatorie e straordinarie, i più o meno gravi incidenti disciplinari, può rivelarsi importante per stabilire la complessità e la solidità di un'istituzione musicale, spesso l'entità di un salario resta per noi l'unico mezzo per quantificare il «peso» pecuniario (ovvero l'abilità e il valor) riconosciuto ad un esecutore dai suoi contemporanei. Molti nomi che risultano nelle schede dei salariati fissi annuali, a conclusione della presente pubblicazione, ricorrono non solo nelle opere di accademie priva te e di teatri pubblici italiani, bensì tra gli organici di cappelle nelle corti estere: alcuni semplicemente di passaggio, altri fermi a Padova per decenni e più che probabili promotori della diffusione di composizioni e della formazione di altri musicisti.
La prima sezione descrive specificatamente il tipo di fonti analizzate, con l'augurio di fornire informazioni utili a chi intendesse rivolgersi direttamente agli originali per suo conto; la seconda offre una panoramica complessiva dei principali elementi portanti dell'intera gestione organizzativa. Non si tratta di rendere note caratteristiche innovative rispetto ai secoli precedenti, o del tutto originali nei confronti di una prassi diffusa probabilmente anche in cappelle musicali di altre regioni: è la documentata realtà storica della Cappella antoniana, fatta di consuetudini più o meno ufficializzate, di eccezioni eclatanti ma rapidamente reinserite nel corso ordinario degli eventi (per non costituire pericolosi precedenti), di piccole situazioni quotidiane che ci restituiscono anche la dimensione umana di una categoria di musicisti stipendiati.
Un confronto tra la vita della Cappella antoniana nel Settecento e i periodi storici limitrofi è già avviato; il contributo qui illustrato invita anche al confronto con altre analoghe organizzazioni, allo scopo di procedere ad un disegno complessivo di ricognizione della «salute» delle istituzioni musicali in Italia già intrapreso con i numerosi studi monografici, i cataloghi e i convegni recentemente realizzati. Vuoi essere inoltre l'insostituibile punto di partenza per l'analisi della vasta produzione dei compositori attivi in basilica o nei suoi immediati dintorni e conservata presso l'Archivio Musi cale dell'Arca: solo con un serio lavoro critico sui singoli autori o su intere scuole - come è da intendersi essere stata ragionevolmente la Cappella antoniana - si potrà arrivare a conoscere convenientemente la dimensione storica e artistica dei periodi studiati.
Il volume di Jolanda Dalla Vecchia è un sostanzioso contributo, rigorosamente attendibile e metodologicamente aggiornato, a quella cornice documentaria dell'istituzione antoniana nella quale sarà possibile e doveroso inserire e rileggere le antiche o recenti ricerche monografiche e quelle - che speriamo numerose e solide - alle quali si porrà mano in futuro.
INDICE GENERALE
Prefazione (G. Cattin)
Premessa
Per un approccio alle fonti d'archivio: Descrizione delle fonti, Metodo di sintesi dei dati raccolti, La prassi di registrazione nei pagamenti della Cappella, Il normale iter di pagamento degli stipendi
Aspetti organizzativi: Ammissione, Obblighi descritti nei capitolari, Le puntature, Le spese straordinarie, Le suppliche, Aumenti, gratifiche e ricognizioni, licenze, vacanze, dimissioni, Avvenimenti particolari, La posizione della Cappella in basilica, L'archivio musicale
[Tavole cronologiche]
Indice dei nomi