Lazzati
-Testimone e maestro
EAN 9788882845230
Laico «maturo», aperto al dialogo e al contempo radicato nella fede cristiana, Giuseppe Lazzati (1909-1986) viene qui ricordato dal card. Martini, arcivescovo emerito di Milano, che lo conobbe nel 1960, durante gli esercizi spirituali tenuti agli aspiranti dei «Milites Christi», l’istituto secolare fondato dallo stesso Lazzati, e poi lo ritrovò nei primi anni del suo episcopato ambrosiano. «Il laicismo e, sulla sponda opposta, il clericalismo – scrive Martini – tendono a separare nella vita del cristiano la dimensione ecclesiale e quella mondana. Da Lazzati le due dimensioni, pur distinte e inconfondibili, erano, invece, ricondotte a unità nella coscienza e nell’azione del laico “maturo”, cioè consapevole che il suo carisma ecclesiale e il suo ruolo nel mondo sono l’espressione di un unico principio» (41).
E ancora, «l’unità nella distinzione» fu per lui «sia il criterio che permette un recupero di efficacia apostolica, sia il perno di una proposta educativa, attorno a cui costruire, nello stesso tempo, l’uomo e il cristiano» (ivi). Nel ricordo scritto per il quotidiano milanese Il Giorno all’indomani della scomparsa di Lazzati, Martini ne ricorda il legame con la spiritualità e il rigore gesuiti: «Si era formato alla scuola degli esercizi spirituali di sant’Ignazio, dove aveva attinto un metodo rigoroso di preghiera e di vita. Si capiva, ascoltando o leg- gendo i suoi scritti, che alcune delle grandi mediazioni ignaziane avevano messo in lui profonde radici e avevano generato una visio- ne unitaria, seria e insieme coraggiosa e libera del compito del cristiano nella storia. Lo studioso, il politico, il professore e rettore d’università convivevano in lui in una sintesi in cui la nota dominante era la tensione verso la santità» (23). Il volume, dopo alcune «riflessioni introduttive» dello stesso Martini e la presentazione di Luciano Caimi (docente alla Cattolica e presidente dell’associazione Città dell’uomo fondata nel 1985 da Lazzati) riporta una serie di contributi scritti o pronunciati dall’arcivescovo.
A completare l’opera, un testo dello stesso Lazzati su Il card. Martini e la cultura, una meditazione del cardinale su La spiritua- lità del laico e un editoriale di Armando Oberti contenuto nel Dossier Lazzati 23 (2002), dove furono per la prima volta raccolti questi testi di Martini. Cristiano adulto nella fede (fu presidente della giunta diocesana di Azione cattolica di Milano dal 1964 al 1967), studioso, giornalista (tra il 1961 e il 1964 ha diretto il quotidiano cat- tolico L’Italia), politico (è stato membro del- l’Assemblea costituente e deputato nelle file della DC dal 1948 al 1953), rettore dell’Università cattolica del sacro cuore (1968-1983), negli anni Ottanta, ricorda Martini, Lazzati «sentiva (e non senza ragione) che la Chiesa italiana si stava “clericalizzando” e che era poca la fiducia nei laici, anche nelle materie loro proprie, come la politica e l’impegno sociale» (5). Capace di far sentire la sua voce, egli, conclude, «è stato un cristiano che ha saputo dare ragione della sua fede nel Signore risorto con dol- cezza e con rispetto, e con retta coscienza. Nei confronti non soltanto della città dell’uomo, ma della stessa comunità ecclesiale» (8).
Tratto dalla rivista Il Regno n. 6/2010
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