Alla ricerca di una sana laicità. Libertà e centralità dell'uomo
(A Cesare e a Dio)EAN 9788882723255
Si tratta della pubblicazione di un Forum, in cui – come esordisce il curatore del libro nella Presentazione – «intellettuali credenti e non credenti si confrontano con il discorso che Papa Benedetto XVI ha pronunciato il 19 ottobre 2006 alla Fiera di Verona, in occasione del IV Convegno nazionale della Chiesa italiana» (p. 23). Senza attardarmi sulle diverse prese di posizione apparse su vari giornali in ordine alla prolusione del Cardinale Dionigi Tettamanzi all’apertura del Convegno stesso il 16 ottobre, mi soffermo sulla riflessione meditata che ha avuto come oggetto appunto il discorso del Pontefice, limitandomi a sottolinearne i temi centrali. In continuità con gli altri Convegni, voluti da Paolo VI e da Giovanni Paolo II, ma ovviamente tenendo conto del nuovo contesto epocale, anzitutto il Papa mostra la necessità che la Chiesa italiana si proponga come punto di riferimento di un cammino a ritroso del Vecchio Continente – dettato dalla presa di coscienza della perdita secca della libertà personale – per consentire all’Occidente di affrontare un dialogo vero con le altre culture.
Dopo aver evidenziato la relazione che intercorre tra religioni e culture, ha richiamato l’attenzione sulla gravità del rischio che l’Occidente si distacchi dalle radici cristiane della propria civiltà. Interessante è notare che Benedetto XVI non propone una resa al moderno, tanto meno la supina accettazione di una degenerazione inevitabile, ma un’apertura critica che implichi una riconciliazione con l’umanesimo e persino con l’illuminismo se depurato dalle successive involuzioni positivistico-scientiste. Va da sé l’impossibilità di sostare in questa sede in maniera puntuale sulla proposta di alto profilo intellettuale dell’intervento del Papa. Si può dire che ogni campo del sapere è interessato in tale proposta che, se accolta senza pregiudizi, non tarderà a portare i suoi frutti. In particolare vorrei citare la riflessione di Vitiello che distingue nel discorso in questione tre differenti canali comunicativi: quello accademico – a proposito del quale auspica l’organizzazione di seminari e laboratori da parte delle varie istituzioni per avere precise ricadute sull’intera rielaborazione di pensiero del mondo accademico e teologico italiano – quello pastorale e quello del laicato, richiamando la doverosa attenzione alla centralità dell’educazione della persona e la necessità di “allargare la ragione”, ossia di superare il relativismo che conduce al nichilismo e all’isolamento.
Un passaggio dell’intervento di Belardinelli recita così: «Il richiamo di Benedetto XVI a questa intelligenza dell’universo fa del discorso di Verona uno snodo fondamentale per la cultura del nostro tempo […che sembra] inebriarsi di fronte alle varie cosmologie di tipo bio-evoluzionistico» (p. 145), strettamente connesse con la crisi dell’etica contemporanea giustamente ricondotta al relativismo e utilitarismo, con l’esclusione di ogni principio morale: tutti costatiamo, infatti, quanto il funzionalismo ignori il problema del senso. E conclude : «Ragionando ‘come se Dio non ci fosse’, si arriva, o si potrebbe arrivare, a ragionare come se non ci fosse nemmeno l’uomo. Questo, a mio modo di vedere, è lo sfondo che anima il discorso di Verona» (p. 147). Da questi pochi stralci qui riportati emerge la ricchezza di contenuti del presente libro. Da ognuno degli interventi si ricavano, infatti, molti stimoli che accendono il pensiero e di cui la ricerca può avvalersi in vari settori del sapere.
Tratto dalla Rivista di Scienze dell'Educazione n. 2/2008
(www.pfse-auxilium.org)
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