Il diario

Ristampa del 2010

PRESENTAZIONE
di Don Romano Piccinelli 

L'esperienza mistica di S. Veronica Giuliani è una delle più luminose che la storia della Chiesa ricordi.
Il suo valore emerge inconfondibile alla luce della rivelazione cristiana.

L'incontro personale con Cristo Redentore ne costituisce la profondità costante ed essenziale.
Soltanto in Lui prende forma e misura l'amore di Veronica per la Chiesa e per l'umanità, nella linea dell'offerta e dell'immolazione.

I suoi scritti, e soprattutto il lungo Diario, a volte scoraggiano anche il non frettoloso lettore. Per questo viene riproposta la terza edizione di queste pagine, scelte e commentate da Maria Teresa Caroni, a mo' di biografia; risalgono al 1954 ma non hanno perso la loro originale freschezza.
Offrono un primo valido approccio al mondo di Veronica e, creando interesse, avviano il lettore verso altri studi che, nel frattempo, si sono notevolmente estesi e approfonditi.

INTRODUZIONE ALLA PRIMA EDIZIONE
di Maria Teresa Carloni 

Chi abbia posto nella mia mente il pensiero di trattare la vita di una Ira le più grandi sante, quale S. Veronica; Giuliani, io non lo so, né cerco di indagare2. Conosco le mie scarse possibilità e sono certa che, basan­domi su esse solo, ben poco e molto malamente riuscirò a fare. Tuttavia, spinta (la questa forza a me sconosciuta ma più ancora dal dovere che m' impone l'obbedienza verso il mio Direttore di Spirito, inizio con ani­mo trepidante e commosso questo immane lavoro. Qui non si tratta solo di fare un'antologia, come dice il Cioni, ma di trarre dai dieci volumi del «Diario», tutto il «Diario», con un nesso logico, con argomenti ben deter­minati, senza ripetizioni di sorta. Avendo la Santa scritto di seguito, per obbedienza, non riletto, ma consegnato subito al suo confessore quanto aveva scritto, è chiaro che moltissime volte si ripete sia negli affetti sia anche (e questo lo fa il Signore) nelle rivelazioni. La missione della San­ta non può cambiare di volta in volta, ma rimane sempre quella: è chiaro quindi la necessità del ripetersi anche del Signore nelle sue manifestazio­ni. Tutto questo, nel presente lavoro, si è cercato di evitare. per rendere il Diario accessibile a tutte le anime che vogliono avere una aiuto valido per raggiungere la perfezione.

E tu, o S. Veronica. che sorridi incredula ;dia vista di questi miei affan­nosi e incerti passi, volgi su di me una parte del tuo sguardo misericordioso per illuminarmi ed aiutarmi. Tu che conosci quanto possa l'obbedienza, tu che tanta lede hai avuta in essa, confortami e sostienimi in questo difficile frangente, affinché, come te, possa mostrare al mondo che l'atto dell'obbedire genera prodigi e miracoli, che niente umana non può neppure immagi­nare. Come te -- affidata in questa santa virtù, in cui voglio vivere e morire, «incomincio dunque a mettere in esecuzione il comando che — il mio Padre «Spirituale m'impone in virtù di santa obbedienza... Benché impresa a me «difficilissima e di grandissima fatica, a nessuna di queste cose osservando, «con l'aiuto di Dio incomincio... Scrivo — come te — solo per obbedire.., dirò «quello che posso per fare l'obbedienza.., e tutto sarà a gloria di Dio».

Anche tu, o Angelo Custode, aiutami; e tu, o Spirito Santo, largheggia nei doni della costanza, dell'intelletto, della sapienza. Alla Vergine santis­sima poi, che con tanta clemenza si è degnata di mostrarsi numerose volte a questa sua diletta figlia di cui oggi inizio Io studio, chiedo che voglia chi­narsi con la stessa tenerezza sul mio ingrato cuore, per fare da esso sgorga­re parole che penetrino in tutti coloro che necessitano maggiormente della misericordia divina.
Scavare nel cuore di Veronica Giuliani è come scavare nel cuore di Cristo.

Parla con quello stesso linguaggio con cui sei riuscita a penetrare nei mio cuore e più facile per te sarà farti comprendere dagli altri, poiché nessuna creatura possiede un cuore gelido e duro quanto il mio.

«Comunicavami un non so che intimamente, ma non so raccontare «niente, e non mi parve di poterlo dire con parole. Mi lasciava al vivo la «cognizione di me stessa, e bramavo di più penare. Ed anca dopo tutto ciò «sentivo più pena nel cuore, e mi sentivo quella fiamma che m'abbruciava. «Ogni volta che andavo alla santa Comunione, mi pareva che si accendesse «sempre più quell'ardore, che sentivo dentro del cuore. Mi pare che molte «volte, quando andavo a comunicarmi, mentre che il Sacerdote ponevami «l'Ostia in bocca, parevami di pigliare come una fornace di fuoco, che mi «faceva impazzire. Non mi accorgevo cosa facessi. Andavo via di coro cor­rendo, e gridavo forte; ma non mi accorgevo di fare ciò. Solo ora mi tro­vavo in un luogo, ora in un altro, e molto mi rammaricavo col Signore, «perché non avrei voluto dare ammirazione esteriormente. Ma delle volte «penso averne data, perché facevo come una pazza, e non potevo tacere. In «detto tempo pigliavo di molti flagelli, e mi percuotevo di molto; ma io non «mi accorgevo di nulla, Mi ricordo che una volta suonai la campana e feci «più sorte di spropositi; eppure non mi accorsi di nulla».

Un'ultima preghiera la rivolgo al mio Padre Spirituale prima, e poi a tutti coloro che un giorno forse si chineranno su queste povere pagine, affinché perseverino con clemenza e raccolgano da esse quei frutti che, non la mia penna, ma, l'esempio stesso della santa, intende offrire a tutti gli uomini di buona volontà.

Aiutami, o Signore, e guida la mia mano.

ESTRATTO DAL PRIMO CAPITOLO

Materia e abbozzo

Il 27 dicembre 1660 la mano di Dio misericordiosa e benedicente si china sull'ultima culla di Francesco Giuliani e Benedetta Mancini unitisi in matrimonio il 15 gennaio 1645. Un vagito, simile all'intermezzo di cori angelici, sembra elevarsi da quei tiepido nido per spiccare i primi voli verso lo spazio infinito e increato fino al trono dell'onnipotente Creatore, unico artefice di sì magnifica gemma e di così profumato fiore. Pareti benedette, famiglia cristiana prediletta! la piccola Orsolina, che assetata di amore di­vino, fin dai primi vagiti, cerca di rendere la sua voce atta al coro per poter un giorno salmeggiare, come pochi hanno fatto e faranno, la gloria di Dio. E all'Onnipotente che nulla è nascosto, piace sorridere di tenerezza e di amo­re, mentre nel firmamento un Angelo invisibile accende una nuova stella, quella stella che illumina ed è il vanto del piccolo e boscoso Mercatello.

Ecco la nostra Orsolina crescere fra le oneste mura borghesi. scalda­ta dalla tiepida fiamma del focolare domestico, temprata dall'encomiabile esempio familiare, arsa in un secondo tempo dal rogo dell'amore divino. Cresce in grazia e sapienza, si dice del pargoletto Gesù; àltrettanto forse si può dire nei riguardi di questa sua prediletta e degna seguace, poiché se pure dei lati negativi in lei vi sono, causati da una debolezza materna e paterna, che in seguito viene maggiormente accentuata anche dal tenero affetto delle sorelle maggiori, tuttavia, in essa si trova un qualche cosa che già molto in anticipo può far pensare ad un'anima speciale. Come capita in quasi tutte le famiglie, lei, la più piccina, viene vezzeggiata e viziata, e il suo carattere ardente ed esuberante ne approfitta.