L'insegnamento della religione cattolica nella scuola che cambia
(Universitaria)EAN 9788882315573
Accompagnata dalla prefazione di Mons. Francesco Cacucci, Arcivescovo di Bari-Bitonto nonché Gran Cancelliere della Facoltà Teologica Pugliese, l’opera di Alessandro Barca costituisce un’attenta riflessione sull’identità dell’IRC e sul ruolo della scuola nella crescita globale del futuro Uomo. In questa realtà sempre più poliedrica e complessa, afferma l’Autore, caratterizzata dalla crisi dei valori, dalla globalizzazione, dall’assenza di punti di riferimento saldi, dal pensiero debole, dalla civiltà liquida e frammentata, in cui la relazionalità umana diventa sempre più spesso asfittica e virtuale, nasce l’urgente esigenza di recuperare o scrivere ex novo un’antropologia culturale capace di rinsaldare i legami tra gli individui, di ridare valore ai valori e alle persone; c’è bisogno, quindi, di una “nuova cultura” che si potrebbe definire “ermeneutica”; una cultura cioè orientata a decifrare l’esperienza umana e a trovarvi un significato degno di essere vissuto.
In questo “villaggio globale” si vive un disagio inedito legato non tanto a carenze di educazione quanto piuttosto alla eclisse del concetto stesso di educazione. Oggi, più che mai, infatti, ci si interroga particolarmente sul senso della paideia, e conseguentemente sull’identità pedagogica e culturale della scuola. Ci si rende conto che per uscire dall’emergenza educativa in cui ci troviamo, la scuola deve essere una delle preoccupazioni fondamentali di chiunque abbia a cuore il destino della persona umana; perché è la scuola ed i suoi insegnanti che in larga misura introducono in maniera sistematica la persone nell’universo del senso in cui esse imparano la difficile arte di usar la loro ragione, e costruiscono l’ethos della loro vita.
È la scuola che deve abilitare a pensare con la propria testa e a sognare con il proprio cuore, ed è la scuola che, anche attraverso la pedagogia dell’incontro e del dialogo, attraverso una vera e propria cura educativa, ha la missione di immunizzare la persona contro la tirannia del conformismo, di generare cioè persone veramente libere e liberamente vere. Il volume è strutturato in IV capitoli: nel primo (Le stagioni dell’IRC nella scuola italiana) l’Autore delinea il profilo storico e le continue “evoluzioni” dell’IRC in Italia dai primi secoli cristiani ad oggi con un’analisi puntuale delle vicissitudini storiche che hanno in qualche modo plasmato e caratterizzato l’IRC. Nel secondo capitolo (La figura dell’insegnante nella scuola che cambia) attore indiscusso è l’insegnante: egli partecipa a ri-disegnare orizzonti di senso per un’identità efficace e mirata. L’IRC, in tale dinamica, assume particolare significato pedagogico. L’Autore, dopo un’attenta ricerca sulla figura che l’insegnante assume nei secoli (dal modello sofista, al primitivo-tribale dell'insegnante stregone, al modello feudalereligioso dell'insegnante monaco, all’insegnante artigiano, guru,… fino a quello tecnologico) si sofferma sull’insegnante di IRC che acquista un’identità di professionista autorevole solo se consolida una propria biografia professionale, se rimette sempre in gioco le sue risorse cognitive ed emotive, se entra in un ciclo vitale di crescita culturale, che comporta la partecipazione a esperienze di varia intensità.
Al centro della sua professione docente, da un lato emerge una responsabilità antropologica, teologica, ecclesiale, dall’altro lato c’è una responsabilità sociale ed educativa, che si esplica nell’etica del lavoro ben fatto, nell’impegno educativo verso i ragazzi, nella formazione di persone e cittadini consapevoli, attivi e liberi. Nella missione educativa vissuta con piena dedizione, con amore, il docente è chiamato a dare il meglio di sé e ad offrirlo alle nuove generazioni, affinché si aprano alla verità, alla bontà e al bello. “L’Educazione è cosa del cuore”, diceva don Bosco; “…Fatti amare se vuoi farti temere, fatti amare prima di farti temere e fatti amare piuttosto che farti temere”. Ma non basta amare, bisogna fare in modo che i ragazzi capiscano di essere amati. Bisogna amarli nelle cose che loro amano. L'amorevolezza, secondo l’Autore, è la chiave di tutto: quando si conquista il cuore del ragazzo, allora si è conquistata autorevolezza. Solo attraverso l'amore dell'educatore l'alunno recepisce i valori, le motivazioni e i saperi, e li fa suoi. In questa dialettica la figura dell'educatore è centrale ma lo è perché sa, vuole e deve mettere al centro l’educando, la persona. Nel terzo capitolo (Il senso religioso nel futuro Uomo) si affronta il fulcro di ogni educazione: la persona, il futuro Uomo e cittadino. Il progetto “Uomo” (quale progetto educativo) appare, quindi, come uno dei beni più preziosi al quale è approdata la vicenda e la storia umana.
Il progetto, a cui secondo l’Autore tutti dovremmo tendere, è quello di un uomo libero, per la vita, per la verità, democratico, critico, creativo, capace di progettare la propria esistenza. Un uomo al quale, in prospettiva educativa, più che indicare la strada e le strade da percorrere (e questo non può non essere fatto), è necessario che gli vengano forniti i mezzi e gli strumenti perché da solo possa trovare la propria strada. Ma il futuro Uomo non può prescindere dalla individuazione e dalla interiorizzazione dei valori morali, che devono essere assunti non come un “manuale di condotta”, ma come criteri morali sui quali non possono non riconoscersi tutti coloro che dicono di accettare una società democratica e pluralistica. L’Autore, quindi, analizza con accuratezza la dimensione etica, sociale, psicologica dell’educando soffermandosi sul quadro evolutivo della costruzione del sé morale e sullo sviluppo del senso religioso.
Nel quarto ed ultimo capitolo (IRC e didattica) l’Autore affronta con determinazione e scientificità l’urgenza di una nuova e vera “arte dell’insegnare” e, attraverso una puntuale e rigorosa scansione degli argomenti (L’arte del programmare, L’arte dell’incontro, L’arte di dialogare, L’arte di ascoltare, L’arte di usare le tecniche didattiche essenziali, L’arte del comunicare e far comprendere il linguaggio religioso…) arricchiti da grafici esplicativi, mostra con originalità un nuovo modo di fare didattica, senza tralasciare l’aspetto legislativo (Decreti Legge, Sperimentazioni…). Ciò che rende originale ed innovativa l’opera di A. Barca è la sua convinta adesione “all’arte di educare allo stupore e alla meraviglia”. Aiutare i ragazzi a guardare la realtà con occhio stupito e ad allargare la ragione in questo gesto: ecco uno dei primi compiti dell’educatore, del genitore, dell’insegnante. Un vero Maestro ci deve guidare in questo percorso. Il lavoro di A. Barca si pone nell’alveo delle considerazioni sopra espresse, quando si occupa della centralità della Persona, fine ultimo e fil rouge che accompagna ogni opera dell’Autore.
In questo testo, accanto al suo carattere storico, – e che vuol dire evidentemente riconoscere alla persona molto di più che l’essere semplicemente inserita in un contesto spazio/ temporale – Barca fa riferimento agli “aspetti” della “persona che apprende”. Vengono, infatti, evocati gli aspetti cognitivi, affettivi, relazionali, corporei, estetici, etici e spirituali. La stessa persona, nata per entrare in relazione, per prendersi cura dell’Altro, libera, creativa, dal giusto senso critico, viene presentata come titolare di “domande esistenziali, che vanno alla ricerca di orizzonti di significato”. Da quest’opera possono trarre certamente grande profitto gli studenti, a cui è anzitutto destinata e per i quali costituisce un valido esempio di come l’attività di studio e di ricerca dia i migliori frutti se nel lavoro si tengono ben uniti la mente ed il cuore. Ma il libro è molto più di un manuale: per la ricchezza dei contenuti, per l’accurata e copiosa bibliografia, per l’attualità dei problemi sollevati, per la chiarezza espositiva non appesantita da citazioni fine a se stesse, per la profondità delle riflessioni può essere utile luogo di sostegno per gli insegnanti ed un riferimento importante per tutti coloro che, impegnati ad affrontare l’attuale momento di emergenza educativa, cerchino spunti di riflessione e strumenti per un’educazione autentica della persona.
Tratto dalla Rivista "Fides et Ratio" n. 2/2010
(http://www.issrguardini.taranto.it)
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