Evangeliario nella storia e nella liturgia

Con la riforma liturgica promossa dal Vaticano II anche l’Evangeliario ha ritrovato il suo significato. Le Premesse al Lezionario lo ricordano con un invito pressante perché le Chiese siano dotate di un libro bello dedicato alla proclamazione della parola del Signore. Di esempi in questi anni non sono mancati. Anche «Rivista Liturgica» ha presentato modelli significativi sorti per l’iniziativa di case editrici o di singole istituzioni.

Il volume presenta soprattutto il percorso che la Chiesa di Milano ha saputo affrontare per la realizzazione di un Evangeliario. Nella prima parte due contributi si soffermano sull’Evangeliario nella storia e nella liturgia: L’Evangeliario nel suo «sito» di lettura, dagli usi giudaici alla pratica cristiana (E. Bianchi); Il libro dissigillato. Per una fenomenologia cerimoniale dell’Evangeliario (E. Borsotti).

La seconda parte raccoglie gli Atti del Convegno «Un Evangeliario contemporaneo per le Chiese d’Italia», con questi contributi: Prefazione (N. Valli); Per un Evangeliario contemporaneo (D. Tettamanzi); Liturgia e iconografia: l’Evangeliario e i programmi decorativi dei codici liturgici medievali (V. Ascani); L’immagine, icona del desiderio, della reciprocità e dell’incontro con l’altro. Fondamenti teologici ed estetici di un incontro tra l’arte contemporanea e il cristianesimo (J. Cottin); Essere testimone: l’immagine nella tradizione cristiana. Una traduzione per immagini (A. Dall’Asta); Alcune riflessioni sull’icona e sull’idolo (M.-J. Mondzain); L’Evangeliario delle Chiese d’Italia (1987). Progetto, realizzazione, ricezione: un bilancio (C. Valenziano); L’Evangeliario francese del 1990: criteri di realizzazione, funzione liturgica ed esperienza celebrativa (P. Prétot); Realizzare oggi un Evangeliario (F.G. Brambilla); Parola e immagine nel segno di un Evangeliario contemporaneo (G. Ravasi).

Le esperienze di questi anni e i contributi finora apparsi a partire da diverse prospettive hanno posto in evidenza il bisogno di rispondere all’invito racchiuso nella Premessa al Lezionario; ma di rispondere però con modalità tali da offrire un libro che se da una parte svolge un «ministero» alla Parola, dall’altra costituisca un’occasione per far vedere come l’incontro tra arte e Parola permetta di cogliere anche da questo versante la centralità di quella Parola che sta all’origine di ogni celebrazione. Ed è per questo che il richiamo alla bellezza mantiene una centralità essenziale. Sarà interessante mettere a confronto i risultati racchiusi in questo volume con quanto apparirà nel primo numero del 2013 della nostra rivista tutto dedicato alla presentazione dettagliata dell’Evangeliario ambrosiano.

Ci auguriamo che anche questo impegno – che non si sovrappone al volume in questione – costituisca un invito pressante perché tutte le Chiese possano avere un Evangeliario in modo che attraverso la bellezza del libro della Parola sia colta la bellezza dei suoi contenuti. E questi Atti costituiscono uno stimolo prezioso a lavorare in tale contesto.

Tratto da "Rivista Liturgica" n. 4/2012
(http://www.rivistaliturgica.it)