Queste poche pagine di meditazione sui primi tre capitolo della Genesi, sono nate da una serie d'incontri con alcuni gruppi di giovani. Ci riunivano con l'intento di comprendere le grandi linee direttive della Bibbia, per uniformare su di esse la nostra vita di credenti. L'ispirazione della bibbia, ci dicevamo, rende normativa la sua parola nella vita di chiunque creda a questa verità, nè le sue direttive devono essere in contrasto con le conoscenze del nostro tempo. I temi della creazione, del peccato, della salvezza acquistano nuove problematiche e prospettive. Un nuovo studio s'impone perchè l'interpretazione della bibbia superi il doppio ostacolo del rifiuto materialistico e del letteralismo ingenuo. Queste sono state le preoccupazioni che hanno guidato la nostra lettura biblica, di essa qui riportiamo un breve saggio. Lo presentiamo al lettore con la speranza che sia stimolatore di un nuovo amore per la parola scritta e per la parola creata. (G.v.) "Credo che la bibbia debba essere letta con spirito religioso. Non è un libro che dà interpretazioni scientifiche dell'universo; porta l'uomo a considerare la realtà ultima del creato. Il primo capitolo della bibbia ci insegna che Dio è il creatore di tutte le cose: "In principio Dio creò il cielo e la terra". Nelle parole in principio non è intenso l'inizio del tempo, ma religiosamente: "sulla sapienza di Dio". All'inizio c'è quasi un istante fra l'ideazione della creazione e la creazione effettiva; fra l'atto della volontà di Dio e il suo compimento. Questo momento è chiamato dai padri greci "la sofia divina". Nella mente di Dio tutte le creature hanno la loro perfezione, la loro figura incontaminata. Poi l'esistenza altera questi connotati. In tutte le religioni si trova tale concetto specifico che le creature, prima di esistere concretamente, sono esistite nel pensiero di Dio. Questo pensiero di Dio, naturalmente, è sempre attivo, perciò tutte le inquietudini che abbiamo derivato dal contrasto che riscontriamo tra la nostra realtà storica e ciò che sentiamo che dovremmo essere. Questo concetto è importante perchè siamo spesso portati a pensare che la creazione è presentata come un discorso di Dio, un discorso che non ha ancora raggiunto l'ultima parola; non solo la creazione di tutti gli esseri, ma di ogni singola creatura. La parola "principio" non significa "all'inizio del tempo", ma che "nella mente di Dio" fu ideato il cielo e la terra. La terra, considerata nella sua condizione di separazione da Dio, è deforme, caotica, disordinata. In questa terra informe c'è sempre lo spirito di Dio il quale media l'unione del cielo e la terra. Anche in noi c'è la terra, e in noi c'è il cielo e la nostra pace; cioè il raggiungimento perfetto della nostra creazione si ha in noi il giorno in cui il cielo coincide con la terra. Il cielo è la parte sofianica ed il profondo della creazione. Consideriamo le figure di Eva e di Maria. Maria è la discesa sulla terra della sofia della donna, dell'idea divina della donna; mentre Eva è l'immagine deformata della donna. Eva è in cammino verso Maria. Ogni donna è in cammino verso il raggiungimento di quella struttura perfetta creatura femminile che si è attuata in Maria. Essa è il cielo, la creatura del suo "principio". Quando il cielo discende, allora la creatura, la terra, diviene ordinata. Questo è sempre per opera dello spirito di Dio, non per opera della creatura. è lo spirito di Dio che aleggia e che porta alla creazione le parole che discendono da Dio e che sono sempre mediate dallo spirito. "Dio disse: sia la luce...". Qui gli esegeti discutono sul tipo di questa luce, se la solare o la stellare. Ogni manifestazione di Dio è sempre una azione luminosa. Anche i mistici dicono che ogni manifestazione di Dio è un improvviso apparire di luce nuova, luce che rimane distinta da tutte le tenebre, che sono sentite nella creazione come il disordine. La creazione separata da Dio non può essere che caos. Quando Dio discende si ha l'illuminazione della creazione, allora si ha la distinzione tra tenebra e luce: dove Dio viene c'è luce, dove Dio non è accolto c'è tenebra."