L'Eskimo in redazione
-Quando le Brigate Rosse erano «Sedicenti»
(Sagitta) [Libro in brossura]EAN 9788881554959
Torna, dopo vent’anni, un volume che ha contribuito a rileggere i cosiddetti “anni di piombo”. Anni scomodi, in cui alla violenza fisica degli extraparlamentari di sinistra e agli omicidi dei terroristi rossi si affiancava la compiacenza di molti politici e quella dei giornalisti. Il termine “sedicente” era spesso associato nei telegiornali alle rivendicazioni delle Brigate Rosse o di altri gruppi di ispirazione marxista, come a dire: “chissà se sono stati davvero quei bravi ragazzi, o non piuttosto i servizi segreti deviati o gli estremisti di destra a mettere quella bomba o a sparare a quel poliziotto”. Perché i brigatisti del Partito Comunista Combattente, in fondo, sono sempre stati considerati “compagni che sbagliano”.
Michele Brambilla ha avuto il coraggio di affermare (e poi di ribadire) che l’estremismo di sinistra ha potuto godere della benevolenza, del consenso e a volte perfino della complicità della maggior parte dei giornali e del mondo della cultura ufficiale, almeno fino al caso Moro. La ricostruzione, impietosa verso il mondo dell’informazione, riporta fra virgolette quanto scrissero i giornali sui principali episodi di violenza dell’estrema sinistra.
Questa nuova edizione, rivista e aggiornata (la decima di un libro che è stato pubblicato anche da Rizzoli e Mondadori) a distanza di tanti anni dalla prima del 1990, continuerà a stupire l’incredulo lettore, che si troverà di fronte uno dei più importanti e coraggiosi libri sul conformismo degli intellettuali italiani. Gli anni Settanta erano quelli in cui, dopo il feroce assassinio di Sergio Ramelli da parte di un gruppo legato ad Avanguardia Operaia (studente delle superiori reo di aver condannato in un tema le BR), si gridò al “delitto fascista”, maturato in ambienti “interni alla destra estrema”. Erano gli anni in cui un servitore dello Stato come Luigi Calabresi venne messo alla gogna, prima di essere assassinato da un commando di Lotta Continua, da fior di intellettuali (da Umberto Eco a Dario Fo) che lo bollarono come “commissario torturatore e assassino”, alimentando la spirale d’odio che portò al suo omicidio.
Il volume di Brambilla ricorda a chi non vuole dimenticare (ma anche a chi lo preferirebbe) un periodo buio troppo in fretta cancellato dalla memoria perché i progressisti e democratici di oggi cercano di nascondere di essere stati i comunisti e i manutengoli del terrorismo rosso di ieri.
Tratto dalla rivista Radici Cristiane n. 57 - Agosto/Settembre 2010
(http://www.radicicristiane.it)
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