Andremo alla Casa del Signore
-Pellegrinaggio alla chiesa parrocchiale
EAN 9788881554676
La presentazione di un libro pone abitualmente la domanda circa gli interessi che hanno portato a scrivere un altro libro. In genere si risponde che si vuole offrire un saggio su qualche tema d’interesse oppure che si vuole aggiornare la ricerca se si tratta di qualche figura storica eminente o un monumento con il riesame delle fonti letterarie e iconografiche come di documenti di archivio a disposizione. Nel nostro caso l’occasione immediata è stata data dalla missione avutasi nel novembre del 2008 nella parrocchia di San Roberto Bellarmino in Taranto e dal 25° di ordinazione presbiterale di don Antonio Rubino, parroco di tale chiesa.
Le due vitali occasioni spirituali hanno dato origine ad un pregevole volumetto di circa 130 pagine, per esplicitare a livello di coscienza comunitaria il mistero di salvezza che una comunità cristiana celebra in quell’edificio “chiesa” dove si reca abitualmente come in pellegrinaggio per ascoltare e ad approfondire la parola di Dio, celebrare i sacramenti, organizzare la carità. Il pellegrinaggio alla Chiesa parrocchiale, in altri termini – come sottolinea l’autore nell’introduzione – “è metafora di quello che ogni giorno dovremmo percorrere verso il Signore”, perché la mèta del cammino del cristiano non è un luogo, fosse pure un tempio, ma la persona stessa del Signore. Aiutare a cogliere questa valenza a chiunque si rechi nella chiesa di San Roberto Bellarmino in Taranto è lo scopo del volume, come pure delle opere artistiche del maestro Orazio del Monaco che della chiesa parrocchiale ha curato l’altare, l’ambone, il battistero, il cero pasquale, i dodici pannelli con scene del Nuovo Testamento nella linea della “Biblia pauperum” delle cattedrali medievali.
Per cogliere la peculiarità di questo bel contributo, circa la spiritualità che oggi si vuole far passare come messaggio nel popolo di Dio, potrà giovare ricordare come la spiritualità medievale, predicata e incrementata principalmente nel popolo di Dio dai quattro Ordini mendicanti (francescani, domenicani, agostiniani, carmelitani), era il risultato di due sorgenti: la devozione all’umanità di Cristo, in particolare al Cristo crocifisso che postulava l’identificazione con l’amato crocifisso, comune alla spiritualità medievale (in tale contesto sono da leggere san Francesco, santa Rita ecc.), veicolata tuttavia dalla tradizione agostiniana, connotata di amore affettivo, che nel Medioevo diede anche origine alla teologia affettiva (la teologia del cuore ovvero la teologia narrativa dei gesti salvifici del Salvatore come ci vengono narrati nei Vangeli). Nella teologia post-tridentina si ebbe una regolarizzazione liturgica con la pubblicazione del Messale Romano di Pio V (1570) e del Breviario romano che aprirono gli spazi, anche nella liturgia, alle scenografie barocche della sontuosità, coadiuvate dalle musiche gregoriane o polifoniche delle Cappelle musicali e dalla monumentalità, anche degli spazi interni dell’edificio-chiesa, come pure da immagini grandiose, sovrumane che si stagliano nelle volte delle cupole barocche. Il volume curato da Antonio Rubino vuole riflettere una nuova fase di spiritualità, quella iniziata dal Vaticano II, che nella liturgia ha la sua origine e ad essa vuole ricondurre ogni attività della comunità cristiana. Un percorso tuttavia ancora in fase di rielaborazione che spiega sia talvolta il ricorso all’indietro che le spinte in avanti della cristianità post- Vaticano II.
Tratto dalla Rivista "Fides et Ratio" n. 2/2009
(http://www.issrguardini.taranto.it)
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