Vita breve di san Francesco d'Assisi
(Sesto sigillo)EAN 9788879622837
Se uno volesse pubblicare il testo che ha visto per la prima volta il sole nel 1895 – G. SALVADORT, Su San Francesco d’Assisi. A proposito di una sua vita recente (Vie de S. Fr. d’A. par Paul Sabatier, Fischbacher, Paris 1984), “Nuova antologia”, anno 30, ser. III, vol. LV, fasc. III, 1° febbraio 1895, 497-525; 15 febbraio 1895, 758-792, e poi è nato ancora tre volte (nel 1941, nel 1962, nel 1981) – dovrebbe avere qualche motivo valido. Solo i testi che hanno la vita dentro di sé riescono a rientrare ancora una volta, con forza irresistibile, nel sistema cardiovascolare della società che li legge. I testi che non hanno la vita, che sono morti, non saranno risuscitati da niente e da nessuno. Finiranno a raccogliere la polvere nelle parti più remote dei magazzini delle biblioteche, o, se meno fortunati, ad essere riutilizzati come carta straccia.
Sembra quindi che la Vita breve di san Francesco d’Assisi di Giulio Salvadori debba avere qualche forza intrinseca, che le permette ancora una volta, a distanza di 123 anni dalla sua nascita, di sfondare le porte delle tipografie e occupare la memoria delle carte grafiche dei computer dei redattori moderni. Ed è vero. La Vita breve di Salvadori è un testo talmente vivo che è riuscito perfino a scappare un po’ dalla mano degli editori, e lo ha fatto più volte. Non si è lasciato pubblicare per intero in nessuna delle ultime due occasioni. Nell’edizione del 1962 (Vita breve di san Francesco d’Assisi, prefazione di M. Sticco, Vita e pensiero, Milano 1962) mancavano i due testi finali e le note. L’edizione del 1982 (San Francesco d’Assisi, premessa di N. Vian, Logos, Roma 1981) conteneva i testi finali e le note, ma non aveva il breve testo inziale.
L’edizione presente riproduce quella del 1895, ed aggiunge anche il testo intitolato Ricordo di Paolo Sabatier (pp. 169-183), pubblicato per la prima volta nel 1928 – nel “Bollettino della Società Internazionale di Studi Francescani” 25 (1928) fasc. 10, pp. 8-14 – e ripreso nell’edizione di Vita breve del 1941 (Vita breve di San Francesco, con un saggio di N. Vian su Giulio Salvadori e Paul Sabatier, Vita e pensiero, Milano, 1941). Il curatore dell’edizione del 2018, oltre ad assicurarsi che al testo non mancasse niente di ciò che è apparso nelle edizioni precedenti, ha fornito al lettore anche: Note al testo (pp. 185-195), Cenni biografici su Giulio Salvadori (pp. 197-198) e Bibliografia (pp. 199-201).
Il volumetto si apre con il testo del curatore Paolo Vian, che offre al lettore quasi 30 pagine della premessa (intitolata: La libertà nell’obbedienza. Paul Sabatier e Giulio Salvadori – studiosi e discepoli di Francesco d’Assisi, pp. 5-30), a cui segue una breve Nota bibliografica (pp. 31-32). Nella premessa, Vian traccia la storia dell’amicizia tra Paul Sabatier e Giulio Salvadori, nata a causa del loro amore per la figura di san Francesco, vista tuttavia da due prospettive totalmente diverse. Paul Sabatier, studioso francese, calvinista, figlio della sua epoca e della sua denominazione e quindi uomo con l’individualismo e il razionalismo inciso nelle profondità del suo DNA spirituale, conquista il pubblico con il libro su san Francesco. Nella sua Vie de saint François d’Assise (Paris 1894), presenta san Francesco come un uomo profondamente anti-romano, anti-istituzionale, libero e indipendente. Per documentare storicamente la sua opera, usa soprattutto le fonti francescane legate alla cerchia dei primi compagni del Poverello.
Il libro di Salvadori è una sorta di risposta al libro di Sabatier, una rilettura critica, una lunga recensione, scritta in un modo atipico. Infatti, Salvadori, un laico cattolico, non combatte con il testo di Sabatier, ma si mette al lavoro e cerca di scrivere il suo testo, la sua versione della storia del santo di Assisi. Vuole scrivere un’opera in cui non mancherà l’elemento soprannaturale, non mancherà il riferimento alla relazione tra Chiara e Francesco, e dove non tutto sarà spiegato, sottoposto alle sofisticate operazioni della mente razionalista: «Perché cerca egli [Sabatier] d’interpretare il modo nel quale accade la rivelazione a san Damiano? La vita è misteriosa, e la vita divina dell’anima soprattutto, e il mistero si rende solo rappresentandolo fedelmente senza cercare di spiegarlo: chi vuole spiegare l’uccide» (p. 159).
Il testo di Salvadori comincia con il Prologo (p. 34), in cui fa riferimento all’opera di Sabatier e spiega il motivo per cui vuole scrivere la sua versione, dicendo che nel libro di Sabatier il santo d’Assisi è raccontato bene, sì, ma che «non si sente presente». Seguono undici capitoli in cui viene raccontata la vita del Poverello (pp. 35-155). Il capitolo XII è un capitolo in cui Salvadori dà il suo giudizio conclusivo sulla Vie di Sabatier (pp. 157-161), seguito dal testo in cui commenta il suo modo di usare le fonti (pp. 163-168).
I frammenti del carteggio riportate da Vian nella premessa mostrano gli infiniti appelli di Salvadori, con cui voleva convincere Sabatier che vale la pena scrivere la seconda versione della Vie. Salvadori avrebbe voluto vedere una Vie in cui non manca il riferimento al mondo spirituale, in cui c’è lo spazio per il concetto della libertà esercitata nella maniera paradossale – libertà nell’obbedienza. Sabatier non si è lasciato convincere. Gli elementi di cui scriveva Salvadori li possiamo trovare però nella sua versione della storia di Francesco. È la storia raccontata in maniera semplice, con l’attenzione alla cronologia, al giusto uso delle fonti. Nella Vita di Salvadori non mancano ovviamente i riferimenti all’opera di Sabatier che viene trattata da Salvadori con la massima gentilezza. Infatti, questo è uno degli aspetti che è sottolineato tante volte: essere garbato, gentile, delicato, sono tra le caratteristiche di Dio più amate da san Francesco, che cerca di farle sue e insegnarle ai frati.
Se c’è qualche profitto immediato che possiamo trarre dalla lettura di questo volumetto è l’insegnamento pratico su questo argomento: sulla gentilezza. Infatti, tutto il volumetto mostra che è possibile discutere tra gli scienziati in maniera garbata e gentile, e che è possibile che un tale discutere sfoci in una lunga amicizia. È un libro che vale la pena leggere per capire qualcosa degli inizi del rinnovato interesse per gli studi francescani. Tutto è cominciato con Paul Sabatier, deceduto il 4 marzo 1928. Questo è una delle occasioni per cui il libro torna in libreria.
E quindi anche noi vogliamo essere gentili, condividendo l’esperienza positiva della lettura di questo volumetto. Abbiamo solo un suggerimento. Caso mai l’editore pensasse alla ristampa o all’edizione successiva del libro, forse varrebbe la pena riconsiderare la scelta del colore e del carattere usati nella stampa. Il verde è bellissimo e rimanda alla speranza, ma dopo un paio di pagine di lettura diventa un po’ antipatico. E quello che per il lettore relativamente giovane è solo una scomodità, potrebbe diventare un ostacolo insormontabile per chi ha sulle spalle più anni di esperienza.
Tratto dalla rivista "Miscellanea Francescana" n. I-II/2018
(http://www.seraphicum.com)