Il Testamento di Chiara d'Assisi: messaggio e autenticità
(Tau) [Brochure]EAN 9788879622059
Il volume di Carlo Paolazzi si articola in due parti che corrispondono a due studi sul Testamento di Chiara, proponendo quindi due letture dello stesso che si illuminano e si completano vicendevolmente: la prima («Il Testamento di Chiara d’Assisi: una vita tradotta in messaggio spirituale», pp. 23-79) dallo spessore più meditativo, la seconda («Il Testamentum di Chiara d’Assisi: prove interne di autenticità», pp. 81-138) dal taglio più tecnico, esegetico e filologico. Nella prima sezione l’autore sottolinea, come chiave di lettura dell’intero scritto, la natura peculiare del testamento clariano (in sintonia con quello di Francesco): esso è manifestazione, prima che «lascito», di una vita centrata sull’essere non sull’avere, di un’interiorità che si pone come eredità condivisa: «non vi si parla di ricchezze ma di ‘‘«povertà’’ (paupertas), non di beni (bona) ma di ‘‘benefici’’ (beneficia) ricevuti dal Signore, primo fra tutti quello della vocazione» (p. 23). Sebbene sia stata avanzata l’ipotesi di una sommaria dettatura del testo da parte di Chiara, ormai prossima alla morte, e di una successiva redazione dello stesso da parte di frate Leone, risulta difficile addurre questa eventualità a prova di una non autenticità del Testamento. A conferma di ciò Paolazzi lo rilegge evidenziandone le solide componenti clariane, coerenti con la visione teologica sottesa anche alle Lettere ad Agnese, a partire da quattro nodi fondamentali (cf. p. 27) che affiorano dal testo: la vocazione evangelica di Chiara e delle sorelle; la fedeltà alla povertà nella Chiesa e con la Chiesa e il sostegno da parte dei frati; l’esortazione alle sorelle a camminare nella via della semplicità, umiltà, povertà e carità vicendevole; la perseveranza fino al compimento della vita eterna.
L’autore ascolta in profondità l’esperienza che si rivela nell’utilizzo, da parte di Chiara, del termine «vocazione», cogliendovi un itinerario discendente e ascendente, che coinvolge l’iniziativa prioritaria del Padre, l’esempio di Francesco e la fedeltà a Cristo, tra memoria e futuro: «in Chiara lo sguardo verso il passato è contemplazione di un evento di grazia sempre in atto, e si accompagna a uno sguardo lungimirante verso il futuro, con un ampliamento progressivo degli orizzonti di salvezza, che dal ‘‘Padre delle misericordie’’ e da Cristo ‘‘nostra via’’ sono passati a Francesco, da Francesco a Chiara e alle sorelle presenti, e da queste ultime dovranno allargarsi alle sorelle future e a tutti ‘‘quanti vivono nel mondo’’» (p. 35). In tale dinamismo, Paolazzi rileva una «spiritualità clariana del ‘‘rispecchiamento’’» (cf. p. 37) che non termina nell’autocompiacimento ma nella restituzione di una «forma» continuamente ricevuta, lo stesso Vangelo da cui Francesco si è lasciato formare. Nella Chiesa Chiara chiede di vivere questa via nella povertà, auspicandola con fiducia e forza come un «privilegio», «un mistero e un dono di grazia ecclesiale» (p. 60), da perseguire assiduamente secondo il programma di vita evangelica «nel quale lei e le sorelle sono state ‘‘ammaestrate da Cristo e dal beatissimo padre nostro Francesco’’» (p. 69). A questo riguardo l’autore evidenzia una corrispondenza tra l’esortazione che Chiara fa nel Testamento alle virtù della semplicità, umiltà e povertà e il Saluto alle virtù di Francesco che canta come sorelle le medesime: esse costituiscono il fulcro della sororità clariana (cf. pp. 70-71), all’interno della quale anche l’autorità è esercizio di virtù e carità reciproca. È per la perseveranza in questa via di vita che Chiara invoca, a conclusione del suo Testamentum, l’aiuto del Signore, lasciando questo scritto come segno di benedizione alle sue sorelle: tratto che trova continuità nel testo della benedizione clariana che la tradizione testuale pone in calce al Testamento.
La seconda sezione del volume dà conto del «largo dibattito critico degli ultimi decenni su gli Scritti di Chiara» (p. 85), enucleando due questioni in particolare e presentandone una breve rassegna critica (cf. pp. 81-98): la reale competenza linguistico-retorica della Santa di Assisi e la legittimità dell’ipotesi di una collaborazione redazionale di frate Leone alla stesura del Testamentum e, quindi, il problema dell’autenticità o meno dello stesso. Una via risolutiva può essere intrapresa, suggerisce Paolazzi, mediante l’esame metodico del Testamentum di Chiara «dall’interno, in tutte le sue componenti contenutistiche e formali, dalla struttura compositiva alla visione teologica, dalle fonti biblico-liturgiche a quelle francescane, dalle informazioni autobiografiche al lessico e allo stile espositivo, per verificare se l’ipotesi di una stesura a due mani trova conferma in eventuali «stridori» contenutistici o formali interni, o se al contrario la coerenza di sostanza e di forma appare tale da esigere un’unica mente che pensa e una sole voce che detta i pensieri» (p. 96). Il testo, puntualizza ancora Paolazzi, presenta alcune notevoli costanti formali e contenutistiche: una peculiare visione teologica della vocazione (già enucleata nella prima parte del presente volume); «una lunga serie di ritorni sulle singole componenti della teologia ‘‘vocazionale’’» (p. 97); arricchimenti di notizie autobiografiche sulla grazia delle origini e sul futuro delle sorelle povere rispetto ai dati forniti dalla Regula e dai testi biografici (Processo e Legenda); citazioni frequenti degli Scritti di Francesco. L’analisi puntuale di questi aspetti (pp. 98-135) pare deporre a favore di una sicura appartenenza, «fino a prova contraria», del Testamentum a Chiara, svelando nell’esclusività del lessico e delle metafore e nella concordanza «di memorie autobiografiche e testuali» (p. 137), la ricchezza e l’autorevolezza di un’esistenza che continua a farsi specchio e via, parola di Chiara, eredità evangelica per la Chiesa.
Tratto dalla Rivista "Il Santo. Rivista francescana di storia dottrina arte" LIV, 2014, fasc. 2-3
(http://www.centrostudiantoniani.it)
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