Giovanni da Capestrano e la riforma della Chiesa
EAN 9788879621366
Nonostante la fondamentale monografia del redentorista Giovanni Hofer, i molteplici incontri capestranensi promossi da Edith Pasztor, i vari studi e contributi pubblicati qua e là in riviste e miscellanee, italiane e straniere, l'opera che qui si segnala dimostra che c'è ancora qualcosa da studiare e da comunicare su Giovanni da Capestrano.
I francescani hanno organizzato un convegno di studi a Greccio su questo personaggio della prima metà del Quattrocento ed hanno curato quest'anno puntualmente una dignitosa pubblicazione degli atti. Non si tratta soltanto di affanno storico e di mania dell'archiviazione dei particolari. La vicenda di frate Giovanni presenta invece alle menti aperte all'attualità molti spunti rilevanti di riflessione senza alcuna forzatura attualizzante e mistificante. Studiosi competenti (Pietro Maranesi, Letizia Pellegrini, Marco Bartoli, Paolo Evangelisti, Paolo Vian, Alberto Forni), collocandosi in una prospettiva di studio storico, e quindi liberi da intenti agiografici o apologetici, ma, come nota nelle conclusioni Grado Giovanni Merlo, «senza algidi tecnicismi e aristocratiche fughe filologiche» (p. 172), hanno affrontato da varie angolature questioni che riguardano l'attività o il pensiero di Giovanni da Capestrano ed il francescanesimo del primo Quattrocento: identità e sviluppo istituzionale dell'osservanza, l'ecclesiologia, predicazione, dipendenza da Bernardino da Siena. Verso quest'ultimo Giovanni riconosceva umilmente il suo debito di allievo anche quando dichiarava, forse con eccessiva modestia, di predicare sugli appunti presi ascoltando il Senese.
Forse per le mie personali simpatie nei confronti di Bernardino e di Bonaventura da Bagnoregio, credo che tra i vari contributi domini, non solo per vastità e profondità di indagine storica, ma anche per la rilevanza culturale, quello di Forni e Vian. Da esso si ricava, con la dovuta aderenza ai dati storici, la figura del Capestrano non tanto come «grande ideologo dell'identità osservante» (come propone Maranesi), quanto piuttosto di un 'uomo di chiesa' straordinario nella sua solerzia, nella sua fedeltà, nella sua lungimiranza in un momento storico della Chiesa Romana non facilmente inquadrabile in comodi schemi ineccepibili. La sua era effettivamente una predicazione per l'azione e quindi, come ha evidenziato Letizia Pellegrini, le prediche di frate Giovanni acquistano la loro rilevanza storica proprio dal quadro del momento 'politico' in cui si inseriscono. Frate Giovanni fu un 'uomo di pensiero e d'azione' al servizio del papato, la potenza mondana suprema voluta da Dio.
Gli stimoli offerti dal piccolo convegno confermano l'opportunità di una raccolta sistematica e completa delle opere e del materiale documentario relativo al Capestrano. Le ricerche storiche ne ricaverebbero un enorme giovamento. Si offrirebbero così anche testi su cui meditare quando si vogliono affrontare questioni attuali riguardanti la società cristiana.
C. C.
(RL 2008)