Introduzione al Diritto Ecclesiale . Lineamenti per una teologia del diritto nella Chiesa
(Diritto Canonico)EAN 9788878392625
A partire dal concilio Vaticano II i canonisti avvertono sempre più urgente dare attuazione alla direttiva contenuta nel decreto Optatam totius, n. 16: «Nella esposizione del diritto canonico […] si tenga presente il mistero della Chiesa, secondo la costituzione dogmatica “De Ecclesia” promulgata da questo concilio». Il concilio indicava una direzione di marcia. Si deve riconoscere che molti studiosi del diritto della Chiesa si sono adoperati per adeguare la propria impostazione di pensiero alla nuova ecclesiologia conciliare e così poter dare coerente applicazione alla organizzazione ecclesiale, che progressivamente, sotto i pontificati di Paolo VI, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, si è andata realizzando. L’Introduzione al diritto ecclesiale. Lineamenti per una teoria del diritto della Chiesa del prof. Gianfranco Ghirlanda, docente della Pontificia Università Gregoriana, si inserisce in questo filone di rinnovamento.
Il volume si articola in cinque capitoli, tra loro ben concatenati, capaci di far sì che abbia a essere raggiunto l’obiettivo che l’Autore si è prefisso con questa sua nuova pubblicazione: «L’intento di questo libro è far sì che chi si accinge allo studio del diritto ecclesiale, si spogli di un modo positivistico, legalistico, di studiare le norme canoniche e che assuma una visione teologica di questa realtà costitutivamente inerente alla vita della Chiesa» (8).
Il Capitolo 1, Natura del diritto ecclesiale (9-40), muove dalla costatazione che «l’esperienza giuridica fa parte dell’uomo, del suo essere sociale, quindi lo studio di essa conduce ad un approfondimento dell’antropologia filosofica e teologica, la quale diventa anche cerniera per una comprensione del fenomeno giuridico nella Chiesa, società umano-divina nello stesso tempo» (6). Il diritto ecclesiale, osserva il prof. Ghirlanda, da una parte ha la sua radice nell’uomo creato e redento per essere in comunione con Dio e con gli altri; dall’altra è nella Chiesa in funzione dell’edificazione della comunione ecclesiale, manifestazione visibile della comunione con il Dio Uno e Trino. Nella Chiesa, realtà ad un tempo umana e divina, è presente un diritto specifico, con un suo fine proprio che è quello di regolare i rapporti tra i soggetti, ma soprattutto ha come obiettivo la realizzazione della persona, la sua salvezza. Questo fine deve ispirare l’autorità nella formulazione delle leggi, ma anche nella loro interpretazione e applicazione.
Conseguenza di queste considerazioni, è l’approfondimento, che si trova nel Capitolo 2, La legge nella Chiesa (41-63). Vengono approfonditi la natura e il fine della legge positiva nella Chiesa in rapporto alla legge interna dell’amore o legge di Cristo, legge dello Spirito, quindi della sua obbligatorietà in coscienza. La legge viene poi studiata nel Nuovo Testamento e nella dottrina di S. Tommaso.
Il capitolo 3, Diritto ecclesiale e teologia (72-86), muove dall’asserto che il diritto canonico, per essere un diritto della Chiesa, deve essere in continuo stretto rapporto con la teologia. Per il prof. Ghirlanda il diritto ecclesiale è nello stesso tempo una scienza teologica e giuridica. Le norme vanno interpretate alla luce del mistero della Chiesa. A partire dal Codice del 1917 questa unione tra teologia e diritto si è infranta facendo prevalere, anche nella Chiesa, il positivismo giuridico, che deve essere superato.
Nel capitolo 4, Principi direttivi della riforma del Codice (87-146), l’Autore presenta il Codice di diritto canonico del 1983, a partire dai dieci principi fissati dal Sinodo dei Vescovi del 1967, in base ai quali doveva avvenire la riforma. La trattazione di questo tema, sovente trascurato, è quanto mai opportuna in una “introduzione” al diritto ecclesiale.
Nel capitolo 5, La “communio” regola dell’organizzazione del popolo di Dio (147-198), il prof. Ghirlanda esamina quello che lui chiama «il principio fondamentale regolatore di tutti gli aspetti della vita della Chiesa: la communio» (7; cf.anche 147, 198). La trattazione è sobria, si limita ai principi generali e alla loro applicazione negli organi di governo.
L’Introduzione al diritto ecclesiale del prof. G. Ghirlanda, con la sua preoccupazione didattica, ha una impostazione lineare, delimitata, ben documentata. Svolge un buon servizio verso chi si accosta per la prima volta alla scienza canonica. Nell’agile volume, è difficile cogliere il vasto dibattito che si è acceso nella scienza canonica del Novecento. A nostro avviso questioni quali la compatibilità o meno tra Chiesa e diritto canonico, il fondamento ontologico del diritto canonico, le relazioni tra teologia e diritto canonico e le questioni con implicanze giuridiche nei dialoghi ecumenici, hanno bisogno di un trattazione aperta, in dialogo con le varie componenti che animano il dibattito teologico e canonico contemporaneo.
Tratto dalla rivista Lateranum n.1/2016
(http://www.pul.it)
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Maria Cristina Lorenzini il 18 febbraio 2024 alle 19:27 ha scritto:
Buona base per lo studio del diritto canonico