La globalizzazione della bioetica. Un commento alla Dichiarazione Universale sulla bioetica e i diritti umani dell'UNESCO
(Progetti)EAN 9788877062130
Il volume, che consta di tredici interventi, è arricchito da un’appendice nella quale si riporta, in italiano ed in inglese, la recente Dichiarazione universale sulla bioetica e i diritti umani adottata dall’Unesco il diciannove Ottobre 2005. Anzitutto, di tratta di un documento che segna una tappa importante in un percorso di sensibilizzazione che è passato attraverso lo studio di diversi Comitati di bioetica. Nel volume si descrivono, infatti, le varie tappe che hanno condotto all’elaborazione del documento, nella consapevolezza che «una Dichiarazione Internazionale di Bioetica rinforzerà il processo di complementazione dell’etica medica col paradigmi dei diritti umani» (p. 78): l’Unesco contribuisce ad operare perché la bioetica promuova l’aspirazione all’universalità e si impegni alla concretizzazione antropologica e storica del tema dei diritti umani. Occorre, infatti, confrontare alcuni princípi di etica con i rapidi sviluppi della ricerca scientifica e con la complessità di aspetti politici e sociali che spesso sono trascurati da una cultura troppo eurocentrica. La necessità di pensare in termini più vasti le questioni bioetiche spinge, infine, a ritornare alla riflessione sugli stessi termini specifici delle discipline in vista di un chiarimento concettuale che porti a riflettere su tematiche di antropologia e di etica filosofica. Evidentemente gli obiettivi, come si può cogliere nel volume, sono sia una riflessione sulle discipline e sia la delineazione più concreta di contenuti com-plessi da approfondire nelle loro effettive fisionomie.
Da queste premesse, si può ricavare che il Documento dell’Unesco, che non ha un valore vincolante dal punto di vista strettamente legislativo, risulta molto significativo per l’orientamento metodologico e per la capacità di spingere la riflessione bioetica verso un confronto con i problemi dei Paesi più poveri o meno sviluppati dal punto di vista tecnologico. Si dovrà ricordare che il vo-lume sollecita ad interrogarsi su molte problematiche bioetiche in vista del superamento di pregiu-dizi e di omissioni che potrebbero rendere meno credibile l’interrogazione etica ed antropologica. Un altro aspetto che va sottolineato è, poi, che il volume nasce dal confronto tra studiosi e ricercatori che operano in campi diversi, ma le cui competenze possono convergere verso una riflessione meno settoriale quando si affrontino questioni che si impongono a tutti coloro che si interrogano davvero sul tema dell’ effettiva promozione della persona e sul rispetto della dignità u-mana.
In effetti, i problemi della globalizzazione non evocano solo questioni epistemologiche e ridefinizioni di ambiti disciplinari: bisogna costruire un consenso in vista di un’azione bioetica di livello internazionale (pp. 35), coinvolgere organizzazioni transnazionali e stimolare l’opera dei comitati bioetici. È necessario porre il problema al quale l’elaborazione della Dichiarazione del 2005 dà già alcuna risposta: bisogna favorire «un’area di pubblico dibattito e attività politica» (p. 40).
Nel testo si evidenzia la necessità che il principio della dignità umana costituisca il punto di partenza in base al quale si deve valutare ed orientare (pp. 171). Questo implica anche una motivata scelta metodologica, secondo cui la bioetica di puro orientamento biomedico è solo una parte della bioetica globale (p. 17).
Da un lato non si può affermare astrattamente la dignità umana, ma occorre promuoverla. Bisogna creare condizioni culturali, economiche e spirituali che siano adeguate alle questioni bioetiche attuali nel rispetto delle diverse culture umane. Dall’altro, la stessa promozione della dignità umana negli effettivi contesti permette di superare l’indifferenza del relativismo: occorre pensare la relatività delle culture in un prospettiva più ampia, l’unica che possa alimentare il reciproco rispetto delle diversità e il necessario dibattito democratico. Una rinnovata sensibilità bioetica non può non avere accoglienza nei testi fondamentali dell’ordinamento giuridico internazionale e in quelli nazionali, trovando applicazione creativa nei più diversi ambiti e contesti dell’ordinamento giuridico.
La dichiarazione dell’Unesco non intende presentarsi come una sintesi definitiva, ma come uno stimolo all’approfondimento e al confronto critico. È questo scopo che rende ancor più necessaria il lavoro di commento e di approfondimento che guida, come filo conduttore, questo volume che si inserisce nell’ambito delle molte attività della Fondazione Lanza di Padova.
Tratto dalla rivista "Studia Patavina" 2009, nr. 1
(http://www.fttr.it/web/studiapatavina)
Nel 2005 la XXXIII Conferenza generale dell’UNESCO ha approvato la Dichiarazione universale sulla bioetica e i diritti umani. Malgrado non abbia valore giuridico vincolante, essa riveste una grande importanza a livello ideale e ha una forte autorevolezza, testimoniando la necessità di passare da una bioetica propria solo dei paesi tecnologicamente più avanzati, a una globale, in cui si affrontino nuove tematiche, emerse fra le popolazioni più povere. Qui si offrono il testo della Dichiarazione, in italiano e inglese, e i contributi di autorevoli esponenti della bioetica internazionale che inquadrano e commentano il documento, le sue questioni e i suoi principi più importanti.
Tratto dalla rivista Il Regno n. 8/2008
(http://www.ilregno.it)