Nel dinamico Nord-Est degli anni Novanta, nel quale l’economia in pieno sviluppo dà la misura della felicità e dei valori individuali e collettivi, si consuma un duplice dramma. La narrazione, dai risvolti apparentemente misteriosi, in realtà affonda le radici in episodi tratti dalla cronaca locale di quel periodo, connotato da un’atmosfera socio-politica vibrante e al contempo spietata nei confronti del “diverso”. Sullo sfondo di veraci discussioni e di una quotidianità chiusa, profondamente segnata dal culto frenetico del lavoro e dell’accumulo, vengono delineate le vicende di un gruppo di ragazzi della cittadina, legati sin dall’infanzia. In un crescendo di flashback e colpi di scena — che finiranno per mandare in frantumi la cappa immobile e apatica della vita di provincia — un giovane passeggero perde la vita in auto a poche ore di distanza dall’inspiegabile, tragica scomparsa di un coetaneo. In una serie di racconti successivi che ricordano da vicino i colori, i toni e i personaggi del film Piccola Patria, attraverso l’accurata ricostruzione di differenti scorci di vita dei protagonisti vengono messe in luce incertezze e convinzioni, in alcuni casi fallaci o del tutto superficiali, che li accompagnano nel difficile percorso verso la maturità. In un contesto “liquido” come quello veneto, nel quale le idee e i punti di riferimento dell’epoca precedente tendono sempre più a sbiadire e a confondersi, il lettore segue le abitudini, i dialoghi e gli svaghi di ragazzi comuni, che si muovono a tentoni fra gli sbagli e i modelli ambigui rappresentati dagli adulti, con i quali in alcuni casi hanno rapporti non facili. Fra spirito di gruppo, imbarazzi e accesi confronti si penetra in un mondo psicologico fatto di orgoglio, silenzi e pudori, di una ricerca incessante di divertirsi assieme per nascondere la noia e l’angoscia annidate nel quotidiano. In questo ambiente a tratti desolato e in continuo movimento, nel quale l’apparenza e il possesso contano molto più dell’essere, l’amicizia emerge come l’unico legame autentico, anche quando essere amici significa diventare complici di un delitto senza senso.