El bosque simbolico
(Bibliotheca Ephemerides Liturgicae. Subsidia)EAN 9788873671572
Nei primi decenni del sec. XX la sensibilità pastorale della Chiesa avvertì il drammatico allontanamento dalla pratica sacramentale da parte di non pochi settori della società urbana. La riflessione su tale disaffezione riuscì a individuare due motivazioni principali: la crisi della liturgia era legata all’espandersi del razionalismo e a una teologia sacramentaria che, nella sua modalità manualistica, sembrava incapace di dialogare con le categorie culturali del pensiero moderno. Secondo quest’analisi l’esperienza della modernità avrebbe segnato la pratica religiosa occidentale favorendo una concezione «disincarnata », «desacramentalizzata» del rapporto con Dio.
Il desiderio dell’immediatezza nelle sue molteplici declinazioni avrebbe portato alla soppressione di qualsiasi «mediazione» tra l’anima singolare e il suo Dio. Avrebbe influito in modo decisivo nel rifiuto di un cattolicesimo dove il singolo non raggiunge Dio da solo, né soprattutto, è toccato da Dio individualisticamente; ma al contrario lo fa nel corpo e attraverso il corpo, nella Chiesa e attraverso di essa. Da canto suo, l’eccessiva concentrazione del discorso manualistico attorno a questioni troppo specifiche e, soprattutto, l’incapacità di rinnovare la terminologia in modo da ridurre l’abisso tra lessico specialistico e catechesi, fecero sì che a metà del sec. XX una nuova generazione di teologi fosse disposta a tentare il tutto per superare l’insegnamento neoscolastico.
A questo punto il discorso teologico individuò una categoria che, grazie al romanticismo tedesco e l’avant-garde francese, trionfava da alcuni decenni nell’areopago culturale. Questa categoria era il simbolo. Su questa nozione la teologia sistematica investì le sue forze migliori. Ebbe inizio così un rapido processo dove il «simbolo» appariva come il cammino più adatto per far dialogare nozioni come «causa» o «segno» con i contributi delle scienze umane. Anche se negli ultimi anni sono apparse diverse proposte finalizzate a offrire lo status quaestionis della teologia sacramentaria e della teologia liturgica in generale, mancava uno studio specifico su questa categoria. Uno studio che fosse in grado di individuare un certo ordine in quella che è stata qualificata come «la foresta dei simboli».
L’intenzione che sta all’origine di questa ricerca era quella di fornire un aiuto a chi volesse introdursi nel dibattito «simbolo-sacramento», attraverso una presentazione sistematica della letteratura degli ultimi cinquant’anni. Divisa in due grandi parti che studiano i protagonisti che si trovano all’origine del dibattito e con una presentazione dei problemi attorno ai quali la discussione si è svolta, la ricerca si prefigge non tanto la sintesi del dibattito, ma un’introduzione che – a modo di «guida» o «mappa» – fornisca strumenti critici necessari per la contestualizzazione e valutazione del contenuto delle singole proposte.
L’opera, frutto di un’attenta ricerca presentata come lavoro di «dottorato», è articolata in cinque capitoli. Il punto di partenza è costituito dalla figura e dal pensiero di Romano Guardini: alla luce del suo pensiero si espongono le dimensioni del problema per ciò che concerne soprattutto il rapporto tra azione liturgica e azione simbolica. Il secondo capitolo offre uno spazio agli inizi del dibattito in ambito teologico: è delineato il pensiero di J.W. Goethe, C.G. Jung, M. Eliade, C. Lévi-Strauss, C.S. Peirce e di P. Ricoeur. Il terzo capitolo presenta gli inizi del dibattito nella teologia sistematica; e qui incontriamo il pensiero di O. Casel, E. Schillebeeckx e K. Rahner. Il quarto capitolo tocca il vivo del problema evidenziando il quadro epistemologico, la mediazione e l’efficacia quali nuclei di riflessione nello sviluppo del dibattito. Finalmente, nell’ultimo capitolo l’autore presenta la propria sintesi. Pregio della proposta è il dialogo interdisciplinare e la capacità di offrire una lettura trasversale delle speranze, delle paure e delle sorprese che la foresta nasconde. Un contributo, dunque, di grande attualità nel panorama delle discussioni attorno ad alcuni aspetti della liturgia.
Tratto dalla rivista "Rivista Liturgica" n. 2 del 2013
(http://www.rivistaliturgica.it)
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