Il mistero del Natale
EAN 9788872981337
Stefano Ancora
© Edizioni Palumbi
ISBN 978-88-7298-133-7
CODICE LIBRO: 0532
Anno di pubblicazione: 2018
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PREFAZIONE
Verbum caro factum est. È nel silenzio cosmico dell'attesa, di un tem-
po sospeso che appare quasi fermo, che ciò che era scritto nelle sacre
pagine di un tempo lontano diviene realtà e dono per tutta l'umanità. E il
verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi e noi vedemmo la
sua gloria (Gv1,14).
Sotto la scia luminosa della stella della speranza che rischiara fino ad
illuminare completamente la notte ed al cospetto di una natura attenta e
quasi attonita. È il momento della luce, è il grande mistero dell'incarna-
zione: un Dio che offre se stesso e si fa uomo. 'Io che sono l'È, il Fu e il
Sarà accondiscendo ancora al linguaggio che è tempo successivo e sim-
bolo. Chi giuoca con un bimbo giuoca con ciò che è prossimo misterioso;
io volli giocare coi Miei figli. Stetti fra loro con stupore e tenerezza' così
appare a Jorge Luis Borges il Logos che si incarna e prende le sembianze
umane.
È questo il grande mistero che rende meraviglioso ed unico il Natale,
tempo della vita dolcissimo e fecondo, tempo dell'attesa. Una Notte di
grande speranza, ricca di sacralità, che stravolge ed orienta l'Uomo, che
gli offre un senso ed una direzione di marcia: 'l' incontro con un avveni-
mento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e, con ciò, la
direzione decisiva' (Deus caritas est. Papa Benedetto XVI, 2005). E così
la notte dell'Uomo prende sostanza, cede il passo alla luce e si ammanta
di un'atmosfera interiore pregna di fascino e di stupore: 'Vi annuncio una
grande gioia che sarà di tutto il popolo' (Lc 2,10). Viene al mondo Gesù
ed inizia il cammino di adorazione che porta ad un Dio che ci appare vi-
cino e comprensibile. È il nuovo cammino dell'umanità. Nulla sarà come
prima!
Nasce così dall'attesa per il Natale e dai riti liturgici e di preghiera,
dall'amore profondo per la Chiesa, da questa suggestiva ed incommen-
surabile Notte, il libro Il mistero del Natale di Don Stefano Ancora.
Una raccolta delle sue meditazioni proposte alla comunità parrocchiale
di Ugento per la Novena di Natale degli anni 2011-2016. Momenti di
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preghiera, di riflessioni, di dialogo e di incontro con la parola di Dio.
Occasioni, attimi di vita pregnanti in cui la lettura delle Sacre scritture e
la meditazione, elementi centrali della liturgia e della preghiera, riportano
alla profondità della fede e delle convinzioni intime dell'animo, all'in-
contro con se stessi, con la nudità del proprio Io. Preghiere e riflessioni
che costituiscono quell'alimento spirituale che incessantemente nutre, ri-
scalda ed illumina.
Queste meditazioni che Don Stefano offre negli anni come ulteriore
ed efficace elemento di comunicazione, di ministero sacerdotale, costitu-
iscono momenti continuativi di esercizio ed intimità spirituale. Stare con
se stessi e con la comunità, ritrovarsi nelle parole del Vangelo, ripensare
alla propria vita, riflettere e meditare sul proprio vissuto, vivificare il pro-
prio credo, la propria fede, aprire la propria coscienza, sentire la parola di
Dio, mettere a nudo il proprio cuore.
Ed è con questi intendimenti, con questo lievito sacrale, che la lettura
del libro trova il suo momento fecondo e le Novene di Natale diventano
così momenti interessantissimi di riflessioni su temi dominanti scelti ed
affrontati da Don Stefano con grande attenzione e profondità dottrinale:
L'Amicizia di Gesù, L'Amicizia in Gesù, La Gioia del Natale, Nel Natale
del Signore si apre la porta del Paradiso, Una grande parola: Amore.
Meditazioni ricchissime di elementi di dottrina cristiana e di citazioni di
autorevoli interpreti in campo letterario, filosofico e teologico, del mondo
antico e di quello moderno: Aristotele, Cicerone, Dante, Sant'Agostino,
San Paolo, Camus, Ferrero, Coelho. Pagine intessute di un ragionare con-
tinuo sull'Uomo e su Dio, sulla sua dimensione umana colta nelle varie ed
innumerevoli sfaccettature, sulle condotte di tutti i giorni, sui sentimenti
comuni, suoi modi di essere e di pensare, sul modo di essere sentinella
della propria esistenza, sulla capacità di saper leggere in se stessi. Un
ragionare continuo, meditazione dopo meditazione, anno dopo anno, te-
nendo sempre però al centro del dialogo e del ragionamento la parola e
lo sguardo di Dio. Si realizza così un cammino pastorale impresso da
un'andatura sicura e da un passo deciso, sempre nella direzione indicata
dal Vangelo.
Il mistero del Natale per mezzo di una efficace forma dialettica, di un
semplice ma intenso dialogo, prepara il Natale, offre l'opportunità di rac-
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cogliersi in comunità e ragionare su Dio e su noi stessi, di scavare nell'a-
nimo di ognuno di noi, di indurre quella necessaria ed ulteriore analisi
profonda sulla nostra fede, su quel credo che deve essere quotidianamente
vivificato, per arrivare finalmente con il cuore e con la mente dolcemente
vicini al mistero del Natale ed all'adorazione del Bambino Gesù.
Ed ecco allora quel ragionare profondo sulla dimensione dell'amici-
zia, dell'amore, del bene, dell'accoglienza, sull'essere in comunione. Ma
anche quel saper discernere sulla sofferenza e sulla gioia che è dentro
l'amicizia ed ancora sulle verità e sulle tante falsità che si nascondono
nell'animo umano.
All'apice quella certezza nell'amicizia di Dio che ci presenta il Van-
gelo nel fluire delle sue pagine ed è la riflessione che Don Stefano offre
come ulteriore chiave di lettura e come traguardo interiore da raggiungere
e da toccare, con l'innocenza dell'animo di un bambino, con la gioia del
puro, con la forza dell'intelletto di un uomo adulto: 'La vita è bella e
solo nell'amicizia di Gesù scopriamo tutte le sue belle potenzialità'. Ed
inizia da qui anche il momento più intenso e corposo del libro: l'amicizia
in Gesù e la Gioia del Natale.
Un profondo ragionare sull'amicizia, sull'adorazione, sulla presenza
di Gesù accanto all'uomo, in ogni momento, incessantemente, sul vero
amore che porta a Gesù, verbo di Dio, con la certezza e l'intima convin-
zione che 'Dio è amore, chi sta nell'amore dimora in Dio e Dio dimora in
lui' (1 Gv 4,16). È stare insieme nella grotta di Betlemme, nutrirsi del mi-
racolo di una Notte Santa, essere partecipi di una gioia nuova che è nata.
Ed ecco che, pagina dopo pagina, il Natale ci appare di una misteriosa
e dolcissima intensità, la luce rischiara la notte: ora è piacevole l'attesa!
Quante coniugazioni ha l'adorazione e l'amicizia! E Don Stefano passo
dopo passo svela il ventaglio delle tante possibilità, di ciò che comporta
la comunione con Cristo, di ciò che può significare l'amicizia intesa ed
espressa nella sua purezza, l'amicizia dell'animo puro e buono. Quando
l'animo si apre intimamente al servizio fino ad amare servendo! Quando
c'è l'incontro con Dio!
E grande è allora la gioia per il Natale, dolce è l'attesa, alta l'invoca-
zione per Gesù sapienza del Padre, Signore e condottiero, Virgulto nuovo
delle radici di lesse, Chiave di Davide, Luce d'eterna luce, Re desiderato,
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l'Emanuele! Si realizza così nel tempo dell'attesa, nel momento della pre-
ghiera, nel perpetuarsi dell'ascolto della parola di Dio, nella meditazione
offerta con animo candido e dolce, un ancoraggio intimo tra cuore ed
animo, tra fede ed incanto, tra attesa e certezza.
Il tempo di nuovo sembra ogni anno fermarsi ed aspettare la luce, quel-
la immensa ed accecante luce che viene da lontano a riempire la Notte
dell'uomo. La verità porta ad un sentire nuovo, tutto diventa nuovo, cam-
bia il senso alla vita: ' il Vangelo non è soltanto una comunicazione di
cose che si possono sapere ma è una comunicazione che produce fatti e
cambia la vita. La porta oscura del tempo, del futuro, è stata spalancata.
Chi ha speranza vive diversamente; gli è stata donata una vita nuova'
(Spe salvi, Papa Benedetto XVI, 2007).
Rispondere al peccato con il perdono, aprire la porta del cuore alla
comprensione della misericordia, all'ascolto, all'accoglienza.
Meditazione dopo meditazione si spiana dolcemente ma con profondo
spessore la strada della verità e della certezza. Anno dopo anno questo
lungo ed intenso percorso di vita parrocchiale reso da Don Stefano regala
un avvicinamento ed un approdo ad una realtà intima più consapevole,
cresce l'attesa, riempie l'animo e riscalda il cuore, perché dentro l'animo,
nel silenzio interiore, avanza la presenza, la voglia e la consapevolezza di
Gesù. È l'offerta continua della 'gioia del Vangelo che riempie il cuore e
la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù' (Evangelii Gaudium,
Papa Francesco, 2013).
Il mistero del Natale è così un libro preziosissimo, da leggere e rileg-
gere, da meditare e comprendere fino in fondo, uno strumento di orienta-
mento interiore, una guida per la vita di tutti i giorni.
Per ritrovarsi, per non perdersi nelle notti della vita.
E di questo bisogna essere grati a Don Stefano!
Dott. Francesco Caccetta
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PRESENTAZIONE
Da qualche anno, durante la Novena di Natale, propongo delle medita-
zioni su alcuni temi inerenti il mistero della divina incarnazione, avendo
come base la ricchezza dei testi biblici ed eucologici che la tradizione
liturgica romana ci ha consegnato.
Ho sempre pensato alle Novene come a dei tempi speciali di preghiera,
quasi dei brevi corsi di esercizi spirituali per il popolo. Lo schema sempli-
ce ma ripetitivo della preghiera insieme ad un'approfondita meditazione,
su un tema sviscerato nei diversi giorni, aiuta le persone ad aprire il cuore
al dialogo intimo con Dio, nutrendosi abbondantemente della Parola del
Signore.
In fondo la nostra missione di pastori non è quella di aiutare a pregare
e a predicare la buona novella, facendoci noi stessi esempio di preghiera
e primi destinatari della stessa predicazione'
In questi anni, al termine di ogni Novena, diverse persone mi richie-
devano spesso gli appunti delle mie meditazioni, per rileggerle con calma
nella propria casa e, così, continuare la preghiera, o anche per conservar-
le, dimostrando quella gratitudine che fa certamente piacere. Ho pensato,
quindi, di raccogliere in questa pubblicazione le meditazioni proposte per
la Novena di Natale degli anni 2011-2016.
Tema del 2011: L'amicizia di Gesù.
Ogni giorno, partendo da una citazione biblica oppure di un autore
classico o moderno, ho delineato il mistero dell'Incarnazione come il de-
siderio di Dio di voler diventare amico dell'uomo.
Tema del 2012: l'amicizia in Gesù.
Dall'affermazione di Gesù: 'voi siete miei amici' (Gv 15,14) avvio la
riflessione per considerare, attraverso alcune 'parole-chiave', le caratte-
ristiche dell'amicizia di Gesù.
Tema del 2013 e 2014: La gioia del Natale.
Una gioia che scaturisce dallo stupore e dalla meraviglia nel conside-
rare il prodigio con cui Dio si fa uomo come noi in Gesù Cristo. Questo
stupore è espresso meravigliosamente dalle antifone maggiori di Avvento
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dette anche antifone in 'O'. Ai contenuti delle antifone ho dedicato le
meditazioni di quelle Novene.
Tema del 2015: Nel Natale del Signore si apre la porta del paradiso.
Era l'anno del Giubileo straordinario della Misericordia. Perciò ho
creduto opportuno esaminare i significati della porta santa collegandoli al
mistero dell'Incarnazione. Infatti con la venuta di Cristo e la sua opera re-
dentrice la Porta del Cielo, chiusa a causa del peccato di Adamo, si riapre
nuovamente per l'obbedienza di Cristo.
Tema del 2016: Una grande Parola, Amore.
Partendo dal versetto del vangelo di Giovanni 'il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi'1 ho esaminato alcune caratteristiche
della Parola di Dio e la loro potenza nell'estirpare dal cuore dell'uomo
ogni vizio. Le parole umane quando non sono illuminate dalla Parola di
Dio, diventano veicolo di insani propositi che si traducono nei vizi che
sono all'origine, capitali, di tanti peccati che ci abbruttiscono e rendono
il mondo disumano.
Se qualcuno troverà giovamento dalla lettura di queste meditazioni
per la crescita spirituale e umana della propria vita cristiana, il mio cuore
sarà felice. In cambio, come 'pegno di gratitudine', chiedo solo il ricordo
nella preghiera.
1
Gv 1,14.
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L' AMICIZIA DI GESÙ
MEDITAZIONI
Novena di Natale 2011
Dio parlava con Mosè, come un uomo parla con l'amico.
'Allora il Signore parlava con Mosè (') faccia a faccia, come un
uomo parla con l'amico. Mosè disse al Signore: (') 'se davvero ho tro-
vato grazia ai tuoi occhi, indicami la tua via, così che io ti conosca, e
trovi grazia ai tuoi occhi; considera che questa gente è il tuo popolo'.
Rispose: 'Io camminerò con voi e ti darò riposo (') perché hai trovato
grazia ai miei occhi e ti ho conosciuto per nome'. Gli disse Mosè: 'Mo-
strami la tua Gloria!'. Rispose: 'Farò passare davanti a te tutto il mio
splendore e proclamerò il mio nome. (') Ma tu non potrai vedere il mio
volto, perché nessun uomo può vedermi e restare vivo'. (') Poi toglierò
la mano e vedrai le mie spalle, ma il mio volto non lo si può vedere'.2
Il brano dell'Esodo che ho appena letto è il primo che si trova nella
Bibbia in cui si definisce il rapporto tra Dio e l'uomo come quello di un
amico che parla con l'amico. Il Signore parlava a Mosè faccia a faccia,
come un uomo parla con l'amico. 'L'elemento decisivo della figura di
Mosè non è costituito da tutti i prodigi che si narrano di lui, né da tutto
ciò che ha fatto e ha sofferto sulla via che l'ha condotto dalla condizione
di schiavitù in Egitto, attraverso il deserto, fino alla soglia della terra pro-
messa. Il punto decisivo è che ha parlato con Dio come un amico: solo da
lì poteva venire la Legge che doveva indicare a Israele la strada attraverso
la storia'.3
Questa caratteristica di Mosè fa sì che il Pentateuco si concluda con la
seguente affermazione contenuta nell'ultimo capitolo del Libro del Deu-
teronomio: 'Non è più sorto in Israele un profeta come Mosè - lui con il
quale il Signore parlava faccia a faccia'.4
È vero che il Signore Dio sul monte rivela a Mosè il suo nome, ma
gli nasconde il suo volto; concede le leggi necessarie per costituire il suo
popolo libero nella terra promessa, ma nasconde il suo spirito dietro le
tavole di pietra; si rivela, ma non del tutto; l'Alleanza sul Sinai è appena
iniziata e non conclusa perché solo in Cristo, il nuovo Mosè, troverà il
pieno e definitivo compimento. La promessa di cui si parla nel capitolo
2
Es 33,9-23.
3
J.RATZINGER ' BENEDETTO XVI, Gesù di Nazaret, vol 1, Ed. Rizzoli, Milano 2007, p. 24.
4
Dt 34,10.
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18 del Deuteronomio: 'Il Signore tuo Dio susciterà per te, in mezzo a te,
fra i tuoi fratelli, un profeta pari a me; a lui darete ascolto'5 si è adempiuta
nella nascita di Gesù di Nazareth, il Cristo Signore, come afferma la fine
del Prologo di Giovanni: 'Dio nessuno l'ha mai visto: proprio il Figlio
unigenito, che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato'.6 In Gesù si è com-
piuta la promessa del nuovo profeta. In lui si è ora realizzato pienamente
quanto in Mosè era solo imperfetto: Egli vive al cospetto di Dio, non solo
come un amico ma come Figlio; vive in profonda unità con il Padre.
Grazie Signore Gesù,
ci doni la gioia di entrare,
attraverso Te, nella gloria del Padre tuo
e conoscere la bellezza del suo volto di luce e di misericordia,
di verità e di giustizia, di pace e d'amore.
Una volta uno dei tuoi discepoli osò chiederti:
'mostraci il Padre e ci basta'7.
Aprendo il tuo cuore a tutti i tuoi amici confidasti:
'Chi vede me, vede il Padre, chi ama me, ama il Padre;
chi mi riconoscerà davanti agli uomini
anch'io lo riconoscerò davanti al Padre mio'.8
O Signore Gesù,
che ti contempliamo bambino nella grotta di Betlemme
insieme alla tua dolce madre Maria e al suo sposo Giuseppe,
fa' che guardando le tue manine
scopriamo le mani poderose del nostro Creatore,
ammirando il tuo piccolo volto contempliamo,
pieni di gioia, gli occhi misericordiosi del nostro Dio
che dalle tenebre ci ha chiamati all'ammirabile sua luce.
Amen.
5
Dt 18,15.
6
Gv 1,18.
7
Gv 14,8.
8
Cfr. Gv 12,44-50.
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L'amore di amicizia.
'Tre dunque sono le specie di amicizie, come tre sono le specie di qua-
lità suscettibili d'amicizia: e a ciascuna di esse corrisponde un ricambio
di amicizia non nascosto. Coloro che si amano reciprocamente si voglio-
no reciprocamente del bene, riguardo a ciò per cui si amano. Quelli dun-
que che si amano reciprocamente a causa dell'utile non si amano per se
stessi, bensì in quanto deriva loro reciprocamente un qualche bene; simil-
mente anche quelli che si amano a causa del piacere. L'amicizia perfetta
è quella dei buoni e dei simili nella virtù. Costoro infatti si vogliono bene
reciprocamente in quanto sono buoni, e sono buoni di per sé; e coloro che
vogliono bene agli amici proprio per gli amici stessi sono gli autentici
amici (infatti essi sono tali di per se stessi e non accidentalmente); quindi
la loro amicizia dura finché essi sono buoni, e la virtù è qualcosa di stabi-
le; e ciascuno è buono sia in senso assoluto sia per l'amico. Infatti i buoni
sono sia buoni in senso assoluto, sia utili reciprocamente'.9
Per la riflessione di oggi ho scelto questo brano di Aristotele, non per
fare sfoggio di cultura, sarebbe impensabile, oltremodo inutile, dato il
momento ed il contesto; né per contrapporre il pensiero degli antichi pa-
gani ai sacri testi che la Liturgia cristiana sapientemente ci propone a
nutrimento dell'animo e della mente. La citazione qui usata non risul-
ti, dunque, né ostentazione del sapere né alternativa alla Sacra Scrittu-
ra, piuttosto, ed è questo il senso vero, sia intesa come un espandersi di
quell'unica Sapienza che viene solo da Dio.
Riguardo all'amore d'amicizia, anche Aristotele aveva compreso
come questo amore può risultare perverso se segue solo l'utile o il piacere
e come può diventare vero, coraggioso, foriero di ogni bene, quando il
sentimento vero dell'amore d'amicizia è fondato sulla virtù e sulla bontà
degli uomini che tra di loro stringono un simile patto.
Se l'amicizia non si fonda sulla virtù del bene cercherà solo il suo
guadagno, il suo interesse e il suo piacere ed è per questa ragione che
molte di quelle che credevamo vere amicizie sono fallite, sconfinandoci
nella tristezza più cupa e nella solitudine più spaventosa. Evidentemente
9
ARISTOTELE, Etica Nicomachea, VIII, 4.
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non abbiamo amato l'amico per se stesso, ma per ciò che credevamo po-
ter ricevere in cambio: affetto, considerazione, prestigio, denaro, potere.
Quante amicizie si scoprono essere viziate dall'interesse: per queste non
c'è via di scampo, sono destinate tutte a fallire, amaramente.
Quando invece l'amicizia è fondata sulla virtù del bene e si manifesta
disinteressata e libera, allora fioriscono virtù belle: pace, benevolenza,
benedicenza, coraggio, generosità, verità, giustizia, carità e tante altre.
O Signore Gesù,
ti sei mostrato a noi come un vero amico
perché in te la virtù più grande è stata la tua bontà.
Tu sei la carità perfetta perché ci hai amati per ciò che siamo.
Infatti, mentre eravamo ancora peccatori
tu ci hai amato per primo.
Grazie, o buon Gesù, per la tua amicizia
Amen.
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Amicizia: voce del verbo soffrire.
'Una parte afferma che dobbiamo rifuggire dalle amicizie eccessive,
per evitare che uno solo si tormenti per molti; a ciascuno bastano e avan-
zano i propri problemi e farsi carico di quelli altrui è una bella noia. La
cosa migliore, secondo loro, è allentare più che si può le briglie dell'a-
micizia, tirandole o lasciandole andare a proprio piacere; essenziale per
vivere bene è la tranquillità, di cui l'animo non può godere se, per così
dire, fosse uno solo a sopportare il travaglio per tutti. Altri, invece, a
quanto si dice, sostengono una tesi ancora più disumana: le amicizie an-
drebbero ricercate in vista di protezione e appoggi, non per un sentimento
di affetto e stima. Ma che bella saggezza! È come se privasse l'universo
del sole chi priva la vita dell'amicizia: e niente di più bello, niente di più
gradito dell'amicizia abbiamo ricevuto dagli dèi immortali. Allora, che
cos'è mai questa tranquillità, in apparenza seducente, ma in realtà da
ripudiare per molti aspetti' No, non ha senso rifiutarsi di intraprendere
una cosa o un'azione onesta, oppure abbandonarla dopo averla intrapre-
sa, per evitare noie. Ma se fuggiamo le preoccupazioni, dobbiamo fuggi-
re la virtù che, all'inevitabile prezzo di qualche apprensione, ci porta a
disprezzare e odiare il suo contrario, come fa la bontà con la cattiveria,
la temperanza con le passioni, il coraggio con l'ignavia. Ecco perché si
vedono soprattutto i giusti soffrire per le ingiustizie, i coraggiosi per la
viltà, i moderati per gli eccessi. È proprio di un animo ben educato, quin-
di, rallegrarsi per il bene e affliggersi per il male'.10
Un'altra dotta citazione ci fa compagnia questa mattina per approfon-
dire il tema, a noi così caro, dell'amicizia. Questa volta ho voluto prende-
re in esame un passo del De Amicitia di Cicerone al fine di comprendere
come anche gli antichi si sono posti i nostri stessi problemi e le risposte
che hanno saputo dare non sono lontane da quella Sapienza che, a piene
mani, abbiamo ricevuto nelle Scritture e soprattutto nella persona di Gesù
il Cristo.
10
CICERONE, De Amicizia, 45-47.
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INDICE
Prefazione pag. 5
Presentazione pag. 9
L'AMICIZIA DI GESÙ
Dio parlava con Mosè, come un uomo parla con l'amico pag. 12
L'amore di amicizia pag. 14
Amicizia: voce del verbo soffrire pag. 16
Cosa sappiamo dell'amicizia' pag. 18
La vera amicizia risiede solo in Dio pag. 20
I nemici dell'amicizia pag. 22
L'AMICIZIA IN GESÙ
Introduzione pag. 26
Il mistero dell'amicizia pag. 27
L'amicizia si nutre dell'adorazione pag. 29
L'amicizia cresce nella comunione pag. 32
L'amicizia porta al servizio pag. 36
L'amicizia unico baluardo contro la malvagità pag. 41
LA GIOIA DEL NATALE
Introduzione pag. 46
'O' come evocazione ed invocazione pag. 49
Gesù, sapienza del Padre pag. 51
Gesù, Signore e condottiero pag. 55
Gesù, virgulto nuovo della radice di Iesse pag. 59
Gesù, chiave di Davide pag. 63
Gesù, luce d'eterna luce pag. 67
Gesù, il Re desiderato pag. 72
Gesù è l'Emanuele pag. 76
NEL NATALE DEL SIGNORE
SI APRE LA PORTA DEL PARADISO
Introduzione pag. 82
Gesù porta della vita pag. 84
Il potere delle chiavi pag. 87
Bussare dolcemente pag. 90
Varcare la soglia pag. 94
Entrare e uscire pag. 99
UNA GRANDE PAROLA: AMORE
Introduzione pag. 106
Una parola che si comunica come ragione di vita pag. 107
La parola buona edifica, l'invidia distrugge pag. 110
L'umiltà della luce vince la superbia del cuore pag. 114
L'abbondanza della vita divina
e l'avarizia dell'uomo mondano pag. 119
La purezza del cuore vince la lussuria della mente pag. 123
Il nutrimento spirituale sana l'ingordigia della gola pag. 128
La santità di Dio cura l'ira dell'uomo pag. 133
L'operosità della fede sana l'accidia dello spirito pag. 138
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8,00 €→ 7,60 € -
6,90 €→ 6,55 € -
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7,00 €→ 6,65 € -
10,00 €→ 9,50 €
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12,00 €→ 11,40 € -
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13,50 €→ 10,80 € -