Questo libro sugli angeli custodi nasce dalla collaborazione tra Paola Barigelli-Calcari, teologa, e don Marcello Stanzione, da oltre vent'anni impegnato nella diffusione della devozione cattolica agli spiriti celesti. Ambedue sono convinti sostenitori dell'operosità salvifica dell'angelo custode nostro invisibile compagno di viaggio, quale ministro della sapiente provvidenza divina. La fede in Gesù Cristo è l'humus su cui si basa questa ricerca che ha voluto esplorare le ragioni dei recenti negatori della realtà angelica. Ritorna pure utile il confronto con altre filosofie e religioni. La conoscenza della Sacra Scrittura e del Magistero cattolico risulta imprescindibile per comprendere la devozione cristiana agli angeli custodi. Sono stati accuratamente esplorati i testi di alcuni Padri dei primi secoli sugli assistenti spirituali dell'uomo: Ilario di Poitiers, Girolamo, Agostino e Cassiano. Un rapido excursus illustra il pensiero dei teologi medievali sulla comunicazione tra gli angeli, puri spiriti, e gli uomini, spiriti incarnati. Bonaventura, Tommaso d'Aquino e Duns Scoto hanno manifestato idee credibili sulla possibilità di una comprensione spirituale. Nell'Appendice vengono ricordate alcune preghiere ed invocazioni per realizzare correttamente la devozione agli angeli custodi. Questo testo colma una grave lacuna nel panorama editoriale italiano dove sono in circolazione numerosi libri sugli spiriti celesti completamente estranei alla rivelazione biblica.
PRESENTAZIONE
di Giuseppe Pellegrini
Angele Dei, qui es custos mei... Generazioni di fedeli, compresa la mia, sono cresciute chiedendo nella preghiera che comincia con queste parole la protezione e l'aiuto di quella presenza angelica alla quale — secondo la fede cattolica — la Pietà Celeste ci ha affidato.
Nella sua storia la Chiesa ha più volte dichiarato in maniera ufficiale l'esistenza degli angeli, fondando le proprie affermazioni su Scrittura e Tradizione; e lo ha fatto cercando di venir incontro a quei quesiti che sorgono nel cuore dell'uomo nel momento in cui si porta con l'intelligenza sulla soglia del mistero. Tali domande sono legittime, ma nello stesso tempo pungenti: dove si fonda questa dottrina? E sopravvivenza di una superstizione o espressione di una realtà vissuta? E proiezione di un bisogno di sicurezza o consapevolezza profonda di aiuti celesti?
Sono grato a don Marcello Stanzione, esperto angelologo italiano, e a Paola Barigelli-Calcari, teologa interessata a questo aspetto del credo cristiano, per il testo che segue, frutto della loro paziente ricerca e competente analisi. Gli autori hanno raccolto queste ed altre domande; con il loro lavoro hanno cercato di accompagnare il lettore attraverso un percorso rigoroso e interessante, teso non a confutare obiezioni o ad eliminare ogni genere di perplessità, bensì più semplicemente a dimostrare che questo credo è credibile.
Con un linguaggio semplice, ma che non manca di far cogliere il solido fondamento critico e bibliografico, questo agile volume offre diversi spunti sulla conoscenza degli angeli custodi a partire dal loro compito primario: accompagnare la persona loro affidata da Dio, guidandola verso il bene preparato dal Creatore per ciascun vivente.
Partendo da questa particolare angolatura l'itinerario non poteva non tener conto del valore di questa presenza nella testimonianza di vita dei santi, come pure non ha voluto tralasciare, invece, le perplessità di antichi e recenti negatori delle realtà angeliche.
Di qui il testo segna come una ripartenza ampliando lo sguardo ad una visione universale circa la credenza negli angeli da parte delle varie religioni, per passare poi in rassegna la raccolta della testimonianza biblica dell'Antico e del Nuovo Testamento, come pure gli apporti provenienti dal Magistero della Chiesa, dagli scritti cristiani dei primi tre secoli e dalla teologia medievale, dal Catechismo della Chiesa Cattolica e da recenti affermazioni di Pontefici.
In un tempo in cui alcune prospettive rischiano di essere come annichilite da un immanentismo scientista o, all'opposto, da un fideismo ingenuo, quasi a renderci incapaci di affermare qualcosa di significativo sull'argomento, ritengo molto utile un volume come questo, in cui il lettore può trovare un aiuto nel conoscere seriamente il pensiero cattolico sulle realtà angeliche che — per fede crediamo — ancora oggi accompagnano il cammino della Chiesa e dei singoli.
A chi leggerà queste pagine auguro che il testo possa donare non solo contenuti, ma anche la consolazione di sentirsi meno soli nel cammino della vita.
INTRODUZIONE
Il desiderio del mondo futuro, della dimora celeste è dato dallo Spirito del Cristo che ora agisce nei cuori delle genti (Gaudium et spes, n. 38 in EV 1/1437). Chi riceve questo dono aspira ad essere unito all'amore divino, a diventare come Dio, a vedere il suo volto creandosi delle ali di luce per giungere definitivamente a lui. In questo spazio di dono accettato, l'angelo custode rappresenta la luce del cammino e la custodia santa che ci permette di vivere pienamente tale aspirazione.
L'attuale riscoperta del significato dell'angelogia consente di aprire la mente umana ad orizzonti più ampi della sola umanità, in cui si colgono la molteplicità e la differenziazione dei princìpi e degli elementi che compongono e regolano l'universo, in una collaborazione e coordinamento mutui. Ciò incita ad un agire responsabile e costruttivo da parte di ciascun individuo, in unità con tutto il cosmo e nella finalità del perfezionamento ultimo. Chi possiede uno sguardo capace di elevarsi nello spazio sconfinato dell'universo può trovare l'autentico senso di se stesso. Solo così il vivente umano scopre la propria misura e la capacità di riconoscersi come un soggetto a servizio della trasformazione cosmica, per edificare un mondo veramente vivibile per tutti, in crescita secondo un progetto rispettoso dell'armoniosa verità creazionale (J. Auer, pp. 513-528). Il legame tra gli angeli e il cosmo si deve intendere come la penetrazione di energie metafisiche nell'universo, la diffusione dell'intelligenza divina nello spazio e nel tempo, la realizzazione della possibilità della creazione (F. Faure, p. 107). In tale direzione la riflessione teologica moderna sugli angeli, in chiave ontologica e cosmologica, appare come il fondamento del reale, la struttura che concilia la trascendenza e l'immagine divina, l'unione fra tutti i radi dell'essere. Possiamo legittimamente chiederci: esistono altre ;oggettività, oltre gli umani, che hanno un ruolo di coordinamento di movimento del cosmo? Naturalmente non stiamo parlando di Forze fisiche come i fotoni e i mesoni, ma di un'azione del tutto particolare e con un'efficacia di ordine sovrasensibile. Pensiamo alla possibilità di esseri viventi superiori all'uomo che partecipano armoniosamente ed ordinatamente allo sviluppo del cosmo (K. Rahner, pp. 471-527).
Nella sua storia la Chiesa ha più volte dichiarato in maniera ufficiale l'esistenza degli angeli (cfr. DS, 455-457; 800; 3002) basandosi sulla Scrittura, sulla liturgia e al resto della Tradizione.
Oggi per trovare delle risposte ragionevoli ed accettabili alle numerose obiezioni sulle creature spirituali è necessario riappropriarsi criticamente del senso pensato dall'agiografo biblico, della risonanza che ha avuto alla luce di tutta la verità rivelata e della fede di chi li ha accolti ed approfonditi (Dei Verbum, 12 in EV 1/891). Ci pare necessario ricorrere alle generazioni precedenti per richiamare alla memoria l'intera rivelazione di Dio in Cristo attraverso la Tradizione apostolica. Questo processo di ri-ricezione sull'angelologia è necessario per mantenersi fedeli e liberi verso la verità rivelata da Cristo agli apostoli una volta per tutte. Pure se la Chiesa vi trova delle parti difficili da integrare nella sua vita e nel suo culto, essa ha la responsabilità di trasmettere alle future generazioni l'intera Tradizione apostolica che ha ricevuto, « anche se la loro importanza non è chiara nel presente » (ARCIC, Il dono dell'autorità, nn. 24-25 in E0 7/28-29). Perciò la nostra particolare attenzione ai primi secoli del cristianesimo.
Secondo taluni autori « già nel IV secolo l'esistenza degli angeli custodi era una dottrina universalmente accettata nelle comunità cristiane, tanto che poté essere adoperata come base per ulteriori ragionamenti teologici » (M. Flick - Z. Alseghy, p. 648).
Il compito dei Padri della Chiesa durante i primi secoli fu quello di districare la teologia cristiana dalle difficoltà di chiarificazione di fronte all'ebraismo e al pensiero filosoficogreco-latino.
Già presso gli ebrei si era giunti alla persuasione che « non esiste alcuna cosa in questo mondo, neppure un filo d'erba, su cui non è posto un angelo ». Così anche le singole nazioni (Es 23,20-23; Zac 101,9-11) per l'ebraismo sono soggette alla custodia di un angelo (Dt 32,8: la traduzione greca dice che quando Dio divise le varie nazioni « fissò i limiti dei popoli, secondo il numero degli angeli »). E questa persuasione fu mantenuta anche nell'antichità cristiana.
I Padri, senza alcuna difficoltà, pongono sotto la vigilanza e la guida degli angeli tutto il mondo della materia inorganica e animata, le stelle, gli astri, la terra, gli elementi, le piante, gli animali, le nazioni, i popoli, l'uomo. Per esempio Origene, sant'Ambrogio e sant'Agostino ammettono che ciascun oggetto, gli elementi, gli astri fino agli insetti sono affidati alla custodia di un angelo particolare.
A tal proposito sant'Agostino scrive (De diversis quaestionibus octoginta tribus liber, PL, 40,11-40, q. 83 e seg.): « Riteniamo per certo che in questo mondo ogni creatura visibile è affidata ad una potenza invisibile secondo testimonianza più volte ripetuta nella stessa Scrittura ». In questa direzione la teologia cattolica va quindi completamente d'accordo con la filosofia asserendo che « tutti gli esseri corporei sono governati e mantenuti nell'ordine da esseri spirituali, tutte le creature visibili da creature invisibili » (Tommaso, Summa theol., p. I, q. XLV, a. 3, Salani, Firenze 1969).
Perciò abbiamo considerato in queste pagine gli angeli custodi che guidano e curano le persone. Non sono riportate le innumerevoli affermazioni dei Padri sulla custodia degli angeli per gli elementi cosmici e le nazioni.
Dall'indice specialistico del Migne sono stati scelti alcuni scritti di sant'Ilario, san Girolamo, sant' Agostino e Cassiano. Gli autori studiati, pur appartenendo ad aree geografiche molto differenti, sono magnifici mediatori della spiritualità orientale per l'Occidente. Conoscono le comunità cristiane di Roma, Milano, Costantinopoli e Betlemme, e sono accomunati dall'esperienza diretta del deserto.
Il IV secolo è considerato l'età d'oro dell'antica letteratura ecclesiastica che « non ebbe mai un così vivo splendore, non fu mai illustrata da tanti geni e non contò mai un sì abbondevole numero di capolavori ». Gli accesi dibattiti sulla Trinità, su Cristo, sul peccato e la salvezza «costituiscono una prova incontrovertibile della grande vivacità di pensiero della patristica ».
Ilario, Girolamo, Agostino, Cassiano partecipano in modo diverso ma ugualmente considerevole al « periodo di fiore »: in contatto con altri Padri che brillano per doti eccezionali, sono tra i migliori rappresentanti della riflessione teologica occidentale del IV secolo aperta all'Oriente. È necessaria una precisazione sull'interpretazione biblica di questi scrittori. Essi, come tutti i Padri latini e greci, seguono un cammino inverso rispetto ai moderni studiosi biblici. Infatti, il Quasten sostiene che essi partono dalla percezione della fede, per cui a volte lasciano da parte il contenuto letterale e semantico e minimizzano lo sforzo esegetico. La scrittura per i Padri non è un libro morto, ma una realtà viva, testimone di una storia vissuta.
I Padri dei primi secoli avevano maggiormente la sensazione che la storia umana si situasse al di dentro di una storia spirituale molto più vasta. Infatti, gli angeli rappresentano un prodigioso ampliamento dei nostri orizzonti spirituali. Il problema ha perciò particolare importanza per l'uomo contemporaneo immerso in una dimensione d'immensità.
La storia umana va ricollocata non semplicemente dentro il cosmo visibile, ma nell'intimità della realtà spirituale. La teologia cristiana sugli angeli dimostra che la concezione della vita è un immenso universo spirituale, composto di galassie soprannaturali, dentro le quali la nostra umanità costituisce soltanto un particolare spazio trascendente.
ESTRATTO DAL PRIMO CAPITOLO
I NOSTRI INVISIBILI COMPAGNI DI VIAGGIO
I credenti in Dio di tutte le religioni sono certi dell'esistenza degli angeli. La figura dell'angelo nella Bibbia prima, e nel Vangelo poi, è il risultato di un complesso percorso culturale che vede apporti di culture diverse, da quella assiro-babilonese a quella iranica per passare a contaminazioni con l'Egitto che influirono sulla concezione ebraica del messo divino, la quale affonda le proprie radici nel precedente substrato religioso pre-biblico.
Fin dai primi secoli dell'esperienza cristiana, la presenza e la venerazione degli angeli affiorano e divengono sempre più percettibili e vigorose proporzionalmente alla maggiore comprensione esistenziale della fede in Cristo e delle verità salvifiche.
In particolare i cristiani sanno che questi esseri spirituali sono posti dall'Altissimo vicino agli uomini per servirlo e collaborare con lui al fine di salvare ogni persona dal male e dalla morte. Infatti il compito primario degli spiriti angelici sulla terra è quello di accompagnare la persona loro affidata da Dio, guidandola verso il bene preparato dal Creatore per ciascun vivente.
Gli angeli protettori intercedono a favore dei loro custoditi presso la Trinità per liberarli dalle seduzioni del demonio e per sostenerli nella scelta di convertirsi. La loro funzione di guida interiore ha lo scopo di sostenere ogni persona nelle lotte contro il maligno, di illuminare il cuore e la mente nella scelta del progetto di Dio, di giovare alla crescita personale, interiore e spirituale, al fine di conformare l'umano al divino. Essi sono portatori della grazia divina alle genti: elevano e perfezionano la natura umana portandola alla pienezza a cui è chiamata (R. Lavatori, 1991, p. 112).