La vita di Sandro Sandri, socio dell’affermato Studio Legale Klinger, sta in equilibrio su «un perno». Lui è l’ago della bilancia della famiglia, della moglie, dei figli, dell’ufficio legale in cui lavora, del vasto mondo di clienti e di avversari che lo frequentano. Ma è un equilibrio precario, il suo, un equilibrio sofferto, che viene spezzato dall’irrompere nella sua vita della misteriosa Alice, la gallerista. Lei non è proprio bella, forse è un po’ matta, veste sgargiante ed è inquieta. Molto, forse troppo inquieta, per la vita di Sandro. Ha dei tic quando parla e più che parlare «grida, fischia, ride». Eppure in lei rivede la possibilità di ritrovare un po’ della felicità perduta, una felicità breve che ha un prezzo: Sandro smette di sentirsi il perno, l’ago delle bilancia. Attorno a lui tutto sembra sfaldarsi, persino il solido Studio Legale Klinger sembra minacciato dalla rovina. Brevi sere felici è un’inquieta tranche de vie della durata di due anni, ambientata in una Milano amata e detestata. Alla base di tutto, la ricerca di una breve felicità, che riporta continuamente in gioco il senso stesso dell’esistenza.
«Paolo Barbaro, veneziano di adozione, ha attraversato da protagonista la storia del Novecento letterario. Ingegnere giramondo per costruire dighe, ha intessuto un rapporto seducente con il romanzo. Autore conosciuto e tradotto in tutto il mondo, Barbaro si è sempre tenuto alla larga dai salotti letterari e dalle televisioni, coltivando in silenzio la sua scrittura e il suo successo... L’autore si è ritagliato le lodi unanimi della critica» (M. Melilli, "Corriere della Sera"). Autore di saggi e romanzi, vincitore dei principali premi letterari italiani, di Paolo Barbaro ricordiamo: Giornale dei lavori (Einaudi 1966); Le pietre, l’amore (Mondadori, Premio Selezione Campiello 1976); Ultime isole (Marsilio, Premio Comisso 1982); Diario a due (Marsilio, Premio Selezione Campiello 1987); La casa con le luci (Bollati Boringhieri, Premio Selezione Campiello 1995); L’anno del mare felice (il Mulino 1995); L’impresa senza fine (Marsilio 1998); La città ritrovata (Marsilio 1998); Il paese ritrovato (Marsilio 2001). È stato anche vincitore dei premi Flaiano, Pisa, Buzzati; per due volte è stato finalista del Viareggio e del premio Pen Club Italiano. Della Città ritrovata, un grande come Vittore Branca ha scritto: «Da molti anni, quasi dai tempi di Rilke, non abbiamo più letto su Venezia pagine come queste».