La cospirazione
EAN 9788871985756
Dopo numerosi saggi di criptopolemologia (cioè sulla guerra nascosta: lo sfruttamento dei Templari, le leggende create intorno a Rennes-les-Chateau e alla figura di Maria Maddalena, Adam Weishaupt e gli Illuminati di Baviera, l’uso delle droghe negli anni ’60 e ’70 per favorire il movimento del ’68 e la sua la rivoluzione “psichedelica”, tutti editi da SugarCo), Iannaccone affronta il campo della narrativa e lo fa con un romanzo “ottocentesco”, che per il suo amore per le descrizioni può ricordare lo stile di padre Bresciani, raccontando una storia di cospirazione molto diversa da quella che un normale studioso di tale argomento si potrebbe attendere.
Infarcita di citazioni dotte e di alti rimandi culturali, che il lettore si può divertire a scoprire, la vicenda narrata è quella di un illustre sconosciuto, (il monzese Ambrogio Fumagalli, che passa quasi inconsciamente a fianco dei principali accadimenti della propria epoca, influenzandoli presso a che involontariamente. Molti di essi sono di natura letteraria: spinge Manzoni a scrivere i Promessi sposi, anziché il poema drammatico che aveva in mente; suggerisce a Leopardi materia e titolo dei principali Canti; assiste alla fabbricazione del tossico che ucciderà Napoleone nel suo esilio di Sant’Elena e avvelena incidentalmente l’ancor giovane Bellini; scrive un pamphlet politico estremista che ispirerà il Capitale di Marx, metterà alla luce il padre dell’anarchico Bresci… Tutto ciò non accade casualmente, ma perché Ambrogio è la vittima (o è il prescelto, il che fa lo stesso) di una setta gnostico-massonica che modifica i destini umani: i Supplenti.
Il linguaggio con cui il romanzo è scritto è, dicevamo, molto colto e mimetico dell’epoca in cui la vicenda viene raccolta dalla viva voce del protagonista (gli ultimi due decenni dell’Ottocento); le memorie di Ambrogio riscrivono l’intera storia dell’Ottocento italiano ed europeo alla luce di una teoria complottista che però (e qui sta la grande novità) vede coinvolto anche il governo austriaco (quindi uno dei più tradizionalisti) nei panni di organizzatore della sedizione “allo scopo di controllare i sediziosi”. Un risultato, come ben sappiamo, del tutto fallimentare. Questa singolare teoria è una delle linee di lettura del lavoro, che – se pure non diverrà la “Bibbia letteraria” del tradizionalismo – contiene una serie di raffinate analisi sui movimenti politici e culturali ottocenteschi, assieme a una serie di comici giudizi sull’arte (allora) contemporanea che saranno completamente smentiti dal passare degli anni (Debussy insopportabile, Baudelaire senza alcuna speranza di fama o autori tuttora sconosciuti per cui si accredita invece grande considerazione dalle future generazione).
Qualche errore, presumibilmente di stampa (Alcinoo anziché Alcina o la coppia Frollo-Phoebus anziché quella Quasimodo-Frollo); l’impostazione del romanzo, che passa un po’ troppo spesso dalla prima alla terza persona, rendendo non facilissima la lettura, e i molti (forse troppi? ma alla fine tutti hanno una propria ragion d’essere) personaggi rischiano di creare un po’ di confusione: d’altro canto ci sono momenti in cui l’inventiva dell’autore è particolarmente felice, come nella descrizione dell’immaginaria città di Capetingia, sorta in Medio Oriente, per raccogliere tutti gli esuli francesi legati alla dinastia borbonica e che vivono come se la feroce ventata della rivoluzione non fosse mai avvenuta. Una Utopia realizzata, che rischia però di non avere alcuna possibilità di influire (e di migliorare) il mondo che la circonda e dal quale sembra volersi nascondere: i “codini” che la abitano paiono quindi più struzzi con la testa sotto la sabbia che gentiluomini che abbiano scelto uno stile di vita senza compromissioni di tipo “orleanista”. Comunque quello di Iannaccone è un romanzo raffinato, non a caso finalista al Premio Calvino.
Tratto dalla rivista Radici Cristiane n. 49 - Novembre 2009
(http://www.radicicristiane.it)
Dopo numerosi saggi di criptopolemologia (cioè sulla guerra nascosta: lo sfruttamento dei Templari, le leggende create intorno a Rennes-les-Chateau e alla figura di Maria Maddalena, Adam Weishaupt e gli Illuminati di Baviera, l’uso delle droghe negli anni ’60 e ’70 per favorire il movimento del ’68 e la sua la rivoluzione “psichedelica”, tutti editi da SugarCo), Iannaccone affronta il campo della narrativa e lo fa con un romanzo “ottocentesco”, che per il suo amore per le descrizioni può ricordare lo stile di padre Bresciani, raccontando una storia di cospirazione molto diversa da quella che un normale studioso di tale argomento si potrebbe attendere. Infarcita di citazioni dotte e di alti rimandi culturali, che il lettore si può divertire a scoprire, la vicenda narrata è quella di un illustre sconosciuto, (il monzese Ambrogio Fumagalli, che passa quasi inconsciamente a fianco dei principali accadimenti della propria epoca, influenzandoli presso a che involontariamente. Molti di essi sono di natura letteraria: spinge Manzoni a scrivere i Promessi sposi, anziché il poema drammatico che aveva in mente; suggerisce a Leopardi materia e titolo dei principali Canti; assiste alla fabbricazione del tossico che ucciderà Napoleone nel suo esilio di Sant’Elena e avvelena incidentalmente l’ancor giovane Bellini; scrive un pamphlet politico estremista che ispirerà il Capitale di Marx, metterà alla luce il padre dell’anarchico Bresci… Tutto ciò non accade casualmente, ma perché Ambrogio è la vittima (o è il prescelto, il che fa lo stesso) di una setta gnostico-massonica che modifica i destini umani: i Supplenti. Il linguaggio con cui il romanzo è scritto è, dicevamo, molto colto e mimetico dell’epoca in cui la vicenda viene raccolta dalla viva voce del protagonista (gli ultimi due decenni dell’Ottocento); le memorie di Ambrogio riscrivono l’intera storia dell’Ottocento italiano ed europeo alla luce di una teoria complottista che però (e qui sta la grande novità) vede coinvolto anche il governo austriaco (quindi uno dei più tradizionalisti) nei panni di organizzatore della sedizione “allo scopo di controllare i sediziosi”. Un risultato, come ben sappiamo, del tutto fallimentare. Questa singolare teoria è una delle linee di lettura del lavoro, che – se pure non diverrà la “Bibbia letteraria” del tradizionalismo – contiene una serie di raffinate analisi sui movimenti politici e culturali ottocenteschi, assieme a una serie di comici giudizi sull’arte (allora) contemporanea che saranno completamente smentiti dal passare degli anni (Debussy insopportabile, Baudelaire senza alcuna speranza di fama o autori tuttora sconosciuti per cui si accredita invece grande considerazione dalle future generazione). Qualche errore, presumibilmente di stampa (Alcinoo anziché Alcina o la coppia Frollo-Phoebus anziché quella Quasimodo-Frollo); l’impostazione del romanzo, che passa un po’ troppo spesso dalla prima alla terza persona, rendendo non facilissima la lettura, e i molti (forse troppi? ma alla fine tutti hanno una propria ragion d’essere) personaggi rischiano di creare un po’ di confusione: d’altro canto ci sono momenti in cui l’inventiva dell’autore è particolarmente felice, come nella descrizione dell’immaginaria città di Capetingia, sorta in Medio Oriente, per raccogliere tutti gli esuli francesi legati alla dinastia borbonica e che vivono come se la feroce ventata della rivoluzione non fosse mai avvenuta. Una Utopia realizzata, che rischia però di non avere alcuna possibilità di influire (e di migliorare) il mondo che la circonda e dal quale sembra volersi nascondere: i “codini” che la abitano paiono quindi più struzzi con la testa sotto la sabbia che gentiluomini che abbiano scelto uno stile di vita senza compromissioni di tipo “orleanista”. Comunque quello di Iannaccone è un romanzo raffinato, non a caso finalista al Premio Calvino.
Tratto dalla rivista Radici Cristiane n. 49 - Gennaio 2010
(http://www.radicicristiane.it)
Un romanzo di avventure impetuose che travolgono il protagonista, il semplice Ambrogio. Che perde la fede e poi la ritrova dopo molte sofferenze. Ne La cospirazione – ha scritto Claudio Toscani su Avvenire – «una congerie di storie si rincorrono, si toccano, separano e riconvergono nell’infallibile calamita inventiva propria di chi, come Iannaccone, possiede l’esattezza onnisciente dello storico e la caleidoscopica fantasia del romanziere». La morale: una metafisica cospirazione ci mette tutti di fronte alle nostre responsabilità e l’unico criterio che può illuminarci è la Rivelazione.
Tratto dalla rivista Il Timone n. 87 - anno 2009
(http://www.iltimone.org)
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25,00 €→ 23,75 € -
22,00 €→ 20,90 € -
18,00 €→ 17,10 € -
15,00 €→ 14,25 € -
19,50 €→ 18,52 € -
36,00 €→ 34,20 € -
14,50 €→ 13,77 €
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dario corsini, dariocorsini@supereva.it il 8 luglio 2009 alle 12:32 ha scritto:
penso che questo romanzo vā letto due volte, la prima per assaporare un vero romazo ottocentesco, la seconda per approfondire gli intrecci storici .
bello, si legge tutto di un fiato!
Matteo P., pagani.mt@libero.it il 1 marzo 2010 alle 18:16 ha scritto:
Romanzo a dir poco strepitoso per l'intreccio, il linguaggio e l'impegno che richiede al lettore. Leggevo recentemente un articolo di Ferruccio Parazzoli sostenere che i romanzi belli e grandi sono quelli che creano continui trabocchetti al lettore. Ecco, č il caso di questo "La cospirazione" che spiazza continuamente, e tende trabocchetti in continuazione, costringendo a riflettere sui meccanismi generatori del romanzo. Il passaggio fra prima e terza persona č proprio uno di questi meccanismi generatori di meraviglia. Eppure, nonostante i tanti temi "pesanti" che il romanzo affronta, l'ho trovato divertentissimo, ironico; stupendamente snob e aristocratico forse ma senza disdegnare i meccanismi del romanzo popolare. E cosė si fa leggere anche sotto all'ombrellone.
Moltissimi gli episodi che compongono la storia del protagonista e ironicissimo il modo con cui viene organizzato la gran parte di questi incontri. Ricordo a memoria gli incontri con Manzoni, Leopardi, Marx, Tommaseo, Verdi, Bellini e a tanti altri episodi, comunque bene amalgamati nella trama principale. Penso anche all'episodio con Baudelaire che mi pare ricalchi un autentico e famoso episodio dello spiritualismo nero della Parigi romantica. Penso anche alla divertentissima (ma letterariamente acuta) ipotesi sull'origine brianzola del Frankenstein!
I personaggi sono in apparenza molti, come scrive il recensore qua sopra, ma la storia si segue facilmente visto che i narratori-personaggi sono soltanto due e legano e cementano ogni evento. L'ispirazione fondamentale del romanzo č cristiana, e si notano molte stoccate a veri personaggi del cattolicesimo contemporaneo. Non voglio togliere al futuro lettore il piacere di riconoscerli.
Al di lā di tutto, Mario Iannaccone ha scritto un romanzo di alta levatura e dimostra di essere non giā una promessa ma un talento del presente. Sarā apprezzato da un pubblico pių vasto di quello un po' carbonaro di quello che oggi dimostra di leggerlo e capirlo? Boh. I trabocchetti danno fastidio a molti lettori, oggi abituati a trame semplici e a un linguaggio giornalistico. Invece il linguaggio della Cospirazione č ricchissimo, demodé volutamente, stupendamente aristocratico, arcaizzante, pieno di fascino. Dopo aver letto "La solitudine dei numeri primi" e un Faletti che nemmeno voglio nominare non posso che dire bellissimo. Massimo dei voti. La letteratura italiana esiste ancora!!