Perché gli uomini desiderano Dio? Il motivo è semplice: Dio ha voluto creare gli esseri umani a sua immagine e somiglianza, capaci e orientati a lui. La vita umana, consciamente o inconsciamente, non è altro che un desiderio di Dio. In questo libro Padre Livio affronta le tre tappe del cammino spirituale, che in fondo rappresentano anche le tre tappe del cammino esistenziale che tutti gli uomini – ad eccezione di Gesù Cristo e della Vergine Maria – percorrono nel corso della loro vita dal momento che nascono inquinati dal peccato originale.
La prima tappa è rappresentata dalla fame di mondo, per cui gli uomini nel corso della loro vita riversano sul mondo quella fame di assoluto e di infinito che hanno nel cuore. Mangiano avidamente tutto ciò che il mondo offre e arrivano alla fine della vita più affamati di prima. La seconda tappa è quella della crisi esistenziale che vivono quelle persone che, dopo essersi nutrite del mondo, si sono accorte che queste cose li lasciano insoddisfatti. Incomincia perciò una fase di evoluzione e di cambiamento di prospettive che prepara l'evento della conversione. Una volta che il cuore si è aperto a Dio, l'uomo affronta la tappa più affascinante della vita, che è faticosa e gioiosa nel medesimo tempo, dove è già possibile assaporare un anticipo di quella felicità che non avrà fine.
PRESENTAZIONE
Il desiderio di Dio è caratteristico dell'uomo di tutti i tempi, da quando abitava nelle caverne fino ad oggi.
Tutte le religioni, antiche e nuove sono nate da questa fame di Assoluto che distingue radicalmente l'uomo da ogni altro essere vivente. Si tratta di un fatto, non di una teoria da dimostrare. Ci troviamo di fronte a un'esperienza che ognuno fa nel suo cuore, ogni volta che rientra in se stesso e sa ascoltare ciò che sale dalle profondità del proprio essere. Non c'è bisogno di essere cristiani o seguaci di una religione per avvertire questa tendenza della natura umana che proietta l'uomo oltre i confini della finitezza. « L'uomo supera l'uomo », sentenziava Pascal, sintetizzando in una battuta folgorante tutto ciò che le religioni e le filosofie hanno affermato sulla dimensione spirituale e trascendente dell'essere umano. Il bisogno di verità, di moralità, di santità, di bellezza, di amore e di eternità che ogni uomo, almeno di tanto in tanto, avverte dentro di sé altro non è che la manifestazione del desiderio di Dio: insopprimibile, sempre risorgente, anche quando viene ignorato e sepolto sotto la coltre spessa delle cose vane.
La tesi fondamentale di questo libro è che la vita umana, dalla nascita alla morte, si svolge sotto la spinta di questo desiderio. L'uomo, creato da Dio, non può che tendere alla fonte stessa del proprio essere. La vita umana infatti è una ricerca continua di felicità e di eternità. Pochi però trovano la via, mentre i più si smarriscono lungo la strada larga delle illusioni e delle delusioni. L'uomo, inquieto cercatore della fonte eterna della gioia, passa da una pozzanghera all'altra, finché la morte non lo coglie stanco e assetato. Tuttavia Dio non tradisce. Il Creatore ha posto nell'uomo il desiderio di lui perché intende soddisfarlo. Tutti coloro che cercano Dio, perché ne portano il desiderio nel cuore, prima o poi lo troveranno. Dio stesso ci viene incontro e si fa trovare.
Sarebbe un atroce inganno se l'uomo avesse sete e non esistesse l'acqua e se avesse fame e non esistesse il cibo. Allo stesso modo sarebbe una beffa che una tendenza così radicata nella natura umana come la farne di Assoluto non potesse essere pienamente soddisfatta.
La tragedia dell'esistenza umana sta nel fatto che l'uomo, abbandonato a se stesso, in questa ricerca di felicità piena e duratura si smarrisce.
La natura umana, ferita fin dalle origini, porta dentro di sé la fame di Assoluto, ma si illude di soddisfarla mangiando avidamente le cose della terra. La fame di Dio viene così sepolta sotto la fame di mondo. L'uomo trasforma se stesso in un animale terrestre che si illude di trovare la felicità nutrendosi di vanità. Chi dovesse arrivare fino all'ultimo istante della sua vita in questa situazione esistenziale di perdita di se stesso, si condannerebbe eternamente e senza appello.
Tuttavia il Creatore non si rassegna a perdere la sua creatura che lo ignora per nutrirsi di mondo. Egli opera perché nel fondo del cuore si risvegli il desiderio di eternità e perché nel medesimo tempo si provi disgusto per un'acqua bevendo la quale si ha sempre più sete. E il momento della crisi esistenziale, una crisi salutare, che permette all'uomo di rendersi conto dell'inganno in cui è caduto e di invertire una rotta che lo porterebbe nel fondo dell'abisso. È la seconda tappa del cammino esistenziale, quella della conversione. È un'esperienza che oggi fanno innumerevoli persone, perché immensa è la moltitudine che sperimenta la vanità e l'infelicità di un mondo che passa. Nel cuore inquieto e scontento si apre di nuovo un varco il desiderio di Dio che pretende di venire finalmente ascoltato.
Inizia così la terza tappa del cammino della salvezza. È quella in cui il cuore dell'uomo si rivolge di nuovo al suo Creatore. In un primo momento è necessaria una profonda purificazione da tutti quei veleni che la fame di un processo di mondo ha prodotto. Si tratta di guarigione che richiede capacità di lottare e soffrire, ma che dispensa le prime, ineffabili gioie.
ESTRATTO DAL PRIMO CAPITOLO
LA FAME DI MONDO
Ciò che caratterizza gli esseri viventi sulla terra è la fame. Ogni forma di vita, dalla pianta all'uomo, ha bisogno di nutrimento, per conservarsi in quella meravigliosa realtà che è l'essere. Senza i il cibo necessario è impossibile evitare il deperimento e la morte.
Fra tutti gli esseri viventi sulla terra l'uomo si distingue per la molteplicità delle sue fami. Ben presto scopre che « non di solo pane vive l'uomo ». La prima fame è quella del cibo materiale. Ma, man mano che cresce, si risvegliano in lui altre fami, non meno imperiose e difficili da soddisfare.
La Sacra Scrittura, che conosce l'uomo ben oltre le possibilità della sua ragione, le sintetizza con l'espressione di triplice concupiscenza: « La concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita » (1 Giovanni 2, 16). Di questa fame afferma che non viene da Dio, ma dal mondo. Si tratta, in ultima istanza, di quella inestinguibile fame di mondo che ognuno scopre in se stesso e che lo divora durante tutto il tempo della sua esistenza sulla terra.
La soddisfazione di questa brama esistenziale è la molla nascosta che contrassegna la vita della moltitudine. Si cerca di placarne gli stimoli sempre più forti e imperiosi nel vano desiderio di conseguire la felicità. Infatti ben presto si scopre che la bestia « mai non empie la bramosa voglia, / e dopo il pasto ha più fame che Aria » (Dante, Inferno I, vv. 98-99).
La fame di mondo dura tutta la vita, a meno che uno non ne abbia reciso per tempo le radici profonde. Quando l'uomo se ne lascia conquistare, senza contrastarla e dirigerla, fa l'esperienza dell'infelicità e della schiavitù. Mangiando il mondo si identifica con essa e viene travolto dal flusso inarrestabile delle cose effimere.
La vita diventa paradossalmente un cibarsi insaziabile, finché la morte non mette fine alla tragica illusione. L'uomo non solo non ha trovato ciò che ha cercato, ma, invece della felicità, ha incontrato la tristezza e l'insoddisfazione. Il suo addio alla vita è quello amaro di uno sconfitto senza speranza.
È questo l'esito scontato della vita umana? Oppure è forse il sottile inganno dell'occulto falsario?
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MAURIZIO MAGAZZINO il 16 febbraio 2011 alle 10:54 ha scritto:
Indubbiamente padre livio ha un dono divino. Un libro che da speranza e grande forza d'animo
Al Da il 12 dicembre 2012 alle 02:25 ha scritto:
Padre Livio tratteggia in questo volume il percorso che ogni buon cristiano dovrebbe intraprendere. E' il desiderio di Dio che muove ogni cosa, che supera ogni ostacolo. Il cammino spirituale è la strada da imboccare per giungere al Creatore. La via prospettata è tuttavia impervia e aspra. Perchè si possa percorrere in toto la strada senza ripiegare su scorciatoie o peggio desistere del tutto, è necessario avere ben chiara la meta. Averla ben chiara non nel senso di immaginarla ma di sperimentarla, assaporarla, intravederla già in itinere. E' Cristo la meta che ci attende a braccia spalancate. Ma l'attesa il Signore la trascorre al nostro fianco senza abbandonarci neppure un istante. Il desiderio di Dio si alimenta e si coltiva non nell'immaginazione ma nella realtà quotidiana. Più specificatamente nella preghiera. E' in quel meraviglioso frangente che ognuno di noi è con Dio, è, come affermava l'abate Alonio "con Dio solo al mondo". Desiderare Dio significa cercarlo, volerlo, sentire di aver immensamente bisogno di Lui. Dio non va cercato lontano, Egli è dentro di noi. L'onnipotente Creatore dell'Universo vuole abitare il nostro piccolo scomodo cuore. Il tre volte Santo immenso Signore di ogni cosa, davanti al quale tremano gli angeli, ci desidera. Il Padrone del mondo vuole noi e solo noi. Non gli angeli ha scelto perchè diventassero suoi figli adottivi ma noi, piccoli deboli uomini. L'Altissimo ha lasciato il suo trono nel Cielo "per scendere negli inferi della condizione umana", come afferma con uno slancio di sapienza il Santo Padre Benedetto XVI. Prima che noi desiderassimo Lui, Lui ha desiderato noi. Che gioia inesprimibile essere figli di Dio, coeredi di Cristo. Se solo penso che mentre Gesù veniva inchiodato alla croce o flagellato alla colonna non piangeva per il dolore ma piangeva per me, piangeva per ciascuno di noi, mentre i chiodi gli trapassavano i polsi il suo pensiero era rivolto a ciascuno di noi. Grazie mio Signore, nessuno mi ama come mi ami Tu, nessuno è come Te!!! Padre Livio ci regala ancora una riflessione densa di fede, speranza e amore. Da leggere per camminare insieme all'Autore sulla strada del Paradiso.
Davide Soresi il 2 aprile 2017 alle 10:34 ha scritto:
Una bellissima trattazione sul tema del cammino spirituale cristiano adatta a tutti coloro che sentono la necessità di avere una prospettiva nel percorso della vita spirituale. Come spessissimo capita nei libri di Padre Livio, si tratta di una trattazione pratica, scorrevole, che non manca di citare il catechismo della Chiesa Cattolica e la Bibbia. Gli argomenti ordinatamente e logicamente presentati, proprio come un cammino.
Il libro, come da sottotitolo, è diviso in tre parti: la fame di mondo, la crisi esistenziale e la fame di Dio. Alle prime due parti viene dato più spazio, l'ultima, molto bella e consolante, offre numerosi spunti e citazioni per approfondire la trattazione.
Libro consigliato.