Religiosità, rigore, sacrificio sono le regole che una famiglia lombarda perpetua da generazioni e che saldano il legame di appartenenza tra i suoi membri. Dopo un’infanzia felice, la primogenita dell’ultima generazione si trova improvvisamente proiettata nella società degli anni Settanta, che contrasta con i modelli e i valori che le sono stati trasmessi. Dibattuta tra un’ingenua volontà di crescere e il profondo vincolo che la lega alla madre, rapidamente scivola nel disagio. E quando si sente tradita questo disagio si trasforma in un male luciferino che ne divora il corpo. La storia d’amore familiare, allora, si capovolge, emergono traumi, rancori e il digiuno diventa lo strumento di ricatto per ottenere dai genitori ciò che vuole, tutto, sempre l’impossibile sino all’estremo sacrificio. La vita della famiglia risulta come scandita dalle stazioni di una via crucis: tutto si consuma tra litigi e perdoni, fughe, ricoveri, rifiuti della guarigione, sempre in una disperata e vana trasmissione reciproca di amore. Non la salverà la psichiatria, anzi, il digiuno e la sofferenza finiranno con il proiettare la figure della protagonista nella dimensione caratteristica delle mistiche medievali.
Dopo decenni di dolore, un evento casuale rompe il sottile equilibrio attraverso il quale la protagonista si è legata alla vita della madre per sempre.
L’Autore, noto giornalista e professore universitario che qui si cela dietro ad uno pseudonimo, ha pubblicato diversi saggi sulla storia dell’arte e del pensiero filosofico.