Il 2010 è stato decisamente un anno “chestertoniano” per la casa editrice Lindau, che ha dato alle stampe ben tre libri di apologetica e l’autobiografia dello scrittore cattolico inglese nella collana “I Pellicani” (per tacere del romanzo Il Napoleone di Notting Hill che ha inaugurato un’altra collana (“L’aquila e la colomba”) dedicata alla narrativa a carattere religioso (per la recensione di questo romanzo, vedi il numero scorso di Radici Cristiane). La (ri)scoperta di questo geniale autore viene completata dall’uscita dell’autobiografia, uscita postuma nel 1936, che non si limita al resoconto delle vicende della propria vita, ma soprattutto cerca di seguire il percorso interiore di una delle più brillanti menti che attraversarono il difficile periodo di transizione tra XIX e XX secolo, culminato con la fine della belle époque ed il dramma della Prima Guerra Mondiale.
A fianco dell’autobiografia vengono proposti due testi paralleli: Eretici (1905) e Ortodossia (1908), il secondo scritto (pars costruens) in conseguenza del primo (pars destruens): dopo aver affrontato una serie di personaggi del proprio tempo, da Wilde a George Bernard Shaw, tacciandoli – non senza ironia – come eretici, ma soprattutto sottolineando quanto effimera fosse la visione del mondo di cui erano portatori (estetismo o socialismo che fosse: «non si contenta di ammirare i boccioli di rosa chi può ammirare la rosa mistica di Dante»), Chesterton fu invitato (per non dire sfidato) a proporre la propria visione del mondo. Il risultato fu, in perfetto stile chestertoniano, un’argomentazione rigorosa e razionale della propria incrollabile fede cristiana, senza per questo rinunciare al gusto per il paradosso. E la risposta a tutte le domande che ogni uomo si pone si trova ne cristianesimo, che per Chesterton è la sola risposta possibile a quell’aspirazione al Vero, al Bene, al Bello, al Giusto, che abita nel cuore di ciascuno di noi. Chesterton affronta, discute e puntualmente rovescia tutte le obiezioni e le accuse di norma rivolte al cristianesimo. Il risultato, spesso sorprendente, è la dimostrazione che anche i punti più astrusi della dottrina colgono una verità profonda dell’essere umano. In particolare nel cristianesimo l’autore individua un insieme di valori spirituali e morali in grado di difendere l’uomo da ciò che, minando la bellezza e la santità della vita, lo rende infelice: le ingiustizie del capitalismo, le teorie materialiste e deterministe (in particolare l’evoluzionismo), le eresie del passato e del presente.
Ma lo scrittore inglese non si ferma ad un approccio generico alla religione o a una sua forma poco soddisfacente, come l’anglicanesimo: nel 1922 si converte al cattolicesimo, perché, come intitolerà un suo saggio, «la Chiesa cattolica è il luogo dove tutte le verità si danno appuntamento». E al termine di tale pellegrinaggio interiore, la religione più antica si rivela sorprendentemente la più nuova, più nuova anche delle cosiddette religioni nuove – come protestantesimo, socialismo o spiritismo –, perché, a differenza di esse, da duemila anni la tradizione e la verità cattoliche conservano intatta la propria validità.
Tratto dalla rivista Radici Cristiane n. 59 - Novembre 2010
(http://www.radicicristiane.it)
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Catechista Daniela Cavallari il 3 aprile 2019 alle 08:38 ha scritto:
Per gli amanti di Chesterton, un classico che interpreta in modo attuale le dinamiche sociali di un'epoca. Tra i grandi scrittori cristiani contemporanei, rimane uno dei più interessanti in assoluto.