Il Napoleone di Notting Hill
(L'aquila e la colomba)EAN 9788871808758
La casa editrice Lindau inaugura una nuova collana, “L’aquila e la colomba”, dedicata alla grande narrativa di matrice cristiana, con un gioiello chestertoniano, il primo romanzo scritto dal creatore di Padre Brown.
Nel 1904, 44 anni prima di Orwell, Chesterton aveva immaginato un romanzo fantapolitico ambientato nell’anno 1984 (e c’è chi ritiene che Orwell abbia scelto il suo titolo proprio pensando a questo lavoro); il protagonista è Auberon Quin (nome che rimanda da un lato ad Oberon, re degli elfi e personaggio dello shakespeariano Sogno di una notte di mezza estate, e cognome che suona come queen o king) è un ometto semplice e che si sente fuori luogo nella Londra vittoriana. Un giorno, passeggiando nei giardini di Kensington (altro luogo fatato per l’immaginario inglese, essendo indissolubilmente legato a Peter Pan), Auberon viene avvicinato da due uomini in uniforme che gli comunicano la sua elezione al trono, a seguito di una lotteria (sistema che ha soppiantato la discendenza dinastica)… Il paradosso non termina qui, visto che Re Auberon – autocrate di un regno che ha schiacciato le vecchie nazioni europee e che va dagli ex Stati Uniti alle Russie – decide di elevare per burla tutti i quartieri londinesi al rango di città-stato, dotandoli di coloratissime insegne che richiamano gli stendardi medioevali.
In questa nuova situazione sorge Adam Wayne, il “Napoleone” del borough di Notting Hill, deciso a battersi per difendere il suo quartiere da una speculazione edilizia che lo snaturerebbe in parte. Dietro un miscuglio di generi che vano dal grottesco all’elegiaco, si trova il pensiero dell’autore: la difesa dei propri ideali, l’affetto per i luoghi e le cose minime di cui è composta la vita di ciascuno, la lotta per le “piccole patrie”, pensiero questo che gli giungeva dall’amico Hilaire Belloc (e non a caso, anche l’irredentista irlandese Michael Collins amava molto questo romanzo).
Wayne ha preso sul serio lo scherzo di re Auberon: quello che era iniziato come un gioco sfocia in una tragica guerra che vede i vari quartieri di Londra combattere contro Notting Hill per imporre il nuovo piano regolatore: tre giorni di battaglie disperate con un esito impensabile. Wayne viene paragonato a Napoleone perché irriducibile: in realtà a meritare questo titolo dovrebbe essere il suo consigliere militare Turnbull, capace di sfruttare magnificamente ogni singola caratteristica del proprio quartiere per trasformarla in un elemento tattico vincente; invece Wayne, a differenza di Napoleone, si batte per alti ideali che non sono quelli imperialistici propri del Corso: quindi non allargare i propri confini, bensì garantire altruisticamente la libertà e l’indipendenza di tutte le singole (non solo della propria) “città-stato”. E questo, ripetiamo, in un momento in cui si sta formando un super-Stato che schiaccia le singole nazioni, mettendo al bando il cristianesimo quale passata superstizione.
Il primo romanzo di Chesterton è un volume imprescindibile per la conoscenza del suo autore: la sua apologetica non è così evidente come lo sarà in futuro, eppure nella seconda parte del libro emerge una poesia di una dolcezza infinita e lo struggimento prende il posto dell’ironia che ne aveva caratterizzato l’avvio. E così si comprende la scelta finale di re Auberon il quale, pur conscio che tutti i problemi nascano da un suo scherzo, decide di schierarsi dalla parte dell’unico che abbia preso molto sul serio (forse troppo, a suo stesso dire!) le sue innovazioni dichiaratamente “medievali”, in cui l’amore per la bellezza avrebbe dovuto superare il grigiore del razionalismo economicista.
Tratto dalla rivista Radici Cristiane n. 58 - Ottobre 2010
(http://www.radicicristiane.it)
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