Esaurito
Descrizione
Il volume raccoglie gli Atti del Convegno di Studio promosso dalla Facoltà Teologica dell'Italia Settentrionale nel febbraio 2007 e dedicato alla legge naturale.Dio ha plasmato la terra e l'ha resa stabile, non l'ha fatta come orrida regione. L'opera "civile" mette la terra a rischio. La tecnica minaccia di ridurre la terra a magazzino di materiali. La promiscuità indistinta di individui estranei, e di tradizioni culturali distanti, decreta la rapida smobilitazione di costumi un tempo condivisi e suggerisce di affidarsi al politicamente corretto piuttosto che a un improbabile consenso sul vero. Il magistero richiama alla legge naturale, raccomandata dalla ragione al di là delle culture. La categoria appare però sfinita. Urge ripensarla in termini nuovi; uscire anzitutto dall'opposizione pregiudiziale tra natura e cultura, e accettare invece la sfida obiettiva che il confronto tra le diverse culture propone a cercare l'identità dell'umano come verità della speranza. La legge naturale non è una soglia minima sotto la quale non si può scendere, ma una verità escatologica, alla quale la rivelazione cristiana dà figura.
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Atti dell'omonimo convegno organizzato dalla Facoltà teologica dell'Italia settentrionale il 27-28.2.2007 a Milano sulla vexata quaestio della legge naturale. Anticipando in Regno-att. 6,2007,197 l'intervento di Angelini, la rivista affermava: «È evidente dalla storia della filosofia, e dagli stessi sviluppi del pensiero tomista su cui l'assunto si basa, che la categoria di legge naturale com'è stata sinora pensata non è in grado oggi di rispondere alle numerose obiezioni rivoltele dal pensiero moderno, neanche nelle forme più recenti in cui si presenta, quali il giusnaturalismo laico e i diritti umani. La legge naturale non può essere intesa come il codice minimale di precetti negativi che mai potrebbero essere trasgrediti e che sono raccomandati dalla ragione per tutti gli uomini. Questo uso, in voga nella teologia cattolica nel quadro del contenzioso con lo stato e la cultura laica, rischia il processo di naturalizzazione della morale e non utilizza adeguatamente la lettura escatologica della stessa legge naturale».
Tratto dalla Rivista Il Regno 2008 n. 18
(http://www.ilregno.it)
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