Esercizi spirituali di santa Gertrude la Grande (1256-1301/2), vissuta nel monastero benedettino di Helfta, in Sassonia, dotati di grande ricchezza culturale e spirituale. La vita comunitaria era scandita da lavoro, lectio divina e preghiera liturgica; in particolare di questi ultimi due elementi sono intrise le preghiere e le meditazioni della monaca, suddivise in 7 «esercizi» per accompagnare la settimana delle religiose. Un’ampia introduzione offre informazioni biografiche della santa, sul monastero e sulla sua opera letteraria, specificandone lo stile e i caratteri distintivi.
Tratto dalla rivista Il Regno n. 4/2008
(http://www.ilregno.it)
Con santa Gertrude ci troviamo davanti a una figura femminile da cui promana un irresistibile fascino. In lei la spiritualità monastica benedettina si colora e riscalda insieme di intensa forza e indicibile dolcezza.
Nell’anno 1258, la domenica dopo la festa della SS. Trinità, una piccola comunità di monache dà inizio al monastero di Helfta, presso Eisleben, in una dolce e ridente valle della Sassonia. Nonostante i disagi subiti per il passaggio di truppe armate e nonostante la pesante intromissione di laici nella gestione economica del monastero, la comunità svolge serenamente la sua vita regolare, mettendo al centro della vita e della giornata l’Opus Dei: la preghiera liturgica e la lectio divina. Un posto non meno importante è dato al lavoro: opus manuum. È alle cure di questa comunità che, nel 1261, viene affidata Gertrude, bambina di cinque anni.
Tutta la sua esistenza si svolgerà nell’umbratile silenzio del chiostro, dove vivrà circa quarant’anni separata dal mondo esterno, profondamente radicata nella comunità, appassionatamente protesa al cielo, dove emigrò il 17 novembre del 1301 o 1302.
Dimostra un grande interesse e una notevole inclinazione per lo studio, al quale si dedica con somma diligenza, acquistando così una grande familiarità con le lettere, la filosofia, l’arte e la musica. All’inizio dell’Avvento del 1282 si apre per Gertrude un periodo di profonda crisi che si risolverà, dopo oltre un mese, in una totale resa alla misericordia di Dio. Fu un momento estremamente importante e decisivo per la giovane monaca, poiché la sua vita ne uscì veramente liberata e trasfigurata. La sua conversione non consiste nel passare dallo stato di peccato grave al pentimento, ma da uno stato di tiepidezza e di conoscenza astratta del Signore a un’esperienza toccante della sua bontà misericordiosa; dall’intellettualismo alla vita mistica.
Da letterata divenuta teologa, appassionata ricercatrice di Dio, la giovane monaca si dedica allo studio della Sacra Scrittura e dei Padri; con ammirabile zelo scrive opuscoli e chiare parafrasi per rendere accessibili a tutti i tesori nascosti nei testi sacri. Svolgeva, quindi, un vero e proprio ministero della Parola unito spesso a quello della direzione spirituale, per la quale aveva un carisma del tutto particolare. Unito all’amore per il silente nascondimento, Gertrude ha un impetuoso zelo missionario; in lei contemplazione e azione si integrano in una mirabile sintesi di presenza a Dio e agli uomini, e formano il tessuto consistente della sua vita quotidiana tutta sottomessa al cenno della divina volontà.
Su richiesta divina, la santa monaca dovrà consegnare alla sua comunità e alla Chiesa non solo il frutto delle sue meditazioni e dei suoi studi, ma anche le sue esperienze mistiche. Queste avvengono, molto significativamente, in stretto rapporto con la celebrazione della liturgia, quindi nel contesto comunitario ed ecclesiale. Lo si nota particolarmente negli Esercizi spirituali – o Esercizi della perfezione spirituale – che sono un vero tesoro di pietà, uno scrigno di preghiera esalante il buon profumo della sua anima innamorata di Cristo, il Diletto instancabilmente ricercato.
Sette sono gli Esercizi nei quali, con crescente afflato mistico, Gertrude traccia il suo itinerario spirituale dal Battesimo alla sospirata unione definitiva con lo Sposo divino: la rigenerazione battesimale completata dai sacramenti dell’iniziazione cristiana; la libera determinazione di convertirsi per appartenere totalmente a Dio; la gioia che scaturisce dalla sua totale consacrazione all’Amore; il rendimento di grazie per la vocazione monastica benedettina; il proposito di suscitare nell’anima l’arte dell’amore per Dio (ispirandosi al Cantico dei cantici e all’Apocalisse, dà alle Ore canoniche della giornata monastica il mistico significato della ricerca dell’Amato nella fede); un esuberante inno di giubilo al Signore per tutti i benefici da lui ricevuti; la contemplazione con appassionato amore e compunzione della Passione di Gesù che l’ha redenta.
Questa nuova traduzione degli Esercizi, fatta con intelletto d’amore da una giovane monaca, è un dono squisito offerto a chiunque sia desideroso di ravvivare il fervore della propria vita spirituale nulla anteponendo all’amore di Cristo.
Tratto dalla Rivista di Vita Spirituale n. 3/2010
(http://www.vitaspirituale.it)