EAN 9788870946963
Conoscere il nome di una cosa o di una persona creava, secondo gli antichi, un rapporto di vicinanza, o addirittura di possesso. Per questo motivo alcuni passi della Bibbia proibiscono all'uomo di pronunziare, anche solo mentalmente, il nome di Dio. Inizialmente, nella tradizione filosofica greca, il problema del rapporto tra il nome e la cosa viene investigato da Platone, nel Cratilo. Successivamente, a partire da Plotino, si arriva ad affermare che, pur pronunciandone il nome, Dio resta inconoscibile, essendo uno e al di sopra di tutto. Queste idee vengono filtrate da Dionigi nella presente opera I nomi divini. Il suo metodo apre prospettive importantissime sul problema dei nomi che l'uomo può attribuire a Dio: se è vero che l'uomo dà il nome alle cose solo dopo averle conosciute, e che Dio nessuno l'ha mai visto, come fa l'uomo a nominarlo? Grazie alla sua abile speculazione, la teologia di Dionigi tende ad assumere lo stesso punto di vista di Dio e può dunque dirsi, a buon diritto, anagogica o sub specie aeternitatis.La presente è la prima edizione che offre il testo greco e la traduzione italiana a fronte. Il testo greco è completato da un apparato critico - in cui, per la prima volta, si tiene conto dell'antica versione armena - e da un ampio corredo di introduzioni, note esplicative e rimandi che permettono, anche al lettore non specialista, di affrontare uno dei testi cardine della spiritualità occidentale e orientale che viene citato ripetutamente, ad esempio nelle più recenti encicliche, anche da Benedetto XVI.Dionigi l'Areopagita è il misterioso personaggio che, secondo gli Atti degli Apostoli, si convertì per il discorso che Paolo fece agli Ateniesi, sul colle dell'Areopago. A lui fu attribuito un consistente corpo di opere mistico-filosofiche che affrontavano problemi di natura teologica rifacendosi a teorie neoplatoniche. Il corpus Dionysianum, messo insieme probabilmente nella tarda antichità, riscosse grande interesse durante il Medioevo, come dimostrano i numerosi commenti e le traduzioni orientali e latine; queste ultime studiate e utilizzate anche dai grandi teologi come Alberto Magno, Bonaventura da Bagnoregio e Tommaso d'Aquino.
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Umberto Masperi il 14 agosto 2011 alle 08:34 ha scritto:
PREMESSA:
Il riferimento, partendo dalla segnalazione di questo testo, sarà all'opera omnia (“Tutte le opere. Testo greco a fronte (rilegato)
di Dionigi Areopagita - Bompiani – 2009) stranamente assente dall’elenco ufficiale della libreria.
Cercare di esprimere un commento per un’opera di così grande rilievo ed importanza storica (per il pensiero filosofico e teologico occidentale) fa emergere il proprio senso di ‘piccolezza’. Ma la riflessione può anche,semplicemente,essere una considerazione (’personale’-soggettiva) su quello che si prova dopo quella paziente lettura che, finalmente, ci consente di andare oltre gli schematismi della manualistica. Una lettura , in casu, rimandata per anni ed affrontata quando si desidera valorizzare del tempo libero di cui si può disporre in una certo momento della propria vita. La “perla” ( lo può dire anche un laico !) rimane per anni nel proprio scaffale ( prima edizione Rusconi, anni 80) poi …la si prende tra le mani, ci si lascia illuminare dalla sua luce.
Occorre, è vero,una preparazione di base, ed un interesse di fondo, proiettati verso il proprio arricchimento spirituale, grati a chi ha lavorato per anni nella traduzione,o ha curato intelligentemente l’introduzione, ha aggiunto le sintesi di inizio di ogni capitolo dei quattro trattati , ed una ancor più intelligente collocazione delle note a più di pagina ( e non a fine capitoli come talora - scelta “fastidiosa”,non intelligente - si trova in molti libri). H.I. Marrou ( lo storico del secolo scorso) diceva che per comprendere il passato ( si riferiva al Medioevo) occorre “ farsi un’anima nuova”. Questa affermazione … la si potrebbe invertire : una grande opera del passato ( dell’antichità classica, quasi prodromo del M.E.) può … far sorgere in te un’anima nuova.
*** I primi due trattati (“la gerarchia celeste”, “la gerarchia ecclesiastica”) hanno fatto risentire l’eco di alcuni stupendi testi della prima patristica, con quella ricchezza ,a livello teologico-liturgico, che stimola a vivere ancor meglio l’ “attuale” simbolismo in parte tuttora presente nella vita cristiana (dalla liturgia all’ arte sacra; dal pensiero teologico ad un certo lirismo poetico di pensatori cristiani, l’Alighieri in primis).
*** La “teologia mistica” ( quarto trattato in questa edizione), è un gioiello di sintesi del discorso molto articolato del trattato centrale ( I nomi divini) che hanno reso celebre Dionigi esercitando sui grandi di ogni epoca,quell’influenza cui si accennava all’inizio : problematica di cui non si potrà fare a meno per dare vita e per alimentare … l’”anima nuova”.
Necessità,in chi scrive, per uscire,nuovamente, dall’appiattimento del non- senso di tanta cultura del nostro tempo ( che pure si è sempre impegnato a studiare ed approfondire:… nihil alienum … ).