Lamentazioni
(Strumenti. Commentari)EAN 9788870169003
Professore al Princeton Theological Seminary, Dobbs-Allsopp commenta le pagine del libro delle Lamentazioni, ampliando la sua indagine esegetica con interessanti excursus. Dietro la sofferenza e la testimonianza dell’atrocità degli eventi, espressioni del castigo divino, nei cinque poemi lirici traspare la decisa volontà di vivere, di comprendere e di supplicare Dio affinché si ricordi del suo popolo.
Tratto dalla rivista Concilium n. 5/2012
(http://www.queriniana.it/rivista/concilium/991)
«E avvenne, dopo che Israele fu condotto in schiavitù e Gerusalemme fu resa deserta, che si sedette Geremia piangendo e pronunciò questo lamento su Gerusalemme e disse…». Così inizia il testo delle Lamentazioni nella traduzione dei LXX, seguito anche dalla Vulgata: perciò esso fu collocato subito dopo il libro di Geremia.
La Bibbia ebraica pone, invece, questo piccolo libro nella sezione degli Scritti e lo enumera tra le cinque meghillot («rotoli») per le feste; la sua destinazione liturgica è il digiuno del giorno 9 nel mese di Ab, anniversario della caduta di Gerusalemme. Le composizioni vengono dette qînnôt (plurale di qînah = «lamento»), ma il titolo ebraico del libro corrisponde alla prima espressione, che è un’esclamazione di meraviglia: ‘Ekah («Come sta solitaria la città un tempo ricca di popolo!»).
Nella serie dei commentari biblici, nati in ambienti di lingua inglese, in particolare nordamericani, che l’editrice Claudiana sta offrendo al pubblico italiano, segnaliamo questo commento (or. ingl. 2002) al libro biblico delle Lamentazioni, poco conosciuto e scarsamente adoperato: come gli altri commentari, anche questo è rivolto a «predicatori e maestri nella Chiesa». Secondo il metodo della collana, l’intenzione dell’autore, professore associato di Antico Testamento al Princeton Theological Seminary, è quella di unire la ricerca storico-critica alla presentazione del testo capace di parlare alla spiritualità e alla sensibilità dei nostri contemporanei.
Il libro comprende cinque composizioni poetiche che piangono la caduta di Gerusalemme del 586 e appartengono al genere letterario della supplica: l’indice del commentario segue semplicemente l’ordine dei cinque poemi. La prima lamentazione rappresenta poeticamente la città di Dio con «nessuna consolazione», mentre la seconda piange «un giorno d’ira» con l’amara scoperta di Dio come nemico del suo popolo. Al centro si trova un articolato pianto (66 versetti) in cui «un uomo qualunque», con un barlume di fede, si lamenta per le sventure che gli sono capitate. Il quarto poema offre nuovamente una descrizione della «sofferenza senza limiti» vissuta da Gerusalemme, mentre nel quinto troviamo un’ardente «preghiera conclusiva» che invoca il perdono e il ritorno.
L’introduzione al commentario è particolarmente ampia (pp. 15-63): pregevole è soprattutto l’estesa presentazione delle caratteristiche letterarie di questa poesia lirica, con abbondante elenco ed esemplificazione dei numerosi artifici poetici che rendono bello il testo biblico. Inoltre è molto utile l’impegno con cui l’autore ha cercato di individuare nella teologia non sistematica né unitaria delle Lamentazioni alcuni aspetti significativi come l’anti-teodicea, il volto della sofferenza, il dramma della violenza divina e i frammenti di speranza che invitano Dio a eliminare il male ingiusto.
Tratto dalla rivista "Parole di Vita" n. 5 del 2013
(https://www.queriniana.it/parole-di-vita)
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