Esaurito
Descrizione
La sua dote più preziosa di Bauman è quella di riuscire a penetrare la scorza del mondo sociale, che appare nella sua naturale ovvietà, per mostrarci significati difficili da cogliere proprio perché così quotidiani e evidenti. Nella società dei consumi della modernità liquida, lo sciame tende a sostituire il gruppo. Lo sciame non ha leader né gerarchie perché il consumo è un'attività solitaria, anche quando avviene in compagnia. La società dei consumatori aspira alla gratificazione dei desideri più di qualsiasi altra società del passato ma, paradossalmente, tale gratificazione deve rimanere una promessa e i bisogni non devono aver fine, perché la piena soddisfazione sfocerebbe nella stagnazione economica. Il contraltare dell'homo consumens è l'homo sacer, il povero che, per carenza di risorse, è stato estromesso dal gioco in quanto consumatore difettoso o "avariato". La miseria degli esclusi non è più considerata un'ingiustizia da sanare, ma il risultato di una colpa individuale: così, le prigioni si sostituiscono alle istituzioni del welfare. Il contributo che Bauman offre con questa analisi critica è quello di riproporre il tema dell'agire morale: un agire intrinsecamente libero, e quindi sempre a rischio di venir meno, ma che pure costituisce una caratteristica originaria dell'essere umano, alla base della sua socialità e, in ultima istanza, della sua sopravvivenza come specie.
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DETTAGLI DI «Homo consumens. Lo sciame inquieto dei consumatori e la miseria degli esclusi»
Tipo
Libro
Titolo
Homo consumens. Lo sciame inquieto dei consumatori e la miseria degli esclusi
Autore
Bauman Zygmunt
A cura di
Mazzeo R.
Traduttore
De Carneri M., Boccagni P.
Editore
Centro Studi Erickson
EAN
9788861370340
Pagine
101
Data
2007
Recensioni di riviste specialistiche su «Homo consumens. Lo sciame inquieto dei consumatori e la miseria degli esclusi»
Cinque saggi del noto sociologo polacco, acuto osservatore della nostra contemporaneità. Con linguaggio semplice, Bauman mette in evidenza i processi e le derive delle attuali società capitalistiche: la disgregazione dei gruppi sociali in «sciami» di consumatori singoli, la perdita di autorevolezza della politica e dello stato sociale, la marginalizzazione dei poveri e la loro colpevolizzazione ecc. Il tutto si può riassumere in un abbandono dell'ideale del bene comune, tanto che «la prospettiva di agire moralmente in un tipo di mondo che promuove e incoraggia attivamente l'egoismo» si configura come «la sfida più tremenda» da affrontare.
Tratto dalla rivista Il Regno n. 2/2008
(http://www.ilregno.it)
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