Crisi come esperienza morale
-La testimonianza di Giuseppe Dossetti
(Sequela di Cristo - itinerari di teologia Morale)EAN 9788861242876
Una ricerca sull’esperienza della crisi nei vari ambiti della vita umana: politico, economico, antropologico, morale, intellettuale… Nella misura in cui sanno esprimere il dinamismo dell’agire umano, le situazioni di incertezza e di difficoltà risultano rileggibili come categoria morale: perché nelle crisi è in gioco, in definitiva, il senso pieno della libertà.
Tratto dalla rivista Concilium n. 1/2012
(http://www.queriniana.it/rivista/concilium/991)
«La massima è sempre quella: nel punto del piú grave pericolo, c’è ciò che salva. Per la cultura della crisi, un amore coltivato nell’intimo». È l’esergo scelto da Giovanni Pernigotto, docente di teologia delle religioni e dottrina sociale della chiesa nel Corso superiore di Scienze religiose della Fondazione Bruno Kessler di Trento, come introduzione del suo saggio su Giuseppe Dossetti: una rielaborazione del suo lavoro dottorale discusso nel 2004 presso la Facoltà di teologia della Pontificia Università Gregoriana.
L’esergo è una massima di M. Tronti (La politica al tramonto) che oltre a svolgere un’accattivante funzione stilistica, ci fornisce la chiave di lettura di tutto il saggio, un’intelligente e simpatetica rilettura e interpretazione della testimonianza cristiana di un personaggio un tempo famoso, oggi in parte dimenticato, che secondo l’autore ci può aiutare a leggere la crisi come paradigma morale del credente in vista – e qui sta l’interesse e la rilevanza teologico-morale della ricerca – di una riflessione di fede in grado di affrontare le sfide che la crisi di volta in volta determina e stimola ad affrontare.
Il volume si suddivide in due parti.
La prima, Biografia come testimonianza (pp. 21-125), è una fenomenologia della testimonianza di Dossetti che si propone di rintracciare attraverso la sua biografia e i suoi scritti le categorie essenziali per interpretarla nel modo piú corretto possibile. L’autore ne individua due, la crisi e il dialogo, che sottopone a un’attenta e rigorosa analisi storica ed ermeneutica che gli permette di cogliere nella vita e nel pensiero di Dossetti, ma soprattutto nei suoi testi, in particolare in quegli «Appunti per un’antropologia critica o del profondo» che egli considera fondamentali, «vero e proprio luogo sorgivo della nostra ricerca» (p. 15), le tracce di una riflessione che può fornire la risposta a molti problemi posti all’indomani della fine del concilio Vaticano II.
La seconda, Dalla testimonianza alla riflessione teologica (pp. 129-219), è una rielaborazione sistematica di tre piste individuate nella prima: l’antropologia, la libertà, la responsabilità comunitaria. Rapportare il dinamismo della crisi al tema antropologico significa, secondo l’autore, individuare nella crisi l’esperienza profonda che dà inizio al proprium della realtà umana, la moralità. Ma significa anche cogliere la rilevanza assunta in epoca moderna dall’idea di libertà, vera e propria porta di ingresso della moralità. Significa infine conferire a tale libertà una dimensione di responsabilità comunitaria, da vivere e praticare secondo dinamiche profonde e ultimamente teologali, «perché il giudizio vero, quello che afferma la verità profonda delle cose e delle persone, è quello basato non su di un amore qualsiasi, ma sull’amore proveniente dal Dio trinitario» (p. 193).
Una proposta, come si può intuire, ricca e stimolante, per certi aspetti anche innovativa, soprattutto se si tiene conto del fatto che l’autore adotta in ambito teologico-morale un genere letterario, quello della testimonianza, che chiama in causa il metodo narrativo. Da interpretare per altro – come viene subito precisato – non come compromesso tra cronaca giornalistica e stile argomentativo, bensí come ponte di collegamento tra evento e sua elaborazione sistematica. Impresa tutt’altro che facile, ma a mio parere riuscita. Narrare e analizzare una testimonianza tanto complessa come quella di Dossetti, tesa a proporre una visione cristiana della realtà e capace di fornire un senso teologale alla vita, come anche di fondare un’etica condivisa, non può alla fine non rivelarsi per quello che è: un lavoro originale, ma soprattutto un’occasione di conoscenza di nuove possibilità narrative, oltre che speculative, che si aprono al teologo anche in ambito morale.
Tratto dalla rivista "Studia Patavina" n. 2/2012
(http://www.fttr.it/web/studiapatavina)
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29,00 €→ 23,20 €