Le hanno chiesto spesso di raccontare la sua vita, e lei l'ha raccontata più e più volte, dall'inizio. Quello a cui erano interessati era proprio l'inizio, atroce. Nella sua lingua che è un miscuglio di lingue, lei gliel'ha raccontato, ed è così che le è tornata la memoria. Storia meravigliosa. È il titolo della piccola monografia sulla sua vita. Lei non l'ha mai letta. La sua vita, a loro raccontata. Ne è stata orgogliosa e se n'è vergognata. Ha temuto le reazioni ed è stata felice che la si amasse in virtù di quella storia, con le cose che ha avuto il coraggio di dire e quelle che ha taciuto, che gli altri non avrebbero voluto sentire, che non avrebbero capito. Una storia meravigliosa. Per questo racconto la memoria le è tornata, ma il suo nome, no, non l'ha mai ritrovato. Non ha mai saputo come si chiamava. Ma non è questo l'essenziale. Perché chi era da bambina, quando portava il nome che le aveva dato suo padre, non l'ha dimenticato. Serba ancora in sé, come un tributo all'infanzia, la bambina che è stata. Quella bambina che sarebbe dovuta morire in schiavitù è sopravvissuta, quella bambina era e continua a essere quel che nessuno è mai riuscito a portarle via. La storia vera di Bakhita, schiava sudanese liberata nel 1889 in Italia, dove divenne suora, per essere beatificata e poi santificata nel 2000 da Papa Giovanni Paolo II.
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Dott. Marie-France GALASSI-ALLARD il 3 gennaio 2020 alle 14:58 ha scritto:
Un romanzo struggente che ci racconta la storia vera di una bambina rapita in Sudan per diventare schiava e che si ritrova in Italia quasi per caso, dove diventerà una Vera Santa, un Essere pieno di Amore, ma che poca gente capirà... scritto senza miserabilismo, questo libro è da leggere assolutamente.
Questo romanzo mi ha fatto venire voglia di leggere il diario di Bakhita per conoscerla meglio.