Tutti in arresto
-La storia ritrovata di Luigi Monti e dei suoi compagni
(Profili)EAN 9788851429317
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DETTAGLI DI «Tutti in arresto»
Tipo
Libro
Titolo
Tutti in arresto - La storia ritrovata di Luigi Monti e dei suoi compagni
Autore
Olmo Guagnetti
Editore
Ancora
EAN
9788851429317
Pagine
256
Data
ottobre 2024
Peso
338 grammi
Altezza
21 cm
Larghezza
14,5 cm
Collana
Profili
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Ruggero Valentini il 24 novembre 2024 alle 11:55 ha scritto:
La vicenda è praticamente sconosciuta, benché si tratti di un episodio del Risorgimento che vide protagonista una “Compagnia” accusata di essere una società segreta contraria al governo austroungarico allora dominante in Lombardia. A rendere più intrigante il contesto narrato è la denuncia dei giovani da parte del parroco, cosa che portò al loro arresto e alla carcerazione a Desio.
Gli antefatti sono questi. Luigi Monti raduna da alcuni anni nel laboratorio di falegname della sua casa di Bovisio-Masciago (Monza Brianza) un gruppo di coetanei, sostenuto dal parroco e dall’amico don Dossi. L’iniziativa si svolge nell’arco di un decennio, ma incontra l’opposizione di alcuni preti coadiutori della zona, che convincono il nuovo parroco a denunciare alla polizia la Compagnia, che la gente aveva simpaticamente denominato “dei frati”, a motivo dello spirito di fraternità che animava il gruppo.
Siamo in anni difficili, culminati nel Quarantotto con le famose “Cinque giornate” di Milano. L’arresto è del 1851, alla vigilia dell’arrivo da Vienna dell’imperatore Francesco Giuseppe. Il clima è politicamente teso e una parte del clero non vedeva di buon occhio l’attività religiosa di quei giovani, guidati peraltro da un giovane laico. Della vicenda si interessa anche l’arcivescovo di Milano mons. Romilli, che intercede a favore dei ragazzi presso l’Imperatore giunto in città, ma senza esito: Francesco Giuseppe ritiene che la giustizia debba fare il suo corso. Dopo due mesi e mezzo i 17 arrestati vengono ritenuti innocenti e liberati.
Il libro di Guagnetti riporta integralmente un breve saggio storico sull’episodio scritto dall’insigne avv. Filippo Meda nel 1933. Nel medesimo anno il card. Schuster di Milano benedisse lo stanzone del carcere che aveva accolto i giovani, trasformato in cappella. Il volume costituisce la prima pubblicazione che narra specificamente quei fatti e il loro contesto.
I fatti di Bovisio sono cronaca risorgimentale, tuttavia rappresentano una narrazione di protagonismo dei giovani nella chiesa che può dire qualcosa al nostro tempo, in cui si assiste ad un distacco di buona parte del mondo giovanile dalla vita cristiana. Luigi (e altri compagni come lui) uscito dal carcere inizia un percorso di consacrazione laicale che lo porterà a fondare una comunità di religiosi dedicati ai malati e ai ragazzi più fragili. E ad essere proclamato “beato” da papa Wojtyla nel 2003.