Pregare, ascoltare i giovani e metterli in movimento. Il Papa nel suo pensiero indica come necessari per le vocazioni: la preghiera, la porta aperta, l’ascolto, l’apostolato del camminare e la testimonianza. Lo sguardo del Papa è rivolto all’Assemblea sinodale del 2018 che avrà al centro proprio il tema: “Giovani, fede e discernimento vocazionale”. Per Francesco la preghiera deve essere con una “porta aperta”. Per avere vocazioni, è dunque necessaria l’accoglienza dei giovani. E per spiegare cosa significhi pregare ma con la porta aperta, Francesco fa riferimento alla prima parola del motto del Convegno della Cei, “Alzati”. A Francesco è venuto in mente che “Alzati” è la stessa rivolta dall’Angelo a San Pietro quando si trovava in carcere. La preghiera è l'agire dell'essere di Dio e si cala nei bisogni dell'uomo. Oggi lo sguardo d'amore di Dio non può che non essere per i nostri giovani, che vivono al margine della cultura dell'opulenza, dell'apparire e in mezzo alla cultura dello scarto. “Tanti giovani magari sentono quell’esortazione: "Alzati” – dice il Papa - ma per paura si preferiscono chiudere le porte. Aprire le porte significa invece rischiare”. Francesco ricorda infatti che ci sono diocesi ricche di vocazioni “Ho saputo di alcune diocesi che sono state benedette da vocazioni, nel mondo: alcune. Parlando con i vescovi: Ma cosa avete fatto? Ma, prima di tutto, una lettera del vescovo, ogni mese, alle persone che volevano pregare per le vocazioni: le vecchiette, gli ammalati, gli sposi”. L'agire del Padre è sempre per rimarginare le ferite dell'uomo. Quelle ferite inascoltate, dolorose e sanguinanti, che sfiniscono l'uomo e lo rendono mezzo morto - come nella parabola del samaritano - sulla via della vita. Da qui un riferimento anche ai parroci italiani: “I parroci italiani sono bravi, sottolinea, basti pensare al volontariato e agli oratori, ai tanti parroci di campagna che servono diversi paesini”. Un altro binario per procedere sulla strada giusta delle vocazioni è l’ascolto: “Dire una parola che sarà un seme che lavorerà dentro. L’apostolato dell’orecchio. E’ quindi importante, ribadisce, “perdere tempo” con i giovani”. In ultimo, l’apostolato del camminare. “Inventare azioni pastorali – conclude Francesco - che coinvolgano i giovani, ma in qualcosa che faccia fare loro qualcosa. Nelle vacanze andiamo una settimana a 'missionare' quel popolo o a fare aiuto sociale a quell’altro o tutte le settimane andiamo in ospedale, questo, quello … o a dare da mangiare ai senzatetto nelle grandi città … I giovani hanno bisogno di questo”. Avere il coraggio di camminare perchè il sogno, depositato nel cuore di ogni giovane dal Padre celeste, diventi sacramento di vita, di verità e di beatitudine nella strada del mondo.