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Descrizione
Pagine di ferro determinate dalla prospettiva intensa di una Risurrezione, di un percorso attraverso le nebulosità della materia cromatica, e dal raggiungimento di sua forma descritta e ritagliata nella luce; una successione policroma di piani paesaggistici ancora con la forza di muri invalicabili, di piani a cui lo sguardo deve piegarsi per raggiungere uno spazio di libertà, una realtà aperta e luminosa, verso una proiezione di speranza. La «Risurrezione» di Rinaldo Invernizzi sta nel dialogo tra il blu che ospita il bianco, dove la luce si confi gura esperienza che a sua volta penetra all’interno del paesaggio, si riconduce salvifi ca lungo la successione dei piani e raggiunge il nostro sguardo, qualifi ca la nostra percezione visiva; un percorso della Risurrezione a ritroso rispetto al percorso da noi svolto con valore e forma dell’esperienza spirituale dell’arte sacra. (Andrea B. Del Guercio)
Il dettaglio della croce racconta. Il grembo della camera oscura a cielo aperto, come una catacomba dell’inabissamento agli inferi del Figlio, è contrastato dalla straordinaria vibrazione di una trasformazione in corso, che emana calore. La fonte della luce è duplice, con alterna accentuazione. Una sorgente viene dal di fuori della scena: accarezza la superfi cie del legno-pelle con una lama di energia che trasfi gura il dettaglio della croce, come fosse un corpo celeste improvvisamente acceso dal rifl esso di una fonte luminosa invisibile, che lo estrae dalla morta penombra dello sfondo in cui è immerso. (Pierangelo Sequeri)
Ma nel nostro cuore timido arde tenue come il vago biancore di un’alba la speranza di una futura consolazione. Mi piace pensare che le valli e le montagne di questi paesaggi alludano alla Montagna delle Beatitudini: è sulla montagna che sta il discorso delle beatitudini sostenuto dalla immensa bellezza del mondo. Attendiamo Dio (padre, fi glio, fratello?) avvolto nella sua misteriosa miseria e nel silenzio della croce; egli viene con cuore empatico a condividere, perdonare e consolare la nostra miseria (con ogni evidenza il Dio del legno della croce di Dietrich Bonhoeffer); mi pare che tale attesa avvenga qui nella contemplazione/consolazione/ conservazione della sublime (donde sublimazione artistica) percezione estetica/estatica della bellezza del mondo. (Mauro Pedroni)
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DETTAGLI DI «Paesaggi di Risurrezione»
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